martedì 30 gennaio 2018

Una domanda agli sciachimisti. Anzi, **LA** domanda.

Se vi è capitato di parlare con uno sciachimista in un incontro ravvicinato del terzo tipo (discussione su Fb), o addirittura del quarto tipo (contatto fisico), sapete che il dialogo è impossibile. A me è capitato (leggi il racconto) e l'esperienza è stata veramente faticosa. Psicologicamente faticosa.

Lo sciachimista è convinto che ci sia un complotto ordito da non ben definiti poteri occulti, che vanno dalla Cia alla Società Dante Alighieri (quella che da bambini a scuola bisognava sempre fare l'offerta), finalizzato a sterminare una bella fetta della popolazione mondiale, e contemporaneamente a causare terremoti, inondazioni e cambiamenti climatici, nonché a farci respirare nanoparticelle e sostanze misteriose con lo scopo di manipolarci-barra-farci ammalare.

Tutto questo è realizzato tramite le scie chimiche, ovvero le scie che gli aerei lasciano nel cielo, che con il loro contenuto assolverebbero a questo scopo. E pensare che io fino a qualche anno fa credevo che fossero le solite scie degli aerei che vedevo anche da bambino, finché ho conosciuto uno del Cicap (che Dio lo fulmini!) che mi ha spiegato che invece sono scie chimiche, e che il Cicap è in prima linea nel perpetrare questo crimine contro l'umanità. Da allora anche io mi sono iscritto al Cicap, e nel tempo libero irroro.

Lo sciachimista è molto attivo nel divulgare le sue convinzioni, e organizza spesso conferenze e eventi pubblici, nei quali chiede chiarimenti e pretende che gli siano date spiegazioni. Spiegazioni che in realtà ci sono già,  dato che innumerevoli fisici, chimici, piloti e meteorologi si sono presi la briga di confutare tutte le loro affermazioni. 

Ma allo sciachimista questo non basta, e quindi continua a porre interrogazioni in parlamento, alle AUSL o nei consigli comunali, chiedendo risposte.

Dalla conoscenza del mondo sciachimista ho imparato una cosa: lo sciachimista insiste nel chiedere risposte, ma qualunque risposta riceve non gli va bene, e non la prende nemmeno in considerazione se va contro la sua convinzione che le scie chimiche esistono. Dice di voler sapere la verità, dice che le istituzioni sono obbligate a dargli una risposta (e per questo fa interpellanze a destra e a manca) ma poi, quando la risposta arriva, non si fida e la rifiuta.




Che già è quantomeno strano, perché se io avessi il dubbio che ci sia in atto un piano per far ammalare me e la mia famiglia e tutti gli altri, quantomeno sarei rassicurato dal sapere che quasi tutti (esclusi gli sciachimisti) affermino che non è vero, e fra questi anche scienziati di vari settori, che non hanno nulla a che fare con lobby e sette segrete. Sarei quantomeno sollevato dal sapere che fisici e chimici di tutto il mondo affermino che mi sto sognando tutto. Magari mi resterebbe il dubbio, ma la cosa sarebbe per lo meno confortante.

Invece lo sciachimista non solo non è rassicurato, ma addirittura, a quel punto, include a parte del complotto tutti quelli che non danno una risposta in linea con le sue paure/convinzioni. E intanto continua a porre domande, interrogazioni, interpellanze pubbliche, per avere risposte. Che a quel punto anche un monaco tibetano perderebbe la pazienza e gli direbbe: "ma allora si può sapere che cazzo vuoi?!?!"

Per fare un esempio comprensibile (allo sciachimista), è come se io fossi convinto di avere un brutto male, e tuttavia ogni medico da me consultato, i migliori specialisti di tutto il mondo, mi dicessero invece che non ho niente. E io a quel punto, invece di rassicurarmi, per tutta risposta includessi tutti questi medici in una megalobby che ha deciso di farmi credere che sono sanissimo quando invece sto per morire.

A questo punto, appurato che è del tutto inutile spiegare a uno sciachimista cosa siano in realtà quelle scie nel cielo usando i criteri del raziocinio, penso che ci sia in realtà una domanda che possa realmente mettere in cortocircuito il nostro Don Chisciotte, o meglio una domanda divisa in due.

