mercoledì 11 giugno 2014

Fai il bis di lasagne? Occhio a non prenderti una bronchite!

I dubbi di un non-medico sulla connessione freddo-raffreddori

 

La premessa doverosa è che io non sono un medico. Sono un fisico, un fisico delle particelle. E quindi tutto quello che dirò potrebbe essere un cumulo di sciocchezze, solo supposizioni di un incompetente. La domanda che mi pongo è: cosa c'entra il freddo con le cosiddette malattie da raffreddamento? Intendo raffreddore, bronchite, polmonite, laringite, faringite (le ultime due le confondo, ma tanto lavorano entrambe nella stessa zona), etc etc. Ci siamo capiti, insomma. Quelle cose che quando arrivano i primi freddi le mamme entrano in modalità allarme rosso, e se non hai la sciarpa ben tirata su, il paraorecchie ben calato, il bavero del cappotto sollevato, cominciano a ululare. Per non parlare poi se hai i capelli appena appena umidi dalla piscina: per la mamma italiana media il capello umido da piscina è peggio che avere un mamba attorcigliato attorno al collo.

Che la causa di raffreddori e tonsilliti siano virus e batteri non ci piove. I medici sono chiari su questo. Ma la domanda è: in che modo, se c'e' un modo, il freddo può facilitare il compito a virus e batteri?

Okay, posso capire, come a volte si legge, che il freddo renda l'aria più secca, e questo in qualche modo agisca negativamente sulle mucose, che costituiscono una difesa contro virus e batteri. In fin dei conti anche l'aria condizionata a volte fa lo stesso effetto: secca l'aria e ti pizzica la gola. A me a volte succede. Ma lo fa anche l'aria calda. Quegli odiosi termoventilatori che quando li accendi ti disidrati come se fossi nella Death Valley, hanno lo stesso effetto. Quindi il problema non è il freddo, ma l'aria secca, che è diverso! Ma il "colpo d'aria?". Come fa un "colpo d'aria" a spalancare le porte ai virus e rendermi così vulnerabile? E le "correnti", da evitare tanto quanto quelle elettriche? E "lo spiffero"? Capisco che possa essere fastidioso, lo spiffero sul coppino, ma da lì a farti venire la bronchite!? E la mitica "sudata raffreddata"? Magari è tutto vero, ma sarei curioso di sapere qual è il meccanismo per cui uscire d'inverno coi capelli umidi, a parte essere un po' fastidioso, può causare una polmonite, perché la cosa, a pensarci appena un po', è altrettanto misteriosa che dire che mangiare le ciliege fa venire l'ernia.

Un mio amico anni fa, convalescente dalla polmonite, ricevette l'ordine dal suo medico (dal medico, non dalla sua fattucchiera di fiducia, dal medico!) di non lavarsi per nessun motivo. Niente doccia e niente shampoo, fino a completa guarigione, pena il rischio di una ricaduta. A parte la cosa schifosa in sé, vorrei capire come uno shampoo o una doccia, mediamente caldi, in una casa mediamente calda (il mio amico non abitava nella steppa siberiana) possano compromettere il normale decorso di una convalescenza da polmonite.

E lo "sbalzo di temperatura"? Parliamone, dello sbalzo di temperatura, una delle cose più temute di sempre. Che uno si chiede: ma i finlandesi, che passano dalla sauna a rotolarsi nella neve, come fanno? Provate a dire a un finlandese: "senti caro, siccome lo sbalzo di temperatura può farti ammalare, uscito dalla sauna passa 10 minuti a rinfrescarti e poi, soltanto poi, potrai buttarti dentro la vasca gelata, perchè l'organismo tollera a fatica gli sbalzi di temperatura" e senti come ti dice "ma sei scemo!?" in finlandese. Eh, ma sono abituati loro, ti dicono! Per noi meridionali invece, che non siamo abituati, lo sbalzo di temperatura è letale. Quando si passa dal caldo al freddo, o dal freddo al caldo, a meno che non sei un finlandese, bisogna sempre farlo gradatamente, mi raccomando, perché se l'organismo non ha il tempo di abituarsi si rischia raffreddore, mal di gola, e chissà cosa di peggio. E poi se per sfiga ti scappa uno sternuto, che può succedere senza necessariamente essere raffreddati, quella è la prova del contagio in atto. Il raffreddore nel caso dello sbalzo di temperatura (ma anche di uno spiffero o di una corrente d'aria) sembra avere un tempo di incubazione di un paio di minuti al massimo.

