giovedì 25 giugno 2020

Il mondo nell'anno 2000

Tra il 1899 e il 1910, l'illustratore francese Villemard realizzo una serie di disegni in cui immaginava la tecnologia che avrebbe caratterizzato il mondo nell'anno 2000. Il futuro, da Villemard, è immaginato popolato da macchine volanti di vario tipo, tecnologie per muoversi nei cieli e esplorare i fondali marini, strumenti per automatizzare attività come cucire vestiti, pulire il pavimento, cucinare o coltivare i campi.  Le opere sono descritte e mostrate qui.



Le tecnologie immaginate dall'artista francese sono un tripudio di leve, ingranaggi, ali meccaniche e pulegge. Nel suo immaginato anno 2000 manca però un aspetto che invece è cruciale ai nostri giorni: la comunicazione. Ad esempio fa sorridere la sua previsione di posta veloce, rappresentata da un postino su macchina alata che consegna la lettera a una signora che si sporge dal balcone. Qualcosa che neanche lontanamente può competere con l'e-mail e internet di oggi!



L'artista di fine 800, infatti, ha estrapolato all'eccesso le tecnologie note all'epoca, immaginando macchine complesse, leve, ingranaggi, strumenti automatizzati e macchine volanti. Tuttavia non è stato capace di immaginare le tecnologie radicalmente nuove, quelle che realmente avrebbero sconvolto il mondo e caratterizzato l'epoca attuale, per un motivo molto semplice: all'epoca la scienza alla base di quelle tecnologie era ancora allo stato embrionale o pressoché sconosciuta. Certo, si conoscevano le leggi dell'elettromagnetismo, ma le sue ricadute pratiche erano ancora in una fase embrionale, e la prima comunicazione radio avveniva solo in quegli anni.


Tutto questo ci insegna, o meglio ci ricorda, un aspetto importante della scienza: è estremamente difficile prevedere quali saranno le ricadute pratiche di una scoperta scientifica. Questo è quasi sempre vero quando la scoperta scientifica riguarda il comportamento o la descrizione dei fenomeni naturali, ma è spesso vero anche per innovazioni tecnologiche. Basti pensare, in questo secondo caso, al web, quel www inventato per offrire ai fisici delle particelle uno strumento per condividere in tempo reali i loro risultati scientifici, e solo in seguito diventato ciò che sappiamo.

Quindi è molto ingenuo ma anche molto miope pensare di poter decidere a priori quali saranno le linee di ricerca che si riveleranno utili dal punto di vista pratico, e magari immaginare di saper scegliere, fra le linee di ricerca diverse, quelle da perseguire, e scartare quelle giudicate inutili. Senza dimenticare poi che il progresso nella conoscenza scientifica necessita di contributi che provengono da molte discipline diverse. La ricerca sul cancro, ad esempio, beneficia non solo di conoscenze in campo strettamente medico, ma anche dei progressi nelle nuove tecnologie e nell'informatica.

Immaginiamo infatti un mecenate del 700, che avesse dovuto decidere quali ricerche finanziare per velocizzare le comunicazioni fra le città dell'epoca. Forse avrebbe deciso di incentivare la selezione di cavalli più resistenti e veloci, o la progettazione di ruote e ammortizzatori più affidabili, ma dubito che, pur nella sua lungimiranza, avrebbe intuito che l'embrione della soluzione definitiva al suo problema stava negli studi che un certo Galvani faceva sulle rane: l'elettricità.

D'altra parte, se a qualcuno non fosse venuto in mente di costruire lo strumento "per vedere le cose minime", come lo chiamava Galilei, quello che poi divenne il microscopio, ancora staremmo a crepare di peste.