martedì 30 maggio 2017

Morire a causa di una fede: l'omeopatia

E' notizia di questi giorni di un bambino di 7 anni morto per un'otite, che dopo 15 giorni di febbre alta si era trasformata in encefalite, portandolo al coma. L'otite di origine batterica è curabile facilmente con gli antibiotici, ma in questo caso era stata trattata unicamente con prodotti omeopatici, secondo le prescrizioni di un medico omeopata.

Si dice spesso: "perché prendersela così tanto con l'omeopatia? Al massimo non fa niente, ma di certo non può fare male!" Questo fatto ci dimostra quanto sia sbagliata questa convinzione.

Ma a parte questo viene da chiedersi: come è possibile che si sia arrivati a far morire un bambino per un'otite? Come è possibile che né l'omeopata né i genitori si siano resi conto della gravità della situazione e non siano corsi al pronto soccorso dopo tanti giorni di febbre e pus, lasciando invece degenerare una banale otite fino a una situazione così disperata e irrecuperabile? Come è possibile che siano rimasti irremovibili nell'usare i prodotti omeopatici fino alla fine? (fonte e fonte).

Risposta: perché l'omeopatia è un atto di fede, nel quale il raziocinio è messo in soffitta. Affidarsi all'omeopatia presume un irrazionale atto di fede. E quando si agisce non seguendo la ragione ma la fede, queste cose sono possibili.


Diciamo innanzitutto le cose come stanno: nei prodotti omeopatici non c'è nulla, e quindi non possono servire a curare nulla. Sono al massimo un placebo. Ma il placebo funziona se non sai di assumere qualcosa dove non c'è nulla. Funziona solo se credi di assumere un prodotto che ti curerà in modo efficace. Quindi nel momento in cui sai che dentro il prodotto omeopatico non c'è nulla, e chi usa l'omeopatia con convinzione lo sa bene, stai facendo un atto di fede, totalmente al di fuori della logica e del raziocinio.

E non tiriamo fuori la storia della memoria dell'acqua per spiegare come dovrebbe funzionare l'omeopatia, perché è stata sbugiardata da svariati e accurati studi scientifici. E poi non si capisce perché le molecole d'acqua dovrebbero ricordarsi del prodotto omeopatico e non delle innumerevoli schifezze di ogni tipo con cui sono venute a contatto nella loro storia, dai coliformi fecali alle sostanze tossiche di ogni tipo. Se questa cosa fosse vera, bersi un bicchiere d'acqua dovrebbe essere allo stesso tempo sia una cura contro tutto, che un potentissimo veleno.

E comunque nei prodotti omeopatici non c'è nemmeno quell'acqua che dovrebbe avere il ricordo del principio curante (che poi se volessimo parlare di come dovrebbe funzionare il principio curante si aprirebbe un altro nulla scientifico). L'acqua, così diluita da non contenere più molecole del principio attivo, viene infatti spruzzata su una pasticchetta di zucchero dalla quale evapora, e quindi resta solo la pasticchetta di zucchero. Un famosissimo prodotto omeopatico cita sulla confezione: "Pasticche da 1 mg. Contenuto: saccarosio 1 mg". Più chiaro di così! Quindi eventualmente nella pasticca di zucchero, non essendoci più nemmeno l'acqua, dovrebbe permanere solo la memoria, senza il suo supporto fisico. Ma di cosa stiamo parlando?! E poi ditemi se questa non è pura fede!

E non mi venite a dire nemmeno che "non possiamo sapere.... ci sono tante cose che non conosciamo... il corpo umano è misterioso..." e tutta la sequenza di scemenze che si ripetono a pappagallo in queste occasioni per giustificare qualcosa che all'occhio della ragione e dei test scientifici è completamente privo di senso. Oppure, la preferita degli omeopati: una volta si pensava che la terra fosse al centro dell'universo, e poi si è scoperto che non è vero, quindi un giorno si scoprirà che anche l'omopatia..."

L'omeopatia, infatti, nasce alla fine del 1700, quando non si conoscevano né cellule né tanto meno la genetica. Il sistema immunitario era un termine sconosciuto, non si conoscevano i virus e nemmeno i batteri, e la fisiologia e le funzionalità del corpo umano era ancora oscure. Era un'epoca in cui la medicina era una pratica quasi stregonesca, che credeva ad esempio che toglierti litri di sangue tramite vermi schifosi messi sulla pelle potesse allontanare il male dal corpo. E' chiaro che in queste condizioni non fare niente (l'omeopatia) poteva essere a volte molto meglio che fare qualcosa!

Nel frattempo il mondo, grazie alla ricerca scientifica, ha imparato a curare malattie che all'epoca ti portavano alla tomba in poco tempo. Ha scoperto i vaccini, la penicillina e gli antibiotici, ha scoperto molecole e principi attivi adatti a curare malattie gravi, e ha sviluppato tecniche chirurgiche straordinarie. Durante questo incredibile periodo di progresso,  l'omeopatia non è cambiata di una virgola. Dal 1700 a oggi, è rimasta immutata, restando a guardare il resto della medicina evolversi al passo con le nuove conoscenze. E tutt'ora, nel 2017, c'è chi preferisce credere in una pratica della fine del 1700 invece che alle scoperte che hanno reso le banali infezioni non più mortali. E' come se preferissero volare con le macchine di Leonardo invece che con un moderno jet.