Posso dire la mia sullo sbalzo di temperatura? Si, è il mio blog, ovviamente posso! Dico la mia, dando libero sfogo al fisico che è in me, che sento che sta scalpitando. La temperatura del corpo umano resta sempre a 37 gradi, sia che sentiamo freddo, sia che abbiamo caldo. Quando non ci riesce, e succede in casi estremi, "Huston, we have a problem". Per mantenere costante questa temperatura il nostro organismo deve in generale lavorare sodo. Se fuori è freddo deve produrre energia (calore) per riscaldarci, mentre se fuori è caldo fra le varie contromisure mette in atto quella di farci sudare, perché il sudore, con conseguente evaporazione dell'acqua in esso contenuta, abbassa la temperatura corporea, perché per far evaporare l'acqua bisogna rubare un po' di calore al corpo (1).

Quando passo da un locale caldo a un ambiente molto freddo, succede che l'organismo deve contrastare la perdita di calore, producendo di brutto energia. Ma se il mio corpo ha accumulato molto calore, l'organismo può temporaneamente utilizzare una parte di quel calore accumulato, finché non si dissipa completamente (e se siamo ben coperti ci vuole un po' di tempo) per mantenere la temperatura del corpo costante. Invece se prima di uscire ho ascoltato il consiglio della mamma/nonna/insertosalute e mi sono raffreddato un po' per abituarmi allo sbalzo di temperatura tra dentro e fuori, quando l'organismo si trova al freddo non ha più a disposizione quell'accumulo di calore che gli avrebbe permesso di avere un attimo di calma, un "buffer" di tempo per abituarsi al freddo, e si trova invece costretto a lavorare a pieno regime fin da subito, da zero a mille, per mantenere il corpo a 37 gradi centigradi, perché o il calore lo produce lui, oppure ciccia! Ed ecco che ci vengono i brividi: i brividi non sono altro che un tentativo incontrollato del nostro corpo di scuotersi per generare calore. E quindi raffreddarsi prima di uscire per seguire il consiglio della nonna e evitare lo sbalzo di temperatura, è uno sbaglio, perché facciamo una cosa che il nostro corpo non gradisce, tanto da attivare il sistema di emergenza (i brividi).

E analogamente, se mi trovo al freddo, ad esempio nel vagone del treno dei pendolari d'estate, dove l'aria condizionata, quando funziona, è tenuta fissa sui -30, quando esco, anche se fuori fa molto caldo, sul momento ho piacere di quel caldo, è uno sbalzo di temperatura che mi fa stare bene. Fisiologicamente vuol dire che il mio corpo può accumulare calore senza dover iniziare a contrastare fin da subito l'aumento inevitabile di temperatura. Se invece spegnessero l'aria condizionata cinque minuti prima di scendere, per fare contente le mamme e farmi abituare allo sbalzo di temperatura, semplicemente starei peggio. In altri termini il vero passaggio graduale per l'organismo, quello che lo fa soffrire di meno, non avviene quando mi abituo prima alla diversa temperatura, come in tanti credono, ma, al contrario, quando non faccio niente per abituarmi.
 
Un altro esempio? La doccia. D'estate quando è molto caldo ci piace fare la doccia fresca. Temperatura esterna 35 gradi, temperatura dell'acqua 20 gradi: sbalzo di temperatura di 15 gradi. Provate invece a fare una doccia fresca d'inverno! Perché nel primo caso ci piace e nel secondo no? Eppure d'inverno, la temperatura in casa è 20 gradi, uguale a quella della doccia. Zero sbalzo di temperatura: l'ideale no? Eppure d'estate quella stessa doccia ci sembra piacevole, mentre d'inverno ci sembra decisamente fredda e il nostro corpo non la sopporta: perché? Perché nel primo caso abbiamo accumulato calore, nel secondo no, e nel primo caso al nostro corpo piace smaltire calore velocemente, nonostante lo sbalzo di temperatura, mentre nel secondo caso non piace affatto, perché non abbiamo così tanto calore accumulato da dare via, sebbene lo sbalzo di temperatura sia praticamente inesistente.