Questa:

Che tipo di risposta ti farebbe stare tranquillo, e da chi vorresti questa risposta? Ovvero di chi ti fideresti?
Sciachimisti, adesso tocca a voi. Rispondete a queste due domande, per favore. Può sembrare una provocazione, ma sono realmente curioso di sapere la vostra risposta. Non voglio sbrodolate sui poteri occulti, però. Siate sintetici e fatemi capire. E se ce la fate, niente maiuscolo, e punti esclamativi con moderazione, grazie.


martedì 16 gennaio 2018

Un generatore casuale di discorsi di Zichichi

Ho letto di recente un articolo di Zichichi. Lo confesso, ci sono cascato. Era da un po' che non lo facevo più, perché ormai da molti anni Zichichi è diventato l'imitazione di se stesso. Non si capisce più se è Crozza a imitare Zichichi o il contrario. I suoi discorsi infatti sono sempre uguali, e indipendentemente dall'argomento trattato spaziano su tutto il campionario che gli è caro. Sospetto che gli abbiano impiantato un microchip con un software che genera frasi di Zichichi in modo casuale, qualunque sia la domanda iniziale.

Ecco quindi un prontuario per generare il vostro discorso di Zichichi personale. Si chiama: "You can be Zichichi just for one day".  Il risultato - garantito! - sarà indistinguibile da quello vero. L'argomento iniziale, quello di partenza, come dicevamo prima, è del tutto indifferente, che si stia parlando dell'evoluzione umana, dei cambiamenti climatici o della ricetta della pastiera, non cambia niente.



Cominciamo.

Innanzitutto l'elogio a Galileo Galilei non deve mai mancare. Meglio metterlo subito, nelle prime righe, così non ci si pensa più. Ma mi raccomando mai chiamarlo solo Galileo, perché il Nostro, come ebbe a scrivere in uno dei suoi libri, se ne ha a male. Per Michelangelo, Raffaello o Napoleone si può fare, ma per Galilei no. Eventualmente si può anche citare Enrico Fermi, che deve essere però chiamato in causa in quanto seguace di Galilei. La menzione alla scienza "galileiana", di cui "colui che scrive" è il degno erede, a quel punto è automatica.

Il Supermondo, da non confondere con la Supercazzola. Tutti i fisici del globo lo chiamano Supersimmetria, una teoria sviluppata ormai più di 30 anni fa, alla quale i fisici, dopo l'entusiasmo nel pensare di avere trovato "LA" teoria, credono oggi sempre meno, perché proprio non se ne trova traccia negli esperimenti. Il Nostro, per distinguersi, lo chiama Supermondo, e ne parla come se fosse una cosa certa, e soprattutto una cosa sua.  Invece Zichichi non l'ha neanche lontanamente inventata, ma non solo, i suoi contributi allo sviluppo della teoria della Supersimmetria sono compatibili con zero entro svariate cifre decimali. Però battezzandolo con un nome apposta sembra che sia un parto della sua mente. E poi Supersimmetria sa di tecnicaglia, mentre Supermondo è tutta un'altra cosa. Quando lo senti ti viene da dire: mecojoni! Nel discorso si può eventualmente inserire una frase del tipo: "scusate, adesso devo andare in laboratorio a ricercare il Supermondo", con la stessa nonchalance con cui si direbbe "scusate, ma mi si scuoce la pasta".

Le dimensioni della natura. Non più le solite quattro stantie, tre per lo spazio e una per il tempo, che già dire spazio-tempo farebbe figo a sufficienza per il lettore medio. No, le dimensioni dello spazio(tempo?) sono 43 o anche di più, dipende dall'estro del momento. Il numero varia di volta in volta, e non deve comunque mai essere minore di una ventina, altrimenti si scade nel banale. La scelta può eventualmente avvenire tramite generatore random. In alternativa, se non ci si vuole avventurare nelle dimensioni dello spazio-tempo,  si può definire un elenco di qualcosa spacciandolo come se fosse una decisione acclarata dalla comunità mondiale degli scienziati, e che abbia un numero ben preciso di elementi: ad esempio le 72 emergenze planetarie, le 46 equazioni che regolano il mondo, i 29 parametri fondamentali, i settantottomila milioni di miliardi di particelle per secondo che attraversano in questo istante il capo di una rondine, e cose del genere. Il tutto in modo che chi legge dica dentro di sé "ellamadonna!" anche senza avere capito nulla. O meglio, proprio perché non ha capito nulla.