L'omeopatia, tanto per dirne una, afferma che i prodotti omeopatici vanno scossi per diventare efficaci. E il motivo è che il suo inventore, Samuel Hahnemann, era convinto che l'effetto dei suoi preparati fosse amplificato dallo sballottamento della carrozza che usava per andare a casa dei malati (mentre al limite, a essere buoni, era semplicemente l'effetto placebo di un medico che ti viene a casa, che ti ispira più fiducia che se devi andare da lui di persona). Per questo aveva dedotto che era importante scuotere i preparati, e dalla via che bisognava scuoterli, aveva concluso che l'ideale era farlo su una Bibbia. Chi crede all'omeopatia crede a questo, allora come oggi. Questo è il livello di scientificità dell'omeopatia.

Oggi forse, in un sussulto di laicità, la Boiron e le altre aziende produttrici di prodotti omeopatici hanno tolto le Bibbie dalla catena di preparazione, chissà!

Quindi, tornando alla nostra storia, perché è potuta accadere? Perché quando si crede all'omeopatia implicitamente si butta la ragione nel cesso, e si abbraccia una pratica completamente fideistica. E gli estremi, in fatto di fede, portano a non saper vedere i fatti per quelli che sono nemmeno quando sono lampanti. La cronaca, a riprova di ciò, ci racconta che dal suo profilo social appare che il padre del bambino vittima di questa follia era il classico complottista "all inclusive", che è contro big-pharma, contro i poteri forti, e contro il solito set completo di convinzioni che va dalle scie chimiche alla chemioterapia che uccide. Tutto il pacchetto del credente, insomma.

I sostenitori dell'omeopatia si sono subito affrettati a dire che è stato sbagliato usare l'omeopatia per un'otite, e che l'omeopatia è efficace in certi casi, ma non nel caso di un'otite batterica. Dimenticandosi però che fino a ieri scrivevano questo.  Bisogna essere chiari: l'omeopatia non serve a nulla perché dentro non c'è nulla! La chimica e la fisica non sono opinioni, e su questo non c'è proprio margine di discussione! L'omeopatia non ha mai dimostrato di fuzionare più di un placebo (fonte). Affermare che può servire in alcuni casi è già un atto di fede che, se detto da un medico, ovvero da uno che si professa uomo di scienza, fa rabbrividire!

E diciamola tutta anche  sulle dichiarazioni di certi medici (molti!), quando affermano che l'omeopatia può essere utile in certi casi, ma non nelle situazioni gravi. L'omeopatia è una presa in giro! Chi vende pasticche di zucchero facendole pagare come se fosse platino, sta innanzitutto prendendo in giro la gente! Che certi medici per primi siano indirettamente complici di questo raggiro io lo trovo scandaloso.

Per non parlare di quelli che consigliano prodotti omeopatici e poi - nel caso il problema persista - passano ai farmaci allopatici. Questo è lo stesso atteggiamento di quando si va al santuario a pregare il santo perché ti faccia passare la cervicale o perché tuo figlio passi l'esame. Se funziona, è merito del santo che ha fatto la grazia. Se invece non funziona, eh... mica si può pretendere tutto dai santi!

Con l'omeopatia è uguale, agli omeopati piace vincere facile. Prima si prova con qualcosa che non fa niente. Se con lo zuccherino ti passa l'otite, è merito dello zuccherino, anche se dentro non c'è niente. Se invece non funziona e devi prendere l'antibiotico, beh... l'omeopatia non può mica fare miracoli! Non può certo fare miracoli, ma la fede cieca e ottusa in qualcosa che non esiste può produrre anche tragedie come questa.

E infine permettetemi una piccola apparente divagazione: ho parlato di recente di una lettera, firmata da 156 medici, scettici o apertamente contrari alla vaccinazione di massa. Una semplice ricerca in rete mostra che di questi 156, ben 140 sono omeopati, o supportano apertamente l'omeopatia. Più del 90%. In italia i medici omeopati sono meno del 2% del totale. Vuol dire che scegliendo 156 medici a caso dovrei trovarne circa 3 che sono omeopati. Nel gruppo che è contro i vaccini invece ne ho trovati 140. Allora, ricapitolando: credono all'omeopatia e sono anche contro i vaccini... proviamo a fare 2 + 2...

venerdì 26 maggio 2017

Errori marchiani della non applicazione del metodo scientifico

E la cosa grave è quando vengono spacciati per autentici risultati scientifici!


Durante la tesi di laurea, dovevo fare delle misure sul comportamento di un rivelatore di particelle al variare della tensione di lavoro sull'anodo. Personalmente ero convinto che, all'aumentare della tensione, un certo parametro relativo alle caratteristiche dell'impulso elettrico che veniva prodotto dal rivelatore al passaggio delle particelle, sarebbe aumentato di valore. L'intuito  mi diceva così, e la cosa mi sembrava molto ragionevole.

Per fare questo test avevo a disposizione dei moduli di elettronica, che ricevevano i segnali dal rivelatore, e un computer (un Apple II, un gioiello all'epoca) che era usato per acquisire i dati e scriverli su un dischetto. Mentre il programma acquisiva i dati, li mostrava anche uno dopo l'altro sullo schermo, in una colonna interminabile di numeri.