Convinti che la storia dello sbalzo di temperatura, che sarebbe causa di malanni, è (lo possiamo dire?) una cazzata? Lo è dal punto di vista fisiologico, ma lo è anche dal punto di vista dell'esperienza comune, perché questa cosa l'abbiamo provata tutti molte volte.

Lasciatemi poi dire due parole sulla "sudata raffreddata", altro spettro malvagio sempre pronto a farci venire la tonsillite. Cosa dovrebbe fare uno, dopo che ha sudato perchè è molto accaldato? Arrotolarsi dentro il domopak, mettersi un bel maglione pesante, accendere il camino e aspettare di arrivare asintoticamente all'equilibrio termodinamico col resto dell'universo? Se il corpo suda è perchè ha bisogno di espellere calore! Il sudore serve ad abbassare la temperatura corporea, tramite l'evaporazione dell'acqua contenuta nel sudore stesso, processo che ruba un po' di energia, e quindi calore, al corpo. E quindi se lo aiutiamo, mettendoci in un luogo sufficientemente fresco, in modo che il sudore possa evaporare, il corpo non potrà che ringraziarci. E invece no, secondo le regole d'oro per evitare malanni, se uno sta sudando guai a togliersi i vestiti di troppo, anzi bisogna restare coperti e cercare di "svaporare" il più lentamente possibile. Ma da dove nasce questa perversione?

E vogliamo parlare dei piedi nudi sul pavimento, che fanno venire il mal di gola? Adesso, voglio dire..., capirei che l'aria fredda sulla gola faccia venire il mal di gola (non lo capisco ma almeno sarebbe sempre tutto in zona) ma i piedi, neanche freddi ma solo a contatto col pavimento freddo, come cavolo fanno a far venire il mal di gola? E poi perché non la sciatica, o il ginocchio valgo, che almeno il freddo avrebbe da fare meno strada? Invece no, proprio il mal di gola! Potevano strafare e dire la calvizie, già che c'erano! "Non girare a piedi nudi che diventi pelato!" E invece si sono fermati alla gola perché il freddo ce l'ha con la gola, si sa. Evidentemente ci deve essere un condotto segreto, più segreto del punto G, che come il tunnel della Gelmini unisce i piedi alle tonsille, e sul quale la medicina moderna brancola ancora nel buio. Fatemi vedere uno studio scientifico che mostri una chiara relazione di causa-effetto tra piedi sul pavimento e mal di gola. Uno studio scientifico con peer-review, uno solo, e, prometto, taccio per sempre. Nell'attesa mi chiedo: ma un giocatore di basket avrà meno probabilità di un nano di beccarsi il mal di gola camminando a piedi nudi sul pavimento?

Quando mia figlia era piccola lessi un libro di un noto pediatra (la caratteristica dei genitori di oggi è che leggono tonnellate di libri su come crescere i figli, "Dal concepimento alla culla", "Dalla culla all'età dei no", "Dall'età dei no alla scuola", "Dalla scuola alla pre-adolescienza", "Dalla pre-adolescenza al vaffanculo papà"...) che affermava categoricamente che il freddo non ha alcun ruolo nel facilitare raffreddori e bronchiti. Molto sensatamente, almeno secondo me, l'autore aggiungeva che il motivo per cui d'inverno c'è un'incidenza maggiore di questi malanni è la maggiore permanenza in locali chiusi, dove lo scambio di virus e batteri è facilitato, e la minore aerazione dei locali, spesso surriscaldati, cosa che peraltro causa anche secchezza delle mucose.

Fantastico! Una rivelazione! Dopo anni e anni di sciarpe e cappelli di lana (da piccolo avevo un cappello che quando me lo mettevo, perché obbligato da mia madre, si fermava il traffico a guardarmi) e di sudate raffreddate temute più di uno tsunami, finalmente una buona notizia: posso lasciar uscire mia figlia senza rinchiuderla in una tuta termostatata anche d'inverno, con la certezza che se si beccherà un raffreddore non sarà perché non l'ho coperta abbastanza. Niente più doversi preoccupare, quindi, su "dove" sarà avvenuto il fattaccio. Quelle cose del tipo "deve essere stato ieri pomeriggio, quando era un po' sudata e per scendere dalla macchina per la fretta non le ho messo il cappello, mannaggia!" Non solo: dare aria alle stanze chiuse anche a costo di far entrare temporaneamente del freddo è comunque meglio che restare tappati al caldo ma in un locale pieno di germi.