L'Hiroshima culturale. Al nostro uomo, come per il Supermondo, piace usare certi termini da lui inventati, e ripeterli in modo compulsivo qualunque sia l'argomento di discussione. Li battezza e poi li piazza in mezzo ai discorsi a ogni occasione. L'Hiroshima culturale è la moda del momento, e si adatta per tutto quello che secondo Lui va contro il suo punto di vista. I cambiamenti climatici, l'evoluzione della specie, le melanzane grigliate nella parmigiana sono esempi lampanti di Hiroshima culturale. Anche i discorsi di Zichichi ci rientrerebbero a pieno titolo.

Scoperte e invenzioni. Per il nostro eroe gli scienziati si possono chiamare tali solo se hanno fatto scoperte e invenzioni. Tutti gli altri sono solo delle mezze seghe. Ovviamente senza definire cosa siano le scoperte e soprattutto le invenzioni. Ad esempio Melliconi, quello del guscio, si può definire scienziato? D'altra parte ha fatto un'invenzione che ha salvato decine di milioni di telecomandi da morte prematura. Una visione ben strana della scienza, comunque, soprattutto da parte di uno che si definisce scienziato (e lo è effettivamente stato) e che dovrebbe essere ben consapevole che la scienza procede oggi tramite piccoli tasselli, piccole scoperte, indizi, ipotesi e verifiche, risultato spesso del lavoro di centinaia o addirittura migliaia di scienziati (ebbene sì) e le scoperte, che comunque normalmente avvengono dopo anni e anni di lavoro, difficilmente sono imputabili a singoli individui. Le invenzioni poi... per favore!

I seminari di Erice. Qualunque sia l'argomento, bisogna menzionare i seminari di Erice sul disarmo. Che si parli dei migranti o dei ristoranti cinesi che all'improvviso si trasformano in giapponesi, in qualche modo a Erice ne avevano già discusso in tempi non sospetti.  A sentire il Nostro senza Erice avremmo rischiato la guerra atomica, e la panna nella carbonara sarebbe oggi una pratica tristemente diffusa.

Scienziati. In un discorso alla Zichichi che si rispetti occorre menzionare ogni tanto qualche scienziato a caso, meglio se poco noto al grande pubblico di non esperti. I famosi Benjamin e Iacovat di Crozza, insomma. Meglio ancora mettendo accanto le parole "il mio amico". Ad esempio: "una volta ero con i miei amici Schwinger e Tomonaga in un ascensore in caduta libera..."

Ostentare amicizia con fisici famosi, e citarne i detti. In alternativa vanno bene anche i pontefici. Del tipo "come diceva sempre il mio amico Pauli verso le cinque di pomeriggio: ragazzi, anche per oggi mi sono guadagnato la pagnotta", oppure "mi ricordo una sera che Woytila, dopo il quarto mojito, mi prese sotto braccio e mi disse: Nino... ma perché invece di cercare questo Supermondo non ti metti a cercare un lavoro vero?"

Formule. Menzionare qualche formula a caso inventata da qualche scienziato scelto a caso, purché impressioni. Anche la legge di Ohm va bene, se presentata come la legge di Swirdmur-Jaroslaw-Ohm. Se poi, metti caso, ci si fa intervistare in tv, bisogna avere alle spalle una lavagna con qualche formula di quelle che fanno colpo. Le formule di prostaferesi sono perfette.

La colla nucleare e la colla elettromagnetica. Tanto per capirci, il Pritt è una banale colla elettromagnetica, volgarmente detta colla, mentre la colla nucleare, termine molto caro al Nostro, è la forza che tiene assieme i protoni e i neutroni nel nucleo atomico. Un argomento perfetto di discussione a cena se non si vuole più essere invitati dagli amici. In alternativa si può anche parlare di fuoco elettromagnetico contro fuoco nucleare, un colossal tipo King Kong contro Gozzilla.

E' tutto elettromagnetismo applicato! Questa è fantastica. Quando atterrò il primo Shuttle, e tutte le reti tv chiamarono un esperto di astronautica per avere un commento autorevole, Rai1 per strafare chiamò Zichichi. In studio c'era Bruno Vespa. Mentre lo Shuttle stava atterrando, e su tutte le altre reti i vari (e veri!) esperti di astronautica commentavano con cognizione di causa, Vespa su Rai1 chiese a Zichichi cosa provasse in quel momento storico. E Zeta rispose con fare annoiato: "Mah... è tutto elettromagnetismo applicato!".  Aggiungendo poi che alla fine questi Shuttle che vanno nello spazio sono tutte banalità, non c'è niente di così speciale, e invece le cose interessanti e degne di essere studiate sono quelle che stava studiando lui nei suoi esperimenti. E mentre lo Shuttle atterrava, e su tutte le altre reti si commentava il momento storico del primo veicolo spaziale riutilizzabile, su Rai1 Zichichi parlava degli esperimenti per rompere il protone, facendo crollare l'audience ai livelli di Oggi a Parlamento.

Perché un piatto di spaghetti non esplode. Il dubbio di ognuno di noi all'ora di cena, e un Suo cavallo di battaglia per decenni, con il quale ha terrorizzato milioni di famiglie, instillando loro l'angoscia che l'amatriciana possa deflagrare facendo una strage. Appurato che non ha a che fare col condimento, e nemmeno con la cottura (se ti scappa un minuto sul fuoco pare che non si rischi niente), sembra che il problema si risolva comunque definitivamente usando la pasta corta. Da qui il boom di calamarata, rotelle e altre paste che fino a qualche anno fa erano considerate contro natura. Sembra che Al Quaeda stia sperimentando con le trenette nei campi di addestramento in Afghanistan.

Usare termini speciali per cose che hanno già un loro nome. Dopo il Supermondo e la colla nucleare e il relativo fuoco, ultimamente va molto di moda l'oceano globale per dire il mare.

Infilarci sempre dentro "colui che ha fatto il mondo" oppure "la logica delle cose", insomma, Dio.

Mettere il pronome "io" almeno una sessantina di volte, anche correndo il rischio di appesantire il discorso. Va bene anche da solo nella frase, tipo "Io." In alternativa, per evitare ripetizioni, su può usare l'espressione "Colui che scrive", che per il momento non coincide con Colui che ha fatto il mondo.

Far fare a Galileo qualcosa che non si è mai sognato di fare. Il nostro eroe idolatra talmente tanto il famoso pisano da affibbiargli scoperte che erano ben al di là della sua portata, tipo la scoperta della conservazione della quantità di moto, che ha schiaffato in un suo libro su Galileo (pardon, Galilei!) mentre questi all'epoca non aveva proprio la minima idea di cosa fosse la quantità di moto. Con tutto il rispetto, va bene che aveva inventato la scienza, ma non ha fatto tutto lui!

Aumentare a caso l'energia e il diametro di Eloisatron, il mega acceleratore del futuro che esiste solo nella testa di Zichichi. Un giorno ha un diametro di 300 chilometri, il giorno dopo di 700, e un'energia di 200 o 1000 TeV, secondo l'estro del momento (i valori vengono sorteggiati in genere assieme al numero di dimensioni dello spazio-tempo). Gli ultimi progetti lo prevedono posizionato di taglio nel centro di Trapani, tipo ruota del luna park, e visibile anche da Oslo quando non c'è foschia. Già che ci siamo, nel tunnel ci si farà anche l'aquafan più grande del mondo, orientato in modo da poter ricevere i neutrini che scappano dal Gran Sasso.

domenica 7 gennaio 2018

Ultime tendenze 2.0: i troll sulla teoria della relatività.

I troll sono personaggi del nuovo millennio, nati con il web e i social network.  Secondo il dizionario Treccani, un troll è, cito testualmente:  "Nel gergo della Rete, chi interviene all'interno di una comunità virtuale in modo provocatorio, offensivo o insensato, al solo scopo di disturbare le normali interazioni tra gli utenti." Questi personaggi, nelle discussioni in rete, pullulano.

I troll sono, in pratica, quelli che, se cerchi di parlare seriamente di un argomento, intervengono scrivendo: "e allora la Boldrini? Che ha il cognato del suocero che è disoccupato e prende 4000 euro di stipendio?". Quelli che se poi provi a spiegargli che è una bufala, nel tempo che impieghi a scrivere due righe loro ti postano una dozzina di link tratti da "noncelodiconomaèverissimo.org".

Comunque, che coi social network dovessero nascere prima o poi anche queste nuove tipologie di esseri umani, era quasi scontato. Anzi, questa gente esisteva già. Nelle discussioni, a memoria d'uomo, c'è sempre stato il rompicoglioni, il disturbatore, quello che interviene a sproposito, e il web ha fatto solo da cassa di risonanza alle loro scemenze. Come diceva Umberto Eco, una volta restavano confinati tra le pareti del bar, adesso sono diventati "world wide".

La cosa che però veramente stupisce sono gli argomenti su cui intervengono i nuovo troll. Perché anche il troll è in evoluzione.

L'antesignano del troll, quello del bar, interveniva su argomenti di sport o di politica, e anche i primi troll del web in genere parlavano di questi argomenti, o al limite di problemi di impatto sociale, tipo immigrazione, pensioni, governi, e leggi varie. Vabbè, ci sta. Non c'è niente di strano, perché tutto sommato sono argomenti coi quali conviviamo, e quindi non stupisce che ci sia anche gente che, senza capirne niente, senza aver mai letto un giornale ma avendo solo parlato con l'amico che ha sentito da un amico che ha un cugino..., sparli a casaccio tanto per fare confusione, perché non approva le tesi sostenute nella discussione.

Perché il punto importante è questo: il troll è uno che dice cose senza né capo né coda per disturbare la discussione, ma la motivazione che lo spinge a fare questo è l'essere in disaccordo con quello che si dice sull'argomento. Fare casino è il suo modio di dissentire.

Col tempo, però, i troll si sono cimentati anche con argomenti scientifici o pseudo tali. E li già la cosa si fa più seria, perché discutere di vaccini o anche solo di scie degli aerei implica comunque avere un minimo di competenze di chimica, di fisica, o di medicina, se non si vuole fare la figura del pirla totale. Se ad esempio non ti ricordi se è la milza che sta a sinistra e il fegato a destra o il contrario, dovresti avere un minimo di pudore a sciorinare dati epidemiologici sulla difterite che hai letto, se va bene, sull'inserto salute di Burda taglie forti (che è comunque certamente più autorevole delle fonti tipiche del troll in campo medico).

Però, a guardar bene, anche in questo caso gli argomenti in cui il troll si cimenta sono pur sempre di interesse comune. Sono argomenti che toccano tutti. I vaccini, le cure per il cancro, o per la sciatica, non sono problemi che riguardano solo gli specialisti, ma in qualche modo coinvolgono qualunque cittadino, direttamente o indirettamente, e anche una scia di aereo è qualcosa che, bene o male, tutti hanno visto. E quindi non stupisce più di tanto che in una discussione arrivi uno che si sente coinvolto dall'argomento e, pur confondendo virus con batteri, spari a caso sui vaccini. Se è convinto che i vaccini facciano male, e che ci sia un complotto delle cause farmaceutiche ai danni della popolazione, è un comportamento che tutto sommato ti aspetti.

La cosa invece veramente stupefacente è la nuova tendenza del web 2.0: il troll in fisica moderna. Cioè il troll su una materia non solo iperspecialistica, ma che tocca anche argomenti che sono lontani anni luce dall'interesse e dal vissuto comune. Trollare sulla teoria della relatività, sulla struttura dello spazio-tempo, sulla teoria delle stringhe, oppure - altro argomento che scatena gli imparati della rete - la meccanica quantistica, l'entranglement e le funzioni d'onda, è il nuovo must del web.

Tutta roba che fino a qualche anno fa era nota solo agli specialisti. Roba che era considerata dal grande pubblico qualcosa di incomprensibile se non eri un genio. Adesso invece, in gruppi Facebook su argomenti scientifici anche molto specialistici (ad esempio il gruppo "Meccanica quantistica - gruppo serio"), ti ritrovi un'invasione di troll che straparla su ogni argomento.

Che ti viene da chiederti: okay, capisco che uno si incazzi sui vaccini perché crede che facciano male, e quindi si metta a cercare notizie su siti a caso, pur senza capirci nulla, e riporti notizie inventate da incompetenti come se fossero vere. Se è la rabbia a muoverlo, se è convinto che sotto ci sia un complotto per farci star male, capisco che ci possa essere gente che sbavi rabbiosa su un argomento del genere.

Ma sulla teoria della relatività? Cosa spinge un essere umano che non sa nulla di fisica, che di mestiere fa tutt'altro, a incazzarsi come una pantera schiumando rabbia perché secondo lui la teoria della relatività è sbagliata? Cosa gli cambierebbe se le trasformazioni di Lorentz non fossero giuste? Che sconvolgimento avrebbe la sua vita se gli orologi non rallentassero in presenza di un campo gravitazionale, o se l'etere invece esistesse? E per quale motivo la potentissima lobby degli scienziati avrebbe ordito questo complotto?

Questa io la trovo una cosa incredibile. Una volta esisteva il timore reverenziale di fronte a libri pieni zeppi di formule dall'aspetto incomprensibile. Una volta (sbagliando) si diceva: "ah, è un genio, studia fisica!". Una volta a nessuno sarebbe fregato niente della somma delle velocità o della contrazione delle lunghezze. Te la immagini una cena fra amici con uno che salta su e dice: "ragazzi, basta parlare di figa, discutiamo invece dell'esperimento di Michelson-Morley!"

Adesso invece corri il rischio che se ti alzi su una sedia in pizzeria e gridi: "io sono contrario al redshift gravitazionale!" trovi qualche sostenitore in sala. Adesso ti ritrovi gente che non saprebbe scrivere la formula della velocità dato lo spazio percorso e il tempo impiegato, che ti discute tranquillamente di orizzonte degli eventi, di contrazione spazio-temporale, di entanglement fra elettroni, dicendo frasi assolutamente a caso, e accusandoti di essere schiavo del potere che impone la teoria della relatività o la meccanica quantistica. Adesso sui forum a tema scientifico basta che qualcuno metta un post che solo menzioni la velocità della luce e ti ritrovi subito gente che comincia a sbavare come il cane di Pavlov, perché secondo loro la storia che la velocità della luce è una costante non ha senso.

E poi quello che più di tutte eccita il troll di fisica è la parola "tempo".

Basta che uno menzioni il concetto di tempo e vengono fuori dalle prese adsl orde di troll, che citando Tesla si scatenano con le teorie più astruse, demenziali, e prive di qualunque costrutto, facendo mescoloni inenarrabili di ricordi delle scuole superiori e letture di Focus. Se in una discussione salta fuori lo spazio-tempo, col trattino, il troll del web lo devi sedare col Penthotal per tenerlo buono.

La domanda di tendenza di questo autunno-inverno è se esiste il tempo, e la conclusione molto trendy, da abbinare alla vibrazione universale, è che il tempo non esiste. Senza nemmeno chiedersi se la domanda stessa abbia un significato scientifico (non ce l'ha!) e senza chiedersi innanzitutto cosa significhi, dal punto di vista scientifico, dire che una cosa "esiste", si scatenano discussioni incredibili su questo argomento.

Non so, forse sono ritardatari di natura, o sono dello staff di Trenitalia, e stanno cercando di trovare una giustificazione nella scienza a questo loro difetto congenito. Sta di fatto che, per il troll del web, dimostrare che il tempo non esiste è al momento un sogno ancor più che una notte di sesso con una pornostar.  La colpa, bisogna dirlo, è anche di Carlo Rovelli - che dio lo fulmini - che con la sua smania di flirtare con la filosofia de noantri scrive libri che la gente poi legge e crede di capire a fondo, sentendosi quindi  autorizzata a sparare cazzate a gogò.



E' incredibile, vero? Dalle litigate sui rigori non concessi si è passato alle discussioni incazzose sui vaccini, fino a insultarsi sul concetto di tempo! Ditemi poi se il web non ha cambiato il mondo! E' una cosa che nemmeno ai più geniali scrittori di fantascienza sarebbe mai venuta in mente.