Faccio quindi partire l'acquisizione dei dati, e nel frattempo comincio a guardare i valori mentre scorrono sullo schermo, per vedere se combaciavano con le mie aspettative di avere un valore medio più grande rispetto a quello ottenuto con il valore di tensione precedente. E guardando quei numeri noto subito, con soddisfazione, che in effetti erano proprio così, maggiori dei precedenti, come l'intuito mi aveva detto. Ogni tanto qualcuno era più piccolo, ovviamente, ma "mediamente" i valori erano chiaramente superiori ai precedenti.

Perfetto, mi dissi! I risultati tornano con quello che avevo previsto! Una grande soddisfazione per uno scienziato, figuriamoci per un laureando!

Quando il programma finì di raccogliere tutti i dati, il programma calcolò il valore medio tanto atteso, e me lo stampò sullo schermo. Valore che avrebbe messo finalmente nero su bianco le mie previsioni, cosa di cui peraltro ormai non dubitavo, avendolo già costatato online guardando quella lista di numeri.

E invece, incredibilmente, il nuovo valore medio non solo non era significativamente più grande del precedente, come mi era sembrato che fosse, ma era praticamente uguale al precedente, e anzi, a fare i pignoli era perfino più piccolo!

Come era stato possibile? Lo avevo visto con i miei occhi che i nuovi numeri erano "mediamente" maggiori dei precedenti. Come potevo aver preso un simile abbaglio?

Ero stato vittima del "confirmation bias", il "bias di conferma", una bestia nera dell'analisi dei dati, contro la quale qualunque ricercatore serio deve cautelarsi. In pratica, essendo anche gli scienziati esseri umani, e avendo anche essi i loro pregiudizi sul tipo di risultato da aspettarsi, è facile cadere vittime delle proprie convinzioni, e dare maggiore importanza a quei dati che le supportano, e allo stesso tempo mettere in secondo piano quei dati che invece le contraddicono. Tutto questo, è bene sottolinearlo, avviene in perfetta buona fede. Altrimenti si chiama frode, ma quella è un'altra storia.

Wikipedia ne da un'ottima definizione: 

"È un processo mentale che consiste nel ricercare, selezionare e interpretare informazioni in modo da porre maggiore attenzione, e quindi attribuire maggiore credibilità, a quelle che confermano le proprie convinzioni o ipotesi, e viceversa, ignorare o sminuire informazioni che le contraddicono. Il fenomeno è più marcato nel contesto di argomenti che suscitano forti emozioni o che vanno a toccare credenze profondamente radicate."

Richard Feynman, che di scienza se ne intendeva, diceva: "La prima regola e che non ti devi far ingannare. E tu sei quello più facile a farsi ingannare".

Nel mio caso, convinto che aumentare la tensione avrebbe aumentato il valore medio di quella particolare grandezza, guardando scorrere le misure avevo dato inconsapevolmente maggiore rilievo a quei valori che risultavano mediamente più grandi, e contemporaneamente avevo catalogato come meno frequenti i casi in cui invece erano più piccoli. Il risultato era stato un grosso abbaglio. Il calcolo matematico del valor medio, che certamente non risentiva dei miei pregiudizi, lo aveva mostrato in modo impietoso.




Questo effetto è ben noto, e i ricercatori seri ne sono consapevoli, e qualunque analisi che ambisce ad essere scientifica deve cautelarsi da questo rischio. Esistono diverse possibili contromisure, come ad esempio stabilire a priori quali devono essere i criteri che rendono valida o meno una certa ipotesi prima di raccogliere i dati. Altrimenti si rischia di selezionare e interpretare i dati a proprio uso e consumo, usando solo le informazioni che ci fanno comodo, e arrivando quindi a trarre conclusioni sbagliate, anche se magari in modo del tutto inconsapevole.

Io all'epoca ero un laureando, e quell'episodio mi è stato molto istruttivo.

Adesso vi racconto di altri due casi in cui il confirmation bias ha teso dei bei trappoloni. Il primo è un fatto un po' ingenuo e per certi versi fa quasi sorridere, mentre nel secondo caso c'è proprio da incazzarsi per la colossale superficialità e incompetenza scientifica che ci sta sotto, soprattutto perché il risultato ci viene venduto dagli autori come uno studio scientifico.

Il primo caso riguarda il reparto maternità dell'ospedale dove nacque mia figlia. Ricordo che, poco prima del parto, alcune infermiere mi dissero le testuali parole: "questa sera è tranquilla, ma doveva vedere domenica scorsa che cambiava la luna, non ci stavamo dietro con le nascite!".

E' infatti convinzione comune che la luna influenzi la data del parto, e in questo caso verrebbe da dire che deve essere proprio vero, perché chi meglio del personale del reparto maternità può confermare o smentire una cosa del genere? Se lo dicono loro, che sono quelli che fanno partorire, è sicuramente vero!

E invece non è vero. La convinzione che la fase lunare influenzi il momento del parto è, numeri alla mano, completamente falsa, come ampiamente dimostrato ad esempio qui, qui, qui e in innumerevoli altri studi statistici. Come per il mio valor medio, lo studio statistico di date di nascita scelte a caso mostra impietosamente che non c'è alcuna correlazione con la fase lunare. E' una convinzione diffusa, ma assolutamente non suffragata dai fatti. La fase della luna con la data del parto non c'entra proprio niente. Fine della discussione.