Pero' poi la realtà è diversa. Perché quando vai nel mondo reale, quello che mediamente senti in giro da gente di cui ti vorresti fidare è molto diverso. A parte il parere delle supermamme, anche i medici stessi capita che ti dicano frasi del tipo (il pediatra di mia figlia, ad esempio): "eeeh, con questo tempo, caldo-freddo-caldo-freddo, è facile ammalarsi!", oppure "escono accaldati, fuori è freddo, è un attimo!" (magari "un attimo" i medici non lo dicono, ma il resto, giuro, sì!). Insomma, gli stessi medici non sono mica chiari sul ruolo del freddo nel beccarsi i raffreddori! Vedi ad esempio il medico del mio amico con la polmonite. E allora un genitore resta confuso: come è possibile che nemmeno tra chi dovrebbe essere esperto c'è accordo su una cosa banale come il raffreddore? Abbiamo debellato il vaiolo, operiamo col laser, trapiantiamo cuori e fegati, e ancora non abbiamo capito cosa c'azzecca il colpo d'aria con il raffreddore? Magari invece l'accordo c'è, ma quello che si percepisce qua fuori è tutta un'altra cosa.

Alcuni esempi? Ricordo una trasmissione di quelle sulla salute, con il medico in studio e le telefonate, con la gente da casa che fa le domande (finte, giustamente preparate, sempre domande intelligenti, mai nessuno in quei programmi, che telefoni solo per dire "vorrei salutare la zia Pina, nonno Ezio e il mio nipotino Gabriele, che é l'amore della zia"). In una di quelle puntate si parlava appunto di malattie da raffreddamento e ricordo che il medico in studio (il medico, non lo sciamano) disse, giuro, che basta uno sbalzo di temperatura di pochi gradi per far venire un raffreddore (credo di ricordare le parole esatte). Secondo tale medico i colpi d'aria, le sudate raffreddate, gli spifferi, ecc. sono tutte cause che facilitano l'insorgere di queste malattie. Giuro, disse così. Me lo ricordo bene perché è avvenuto subito dopo aver letto il libro di cui parlavo prima, che mi aveva molto rincuorato. Ma allora la nonna aveva ragione! E con lei le mamme di mezza Italia! (i papà in genere se ne fottono, a parte dare la colpa alla madre quando il figlio ha la febbre: "perché non l'hai coperto!"). Come è possibile che due medici affermino esattamente l'opposto su qualcosa di così comune come un raffreddore? Se è il secondo ad avere ragione, però, sarei veramente curioso di sapere qual è il meccanismo per cui un ventilatore che mi punta sulla schiena dà il via libera a virus e batteri per aggredire il mio organismo.

E poi l'inserto salute di un quotidiano. Quelle cose che hanno articoli del tipo: "il peperoncino: il toccasana contro la vecchiaia". Che uno resterà pure giovane, ingozzandosi di peperoncino, ma avrà poi ben altri problemi sui quali l'articolo glissa colpevolmente. Oppure "i 10 segreti alla portata di tutti per combattere il grasso superfluo", che il primo è "fare tutti i giorni almeno 45 minuti di corsa" e lasci immediatamente perdere gli altri 9 perché hai capito che si sono dimenticati di aggiungere "alla portata di tutti i disoccupati...".  Insomma, in un articolo del genere trovo scritto (anche qui giuro!) che l'esposizione al freddo fa abbassare la temperatura negli strati superficiali del corpo, e il sangue, di conseguenza, si "rifugia" negli organi interni, e il maggiore flusso sanguigno nei bronchi e nei polmoni fa prosperare i virus e i batteri che vi si trovano, facilitando il contagio. 

Adesso... come dicevo all'inizio, io non sono un medico, e quindi non posso confutare un'affermazione del genere con competenze mediche. Pero', eccheccavolo! Il sangue che si rifugia negli organi interni? Ecchee', la ritirata di Russia? Come se uno d'inverno normalmente si mettesse a petto nudo quando fa -20, salisse sulla moto e, dopo essersi buttato una secchiata d'acqua (fredda) addosso dicesse: sangue, m'hai provocato mo' te faccio vede' io! E il sangue via, si rifugia negli organi interni, e non ne esce finche' non ha ricevuto sufficienti garanzie che non gli verrà fatto del male. Inserto salute, guarda che i cappotti li hanno inventati da un bel po'! Guarda che è gia da qualche migliaio di anni che abbiamo smesso di girare nudi e di nutrirci di bacche selvatiche, e che il sangue non ha bisogno di rifugiarsi da nessuna parte con i nostri piumini e i giacconi in Goretex, ammesso che lo abbia mai fatto! Al massimo, per come ci copriamo e per come copriamo i nostri figli, si restringeranno un po' i capillari nelle mani e sul naso, o magari sulle orecchie. Puo' tutto questo scatenare epidemie di influenze e raffreddori?

E comunque, se quello che fa prosperare il contagio fosse il maggior flusso sanguigno nei polmoni e nei bronchi, allora qualunque sforzo fisico anche moderato produrrebbe un flusso di sangue sicuramente maggiore di una breve esposizione al freddo, no? Facendo le scale di corsa non sono altrettanto a rischio di raffreddore di quando esco dalla piscina con i capelli umidi, secondo questo concetto? E poi, scusate se faccio il pignolo, ma allora un bagno al mare non coinvolge un raffreddamento del corpo ugualmente intenso e magari anche improvviso? Ci si chiede come le nostre spiagge non siano testimoni di un'ecatombe, d'estate! Che poi qualcuno mi dovrebbe spiegare perché si può tranquillamente stare a piedi nudi nel bagnasciuga senza rischiare accidenti (anzi, è consigliato starci a lungo perché fa bene alla circolazione!), ma non sul pavimento. Insomma, posso dire, senza essere un medico, ma usando solo il buon senso, che una cosa del genere è una solenne puttanata? Sarei felice di essere smentito, naturalmente, ma con prove alla mano, non con le proprie esperienze personali, perché vi dico fin d'ora che io me ne fotto degli sbalzi di temperatura e la mia esperienza personale, che conta tanto quella degli altri, è che quest'anno non ho preso neanche un po' di raspino in gola.

Quelli che invece vogliono portare la discussione sul piano scientifico dicono che sì, certo, la causa sono i virus e i batteri, ma quando è freddo il corpo e' sottoposto a stress, e si sa che lo stress abbassa le difese immunitarie, e quindi il gioco è fatto. Ragioniamo con calma. Certo, andare in giro d'inverno quando è freddo non e' in generale un passatempo piacevole, ma le fonti di stress a cui il nostro organismo è quotidianamente sottoposto sono innumerevoli, e spesso ben peggiori. Ad esempio per me la sveglia la mattina è una fonte smisurata di stress. Io la odio la sveglia. Ne odio il suono, la forma, e è una cosa che non accenna a calare nel tempo. E a quanto ne so è una sensazione parecchio diffusa. Perché svegliarsi presto la mattina, quando daresti qualunque cosa per continuare a dormire, non fa venire il mal di gola? E il caldo? Il caldo umido e torrido dell'estate non è uno sfinimento, una fonte di stress? E dal freddo ci si può proteggere coprendosi, ma dal caldo? Andare in giro per il centro di Bologna d'estate è, vi assicuro, un'impresa da Sector-No-Limits! Perché però, nonostante l'afa sia decisamente uno stress per l'organismo, non causa laringiti o faringiti? E una digestione impegnativa non è uno stress per l'organismo, quando a pranzo hai fatto il bis di tutto, e poi la sera ti penti come un coccodrillo? Perché quando faccio il bis di lasagne nessuno mi dice mai: "occhio a non prenderti una bronchite!"?.

Insomma, medici, mi rivolgo a voi. Magari in cuor vostro il problema non esiste. Magari per voi il problema è risolto da un pezzo. Però fate un favore a noi poveri non addetti ai lavori: mettetevi d'accordo e esprimetevi chiaramente su questa cosa del freddo. Fate, che ne so, un comunicato a reti unificate, magari l'ultimo dell'anno, prima del messaggio del Presidente. Il Presidente è un tipo alla mano, e se gli spiegate il problema due minuti ve li dà di sicuro. Così vi vedono tutti gli italiani e dite finalmente cosa ha a che fare il freddo con il mal di gola. Perché le mamme italiane (ma anche i papà) non avete idea di che confusione hanno in testa, e come ci si stressano e poi, e adesso mi rivolgo ai pediatri, poi ve li beccate in studio tutti quanti tre volte al mese, che riuscite ad andare a casa solo alle 9 di sera! Un piccolo investimento in chiarezza su questo punto ve lo ritrovate a vostro vantaggio, fidatevi. E se per caso fosse vera che la questione del caldo-freddo-caldo-freddo, come mi disse il pediatra di mia figlia, per favore, aggiungete anche due paroline di spiegazione del perché funziona che caldo-freddo-caldo-freddo. Fatelo per i cagacazzi come me.  E poi, già che ci siete, sempre a reti unificate, dite per favore una volta per tutte che la storia dei piedi nudi, almeno quella, è una grande cazzata.

PS. Comunque tutte le false convinzioni elencate sopra, dai piedi nudi agli sbalzi di temperatura, impallidiscono di fronte alla Cazzata Suprema (la maiuscola è d'obbligo): il fatto che quando hai la pelle dei polpastrelli raggrinzita è ora di uscire dall'acqua. Mentre sguazzavi e ti divertivi, prima o poi arrivava qualcuno che diceva: "bambini, fate un po' vedere i polpastrelli? Guarda che roba!!!!!! Via, tutti fuori dall'acqua!". Eccheccazzo!


(1) Quando abbiamo freddo ci viene la pelle d'oca. E' un retaggio di quando avevamo la pelliccia, perché rizzare i peli di una pelliccia equivale a trattenere più aria fra un pelo e l'altro, e questo contribuisce a isolare dal freddo. Gli animali con la pelliccia lo fanno. Adesso noi umani non abbiamo più così tanti peli da avere una pelliccia (Lucio Dalla è stato l'ultimo) ma questo riflesso ci è rimasto. Chi è che diceva che l'uomo non ha conosciuto l'evoluzione ma è comparso sulla terra così, già bello che fatto?

7 commenti:

  1. belle domande, leggevo tempo fa un'articolo simile su uppa (un pediatra per amico) il quale appunto sosteneva che queste malattie siano causate più dal caldo delle case d'inverno che dal freddo che c'è fuori.

    Di sicuro prendere freddo non fa bene e sbalzi di temperatura improvvisi creano degli shock non per forza benefici, ma lo stesso si dice del caldo, solo che è dura combattere con le mamme.

    Penso che i medici semplicemente si siano adeguati onde evitare litigi continui coi pazienti o i genitori di quest'ultimi: daltronde basta rompere un pò e ti riempiono subito di farmaci, perchè non dovrebbero essere accondiscenti su queste leggende metropolitane?

    RispondiElimina
  2. So che un caso non fa letteratura, comunque una volta quando avevo circa 11 anni ho passato un intero freddo pomeriggio piovoso d'inverno in cortile, senza cappotto e senza ombrello e con i piedi ben bagnati in una pozzanghera (perché hai dimenticato "se ti bagni i piedi per la pioggia e resti coi piedi bagnati ti viene il mal di gola!"), inzuppata di pioggia e correndo incessantemente per sudare in modo da creare sbalzi di temperatura tra interno ed esterno, il tutto al fine di ammalarmi per evitare l'interrogazione del giorno dopo a scuola (sì, ero scema). Ero sicurissima che mi sarei ammalata, stavo trasgredendo in contemporanea tutte le regole materne sul caldo/freddo/bagnato. Be', con mia grande indignazione non mi sono ammalata né il giorno dopo né i successivi... da allora ho smesso di preoccuparmi di queste cose e ho perso qualunque fede nell' Ipse dixit"!

    RispondiElimina
  3. Articolo interessante ed anche divertente!

    E' sempre bello vedere persone che si pongono domande sulle cose date per assodate, le così dette "perle di saggezza della nonna".

    Sarebbe interessante sentire le parole di un medico!

    RispondiElimina
  4. https://www.youtube.com/watch?v=RWiOhlqEDz4
    A parte una minima digressione sulla resistenza della parete batterica a temperature più basse, anche qui scientificamente parlando la colpa maggiore sono gli spazi chiusi! E poi diciamolo, dopo una vita a coprirsi senza motivo, la resistenza personale al "freddo" è azzerata... in Olanda i bambini vengono messi a mollo nel mare del nord per "abituarli", in Italia certi genitori verrebbero bruciati sul rogo!XD

    RispondiElimina
  5. Credo che il tuo ragionamento sui cosiddetti sbalzi di temperatura sia sostanzialmente corretto, ma non si può però trascurare l'esistenza di range di temperatura che favoriscono la proliferazione di batteri e virus, cito una fonte che di solito è abbastanza affidabile: "gli agenti patogeni si sviluppano meglio se la temperatura è bassa. Se a temperature vicine allo zero viene bloccata l’attività biologica, a temperature comprese fra i 5 e i 16 °C si ha la situazione peggiore. La condizione migliore si ottiene attorno ai 20-22 °C. È ovvio pertanto che lavorare o vivere in condizioni di temperatura inferiori ai 20 °C innalza le probabilità di ammalarsi. Dovrebbero pensarci tutti quelli che dormono con le finestre aperte d’inverno perché lo ritengono più salutare o quelli che tengono la temperatura interna sui 16 °C e preferiscono coprirsi, per risparmiare o perché veramente convinti che “troppo caldo faccia male”. Vivere in condizioni basse di temperatura inoltre predispone a problemi articolari (patologie cervicali, alle mani e, in misura inferiore, ai piedi) e aggrava i sintomi delle riniti vasomotorie."
    fonte: http://www.albanesi.it/salute/malanni.htm

    Per esperienza personale poi, non so quanto possa contare, nella mia infanzia, in quanto soggetto a bronchiti asmatiche frequenti, quando respiravo per abbastanza tempo aria fredda dalla bocca non "filtrata" (ad esempio tramite una sciarpa) quasi costantemente venivo poi colpito dopo da qualche malanno.

    RispondiElimina
  6. Quello delle "stanze chiuse" e dei "luoghi pieni di persone" sono concetti che si possono facilmente provare in qualsiasi scuola: allo stesso modo in cui si possono prendere i pidocchi, da piccoli, rimanendo vicino ad un bambino se già li ha, ricordo perfettamente che appena uno o due compagni avevano l'influenza, tempo pochi giorni le persone colpite dallo stesso virus salivano a 7 o 8... Un anno la classe fu dimezzata. Trovo difficile che tutti abbiano compiuto uno di quei "gesti sconsiderati" per cui si sono ammalati uno dopo l'altro. Non credo si siano mai messi daccordo neppure per compierli nello stesso stretto periodo di tempo.
    È si vero che un'alterazione delle difese "meccaniche e chimiche" del proprio corpo può portare ad essere più vulnerabili, e da qui che provengono, forse, diversi concetti poi "espansi" a regole più generali. Rimanere per ore o giorni in ambienti con arie troppo secca o fare in modo di far lavorare con difficolta le mucose del naso può portare ad avere meno barriere contro i virus... che la causa sia solo un singolo atto, invece lo trovo assurdo... come se 10 minuti prima le mie difese immunitarie aolo al 100%, esco da un negozio senza aciarpa per andare in macchina ed erriva al 10%...
    Come esperienza personale: io me ne sto scalzo, a piedi nudi su pavimento freddo o caldo almeno fino a dicembre; poi forse per "dimenticanza" inizio a rimettere i calzini alla "prima occasione"... l'hanno scorso ho preso u raffreddore a Febbraio... quest'anno a dicembre (adesso)... ma un collegamento tra i due periodi non ne ho trovati. Perchè quest'anno non mi sono ammalato a novembre coi primi freddi? Secondo la logica degli sbalzi di temperatura è il periodo più a rischio.

    RispondiElimina