E allora come è possibile che proprio al reparto maternità si siano sbagliati su una cosa che, verrebbe da dire, dovrebbero conoscere meglio di tutti gli altri?

Per colpa del bias di conferma, lo stesso che mi aveva tratto in inganno da laureando.

Verosimilmente sarà successo qualcosa di simile: nei giorni con la luna giusta e con - casualmente - più nascite del solito, essendo già a conoscenza di questa presunta correlazione, alla maternità avranno pensato: "Vedi? E' l'effetto della luna!". E questo avrà rafforzato la loro convinzione. Poi ci sarà stato quel giorno in cui la luna era quella giusta ma i parti erano, sempre casualmente, meno del solito. Tuttavia, a causa dei loro pregiudizi, avranno detto "evabbè! Mica succede sempre sempre! Pero' ti ricordi invece l'altra volta?" Oppure avranno valutato quel numero scarso di nascite non proprio così scarso, come io avevo fatto con la frequenza dei valori inferiori alla media. Il risultato globale è la convinzione di avere realmente osservato un fenomeno che, alla luce dei fatti, non è avvenuto.

Questo è il caso che tutto sommato fa sorridere.

Il prossimo caso invece è quello che fa incazzare.

La storia è tratta da questo articolo. Un gruppo di 100 medici (di cui uno è stato appena radiato dall'ordine) critici verso le vaccinazioni afferma che:
"Ci siamo infatti accorti che, dopo un’osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani".

Nessuno straccio di dettaglio su qualcosa che invece avrebbe il dovere di essere ben documentato.  Che tra l'altro uno studio serio fatto sui pazienti di 99 medici e mezzo avrebbe anche un bel po' di dati!

Come si valuta che una categoria è "globalmente più sana?". Quale criterio è stato utilizzato? E' essenziale specificarlo, e soprattutto: è stato stabilito in anticipo, prima di fare lo studio? Perché se lo stabilisci dopo, decidendo in base a quello che hai osservato, quella non è scienza!

E invece nulla di tutto ciò viene detto. Avranno contato il numero di raffreddori? Delle faringiti? Delle otiti? Dei focolai broncopolmonari? E un focolaio quante otiti vale? E faringite e laringite valgono uguali? E quanti giorni di moccolo al naso compensano la varicella attaccata a tutta la famiglia?

Cosa vuol dire che hanno "valutato", senza specificare un criterio preciso, senza scriverlo nero su bianco? E infatti nell'articolo non è menzionato alcun criterio se non la loro generica "osservazione" dei pazienti (e dubito che esista una pubblicazione peer review dove trovarlo!).

Anche alla maternità avevano "valutato", anche io avevo "valutato", ma senza un criteri preciso, senza decidere quanti parti avrebbero rappresentato un eccesso significativo, e soprattutto senza trascrivere alcun dato. Avevano valutato come hanno valutato questi 100 medici, che ovviamente non hanno pubblicato nulla in proposito, né esiste una pubblicazione fatta da chiunque altro, che certifichi una cosa del genere.

E il motivo per cui nessuna rivista peer review accetterebbe mai un articolo di 100 antivaccinisti che affermano che "ci siamo accorti che i bambini non vaccinati appaiono indubbiamente più sani" è ovvio. E' il bias di conferma scritto a parole, che più chiaro non si può! E' lo stesso motivo per cui nessuna rivista scientifica accetterebbe mai un articolo di sciachimisti che, guardando il cielo, hanno "valutato" che è diverso da quello di 30 anni fa. Non c'è veramente nessuna differenza.

E poi permettetemi, cari 100 medici, quell'indubbiamente senza uno straccio di motivazione, è un termine così fuori dalla terminologia scientifica che, - scusatemi - ma è veramente ridicolo! Anche per me che non sono un medico! Se fosse così indubbio - che cavolo! - mettete i numeri nero su bianco, come farebbe qualunque medico serio, e pubblicateli su una rivista medica seria, e questo, tra le altre cose, vi farebbe vincere a mani basse sui vari Burioni. Ma come, avete per le mani un risultato del genere, e invece di pubblicarlo nero su bianco per farlo vedere al mondo, ve la cavate con un indubbiamente? Non sarà per caso che questi numeri sono solo nella vostra testa?



domenica 21 maggio 2017

L'obbligo per le vaccinazioni è un evento di cui gioire?

L'importanza delle vaccinazioni è sacrosanta. Non è l'incipit di chi sta poi per affermare il contrario, tipo "io non sono razzista ma...". Lo penso realmente, senza se e senza ma. Mia figlia le vaccinazioni le ha fatte tutte, comprese le facoltative, e io non ho mai avuto dubbi in proposito.

Allo stesso tempo le motivazioni degli antivaccinisti irriducibili sono risibili, e trasudano incompetenza e tutta la supponenza di chi spesso non ha nemmeno capito a cosa servono le vaccinazioni (ad esempio quando dicono che non essendoci un'epidemia in corso, perché tutta questa insistenza?)

Ma gli antivax di questo tipo, quelli che credono a Gava e Montanari, quelli che è tutto un businnes delle multinazionali, quelli che il vaccino causa l'autismo, quelli che non è merito dei vaccini ma è perché ci laviamo più spesso le mani, quelli che mio figlio a 3 mesi ha smesso di dormire per colpa del vaccino (dimenticando che da che mondo è mondo la principale attività dei bambini piccoli è quella di scassare la minchia di notte) quelli non li convincerai mai. Nessuna corretta informazione potrà mai nulla nei confronti delle loro granitiche certezze.   Sono come gli sciachimisti, che hanno tirato giù la saracinesca della ragione da un bel pezzo, e non ci puoi fare più niente.



Poi però c'è anche quella popolazione intermedia che non ha particolari pregiudizi, ma ha sentito che... ha letto che... hanno un'amica che... Quei genitori che sono in perfetta buona fede, e che vorrebbero essere innanzitutto rassicurati sul fatto che vaccinare i loro figli è immensamente meglio che non farlo. Quelli che basterebbe tutto sommato poco, una chiacchierata serena col pediatra senza che questo guardi continuamente l'orologio, che gli spiegasse che la storia che una volta si prendeva il morbillo e non si facevano tutte queste tragedie è, numeri alla mano, una sonora idiozia.

Con quelli sì che ci puoi parlare, anzi ci devi parlare! E' soprattutto a loro che si deve indirizzare la corretta informazione dei medici e degli esperti. Senza irriderli, senza dar loro dei cretini, ma innanzitutto mostrando comprensione per i loro dubbi, peraltro legittimi in quanto genitori. La comprensione de loro dubbi è un ingrediente essenziale affinché essi possano recepire il messaggio e convincersi dell'importanza della scelta. Senza empatia con il medico, un genitore preoccupato e dubbioso, anche se a torto, non si convincerà mai che vaccinare il proprio figlio è importante.

Da domani tutti quanti, sia gli antivax duri e puri che quest'altra categoria molto più vasta di genitori, sarà obbligata  a vaccinare i propri figli. Il rischio nel trasgredire è quello di incorrere in pene severe, fino ad essere privati della patria potestà.

Di per sé non ci trovo nulla di strano che per accedere alla scuola materna o elementare si debba essere vaccinati. Mia figlia qualche estate fa ha frequentato un campo estivo in Francia, e per accedervi abbiamo dovuto presentare il libretto delle vaccinazioni in regola, morbillo compreso. Quindi, sebbene in Francia le vaccinazioni non siano tutte obbligatorie, di fatto lo sono. So di una famiglia che non aveva vaccinato i propri figli che, dovendosi trasferire in Belgio per motivi di lavoro, si è sentita dire: "o li vaccini oppure da noi non possono venire".

Molti hanno quindi esultato per il decreto legge che obbliga tutti quanti a vaccinare i propri figli, perché finalmente renderà ininfluenti le tesi strampalate degli antivax.

Secondo me invece non c'è proprio niente di cui gioire e essere soddisfatti. 

E vi prego di leggere fino in fondo perché la penso così, prima di partire come un cane di Pavlov a ringhiare contro l'ennesimo che sputa contro i vaccini, dato che non è proprio il mio caso.

Non credo che l'obbligo sia un successo di cui gioire, nonostante la sacrosanta importanza delle vaccinazioni, sostanzialmente per due motivi.

Il primo è che servirà a inasprire le posizioni e allontanarle ancora di più, e convincerà una certa parte degli indecisi in buona fede di essere vittima di un sopruso, di un'imposizione. Diranno: "ma come, io cercavo qualcuno che capisse i miei dubbi e invece mi impongono di vaccinare mio figlio zitto e muto, e se non lo faccio sono dolori!".

Si potrebbe dire che vabbe'..., ma alla fine chi se ne frega? Vaccinare è giusto e saggio, e quindi la decisione di obbligare porterà comunque un vantaggio per la società, anche se certi lo vivranno come un sopruso o un'imposizione fastidiosa.

E questo invece, secondo me, non è vero.

E quindi veniamo al secondo motivo per cui questo obbligo nato così  da un giorno all'altro, secondo me può essere utile a breve termine, perché aumenterà certamente il numero dei vaccinati (ammesso che le Usl del Belpaese siano in grado di fronteggiare le nuove disposizioni da qui a settembre, inizio dell'anno scolastico) ma rischia di essere molto controproducente a lungo termine.

Il motivo è un ulteriore contributo verso la perdita di fiducia nelle istituzioni, e nella fattispecie degli organismi preposti alla sanità pubblica.

La fiducia nelle istituzioni è un ingrediente fondamentale perché i cittadini accettino decisioni sulle quali non hanno le competenze. Non è sufficiente, perché ci sarà sempre qualcuno a inventarsi le sue strampalate teorie alternative, ma è assolutamente necessario.

Dalle politiche energetiche a quelle economiche, alle scelte in materia di sanità pubblica, la fiducia nelle istituzioni è tutto. Per delegare qualcuno a prendere decisioni per te su argomenti in cui non sei competente, in questo qualcuno devi avere fiducia. E se la decisione riguarda la salute dei tuoi figli, in questo qualcuno devi avere una fiducia estrema!

Se in Italia non si riesce a far passare un tubo del gas, un binario di treno o un'autostrada senza scatenare mastodontiche manifestazioni di protesta è perché la fiducia nelle istituzioni è al minimo. Se si protesta contro qualunque tipo di realizzazione di impianti per produrre energia o per smaltire rifiuti, è perché decenni di malapolitica e di decisioni scriteriate, di interventi spacciati per necessari ma nella realtà assolutamente inutili e poi dismessi (parliamo dei capolavori di Italia 90, del Ponte sullo Stretto o degli impianti di Tor Vergata, tanto per stare sul concreto) ci hanno insegnato, goccia dopo goccia, a diffidare di tutto quello che è istituzionale.

E questa nuova legge, sebbene giusta nel merito, e per certi versi necessaria, rischia di allinearsi sullo stesso filone: contribuire alla sfiducia nelle istituzioni. Perché se tutti gli scettici e gli indecisi alla fine vaccineranno i loro figli, pur tra i mugugni e le preoccupazioni, di sicuro faticheranno a recepire l'importanza della scelta, se questa viene innanzitutto imposta.  Perché una legge che ti dice che se non vaccini i tuoi figli te li potrebbero anche togliere, tu che sei comunque un genitore in buona fede che non ha nulla a che spartire coi deliri degli antivax, se hai dei dubbi non ti aiuta a capire. Aiuta semmai a trasformarti da dubbioso a incazzato.
 
Per non parlare poi del disastro che potrebbe accadere se dovesse verificarsi un effettivo caso di danno da vaccino, cosa che comunque può succedere. Quel singolo caso diventerà l'emblema di un'imposizione violenta dello Stato, perché quello sarà un morto vero, che all'occhio dell'opinione pubblica renderà irrilevanti le migliaia di vite senza volto salvate fuori dai clamori.

E quindi si rischia di allevare una popolazione di italiani sempre più scettica nei confronti non solo dei vaccini, ma soprattutto - e questa è la cosa più grave - nei confronti delle scelte dello Stato. Anche quando, come in questo caso, quelle scelte nel merito sono assolutamente giuste.

Quindi, se si vuole rendere realmente efficace questa legge, mi auguro che questo decreto sia accompagnato da una capillare informazione alle famiglie. Ma non un'informazione con gli spot del ministero, impersonale e uguale per tutti, ma fatta viso a viso, personalmente, negli uffici della Usl, negli ambulatori pediatrici, dove chi è competente perda tempo (che poi è tutt'altro che tempo perso) a calarsi nella testa del genitore preoccupato e dubbioso e, senza tagliare corto e dargli dell'incompetente, spieghi perché certe convinzioni diffuse sono totalmente errate. Non convincerà certo i fanatici antivax, ma quelli alla fine sono rumorosi ma sono anche pochi. Ma sarà fondamentale verso tutti quei genitori che hanno dubbi ma sono comunque persone ragionevoli, perché aiuterà loro ad avere fiducia.

PS: alcuni fanno il paragone con le cinture di sicurezza, imposte per legge, o col divieto di fumare nei locali pubblici. Il paragone non regge, perché chi è dubbioso sui vaccini e contesta la legge lo è perché crede che i vaccini possano costituire un rischio per la vita dei sui figli. Le cinture e il non fumare nei ristoranti non suscitavano questi timori ma anzi, tutti erano comunque consapevoli del fatto che avrebbero costituito una tutela per la salute.

giovedì 18 maggio 2017

Lo scoop epocale sui vaccini del Fatto Quotidiano.

Io non capisco il Fatto Quotidiano, che in base a una sua personalissima idea di pluralismo dell'informazione ospita abitualmente, su argomenti specifici, contributi rispettabilissimi contemporaneamente a articoli che definire spazzatura è un complimento.

A questa seconda categoria appartiene lo scoop, datato 28 novembre 2014, ma che ogni tanto viene riesumato sui social, che il Fatto Quotidiano pubblicò qui: il documento riservato Glaxo (datato dicembre 2011) che, secondo il titolo dell'articolo, citerebbe in modo inequivocabile l'autismo fra gli effetti del vaccino esavalente. Come a dire: "vedete? ci sono le prove che il vaccino esavalente provochi l'autismo. Però ce lo tengono nascosto, e infatti il documento era riservato, cioè segreto, ma noi del Fatto Quotidiano lo abbiamo trovato!". "Abbiamo avuto modo di analizzarlo", scrivono, come se fosse stato un colpaccio da Premio Pulitzer.



Il documento in questione è talmente riservato che si trova tranquillamente sul sito www.informasalus.it - l'indipendenza del sapere, uno degli ennemila siti web che sputano a tutto spiano sopra i vaccini, elogiando al contempo le incredibili proprietà taumaturgiche dell'omeopatia, e già che ci sono dispensano consigli imperdibili su come vivere di più.

E' talmente segreto che basta digitare su Google alcune parole chiave, tipo "secret vaccine document autism" e viene fuori una lista lunga come la Divina Commedia di link contenenti il famigerato documento.

E' talmente riservato che se parli con uno che è accanito contro i vaccini, prima o poi, durante la discussione, ti menziona questo segretissimo documento con l'espressione come a dire: "non te l'aspettavi eh? E adesso voglio vedere cosa mi rispondi!"

E' talmente segreto che io lo conoscevo già da un pezzo, pur senza essere nel libro paga di Big Pharma. "Avevo avuto modo di analizzarlo", per usare le parole del Fatto.

Ma vediamolo questo documento supersegreto. Si tratta di un malloppone di 1200 e passa pagine sul vaccino esavalente antidifterite-tenano-pertosse-epatite B-polimelite-Hemofilus influentiae B.

Nel documento c'è una lunga lista di "reazioni avverse" al vaccino. E' un documento che le case farmaceutiche devono inviare periodicamente alle autorità di controllo, come spiega Salvo di Grazia, alias Medbunker, nel suo blog medico qui. Ed è proprio la definizione di reazioni avverse che è cruciale, e che al Fatto Quotidiano, tutti presi dall'importanza dello scoop, devono aver trascurato. 


Questo report elenca infatti tutti gli eventi avversi di qualunque tipo segnalati durante il periodo analizzato, e successivi al vaccino. Sottolineato: eventi di qualunque tipo. "Se una persona segnala un dolore alla spalla dopo la vaccinazione" - spiega Salvo di Grazia - "la casa farmaceutica dovrà a sua volta segnalarlo alle istituzioni. Saranno queste ad approfondire.".  Reazioni avverse vuol dire quindi che tutto quello che viene notato nei giorni successivi alla somministrazione del vaccino viene riportato sul documento, a scopo precauzionale.  Questo - ed è l'aspetto cruciale - non significa affatto che ci sia una relazione di causa-effetto col vaccino.

Ed è vero che ci sono segnalati alcuni casi di autismo. Ma sono segnalati anche svariati casi di fratture, escoriazioni, cadute, strabismo, avvelenamenti di vario tipo, tra cui anche da monossido di carbonio, e perfino la formazione di un tappo di cerume all'orecchio.

Eppure nessuno si lamenta che il vaccino faccia lasciare le stufette accese col tiro otturato causando avvelenamenti da monossido di carbonio, o procuri fratture all'omero, e che io sappia nessun giudice ha mai ordinato rimborsi a chi gli è rimasto tappato l'orecchio uscendo dalla piscina per colpa del vaccino. A me è successo qualche anno fa: avrei potuto fare causa alla Glaxo! Con l'autismo invece, sebbene tutta la storia origini da una truffa ormai ultranota (ma evidentemente non al Fatto Quotidiano), ancora si va avanti con la solita storia dei vaccini che ne sarebbero la causa.

E quindi, ritornando al Fatto Quotidiano: se io sapevo già da anni di questo fantomatico scoop, e ne conoscevo bene il reale significato, vuoi che al Fatto Quotidiano ci siano giornalisti così incapaci da lasciarsi infinocchiare da un sito che è praticamente un tatzebao contro le vaccinazioni? Veramente credono che quel sito così palesemente estremista e di parte sul tema delle vaccinazioni, e su cui scrive gente di cui non è specificata l'eventuale competenza, possa rappresentare una fonte credibile su questo argomento? E' questa la capacità che hanno alla redazione del Fatto Quotidiano nel reperire le fonti affidabili, cosa che dovrebbe essere il cardine del lavoro di qualunque giornalista serio? E poi, perché quel patetico titolo: "ecco il documento riservato..." se si trova in rete con una banalissima ricerca con Google? A chi giova questa informazione spazzatura? Di sicuro non al Fatto Quotidiano.


domenica 7 maggio 2017

Città aliene sotto il mare? No, ma la realtà è molto più interessante.


Questa storia, che prende spunto da una delle tante teorie strampalate che nascono e si alimentano in rete, oltre a raccontarci qualcosa di interessante e insospettabile ci insegna, o meglio ci ricorda, qualcosa su cui dovremmo veramente riflettere.

Blasting news!!! Secondo gli ufologi sul fondo dell'Oceano Pacifico, al largo della California, è nascosta una base aliena! Lo afferma entusiasta Scott Waring sul suo blog Ufo Sightsings Daily, dove sottolinea anche che non c'è da meravigliarsi per tutti quegli avvistamenti in Messico, con una base sottomarina così vicina! E poi si sa che agli alieni piace andare a sbronzarsi di Tequila a Tijuana, e infatti una volta che tornavano strafatti hanno pure sbagliato rotta, e è venuta fuori tutta la faccenda di Roswell.

E' una base sottomarina enorme - spiega l'esperto - lunga 125 Km e con tunnel tubulari larghi 4 Km, tanto che le probabilità che sia realizzata da un'intelligenza evoluta sono del 100%. E quindi, in virtù di questo, esorta a dotarsi di un drone subacqueo (un'ottima idea regalo per il prossimo Natale) per andare a vederla. 

A parte la stima della probabilità, che sarebbe interessante sapere come è stata fatta, sapete come l'ufologo ha scoperto la base aliena? Guardando Google Earth! Era lì, sotto gli occhi di tutti, e nessuno ci aveva mai fatto caso, ma zoomando opportunamente (anche l'ufologo, nel suo meticoloso lavoro di ricerca, a volte zumma) lui l'ha vista subito.

Ridete? Credete sia una scemenza? Una di quelle cose da perculare in rete? Bene, allora guardatevi questa foto, che è la mappa di Google Earth in questione, grazie alla quale è stata fatta la scoperta.


Ridete un po' meno adesso, eh? Vi si è spenta la risata grassa e si è trasformata in un sorrisetto un po' idiota? Certo, un raziocinante, uno scettico non crede che possa trattarsi di una base aliena - e poi sott'acqua, figuriamoci - però lo so che nella vostra testa state pensando "e adesso checcaz è 'sta roba?!" Come è possibile che ci siano righe dritte del genere sul fondo marino? Avete ancora il sorriso canzonatorio sulle labbra, però se adesso qualcuno vi chiedesse cosa può essere quella roba probabilmente non sapreste cosa dire, perché quelle righe dritte sono veramente molto strane.

E' il punto di forza degli ufologi, questo. Non sempre si sa cosa dire, non sempre si ha una spiegazione ovvia e pronta da spiattellare in faccia al credulone di turno, MA - e questo è importante - il fatto che non si sappia trovare una spiegazione non significa che non ci sia una spiegazione. Anche quando Silvan sega in tre pezzi la valletta di turno, ci passa le mano e il cerchio in mezzo e poi la ricompone, non sappiamo dare una spiegazione (io per lo meno non la so dare) ma sappiamo che ci deve essere una spiegazione razionale, perché la possibilità che Silvan seghi effettivamente in tre pezzi la valletta senza che esca una goccia di sangue né un grido da parte di lei, e poi la ricomponga senza lasciare cicatrici è immensamente meno probabile del fatto che ci sia un trucco o una spiegazione ovvia, per quanto sul momento non riusciamo a immaginarla.

Qui è uguale: non sappiamo dare una spiegazione, ma sappiamo anche che la probabilità che ci sia una spiegazione razionale è molto più probabile della possibilità che si tratti di una base aliena sottomarina.

Ma la cosa interessante è proprio nella spiegazione razionale, che così su due piedi non riuscivo a immaginare, e che ho trovato qui, e soprattutto in  quello che ci insegna,  che discuteremo poi alla fine. 

Intanto bisogna dire che di strutture sottomarine del genere su Google Earth se ne trovano parecchie, anche nel nostro Mediterraneo.  Ad esempio questa qua sotto è appena davanti alle coste dell'Africa, e sembra la mappa di una di quelle città degli Stati Uniti in mezzo al nulla, dove per andare a comprare i biscotti devi farti 4 Km di macchina.




Su questi tipi di pattern c'è ovviamente chi ci ha visto immediatamente Atlantide, che viene collocato un po' ovunque a seconda della convenienza. Se fosse Atlantide, però, le dimensioni sono tali che ogni singolo isolato sarebbe stato lungo almeno una decina di chilometri, e il tutto renderebbe Manhattan un paesotto. E poi il fatto che di mappe del genere ce ne siano diverse sparse qua e là, tutte simili ma mai uguali, fa già sospettare che più che basi aliene o antiche città perdute si possa trattare di qualche effetto grafico legato al modo in cui si ottiene la mappatura del fondo marino.

E allora domandiamoci: come si fa a misurare la profondità dell'oceano? 

Fino alla fine dell'800 si lasciavano cadere funi in mare per vedere quando toccavano il fondo. Un metodo un po' rozzo per mappare tutti i fondali marini, che possono arrivare oltre i 10 Km di profondità. E' del tutto inutile anche l'utilizzo di laser o di onde radio, perché verrebbero assorbiti al massimo dopo qualche centinaio di metri, e se non lo fossero vorrebbe dire che la loro lunghezza d'onda è così grande da non poter fornire alcuna precisione sufficiente sulla quantità da misurare.

Può sembrare strano ma la gran parte delle informazioni utili per mappare il fondale degli oceani viene dalla misura del livello della superficie del mare, che viene determinata tramite radar posti sui satelliti. Infatti il mare sembra piatto, ma non lo è. Non perfettamente. E come è possibile misurare la profondità del fondale da come varia l'altezza delle acque in superficie?

Grazie alla forza di gravità! Infatti se sul fondo del mare c'è una montagna, la roccia che la compone modificherà localmente il campo gravitazionale terrestre rendendolo più intenso, e quindi "attirando acqua" nei suoi paraggi! Ovvero l'acqua dell'oceano tende ad accumularsi in presenza di montagne sottomarine, rendendo la superficie del mare localmente più alta. E al contrario, un fondale molto profondo produrrà un campo gravitazionale localmente meno intenso, con conseguente livello delle acque inferiore.

Di fatto le moderne mappe dei fondali oceanici sono ottenute in questo modo, come ben spiegato qui. Al netto dell'effetto della rotazione terrestre, che trasforma la superficie ideale degli oceani in un ellissoide, e correggendo quindi per questo effetto, la superficie degli oceani può essere più alta o più bassa di un centinaio di metri, nei vari punti della superficie di questo ellissoide. L'altezza media in un dato punto è misurabile, tramiti satelliti, con una precisione di 30 cm. Si parla di altezza media, ovviamente, per tenere conto dell'effetto delle onde. La precisione di questa mappatura del fondale marino non è ovviamente elevata, e la risoluzione è di circa 5 Km. Ovvero le strutture più piccole visibili nella mappa sono grandi 5 Km (fonte).

Un metodo più preciso è quello di usare le onde sonore, o per la precisione gli ultrasuoni. Si inviano impulsi di ultrasuoni verso il fondo marino e si misura il tempo che impiegano per arrivare sul fondo, rimbalzare e tornare indietro. Si chiama "ecoscandaglio". L'emettitore e il ricevitore di ultrasuoni sono posizionati tipicamente sotto la chiglia di una nave. Conoscendo la velocità delle onde sonore di quella frequenza nell'acqua, si ricava la lunghezza del percorso. Si divide per due e quella è la profondità del mare.

E quindi succede una cosa che alla fine, col senno di poi, era ovvia. Il suono viene sparato in una direzione ben definita, che è ovviamente quella sotto la nave stessa. Direttamente sotto la nave. E quindi, come per incanto, le misure con ecoscandaglio ci danno la profondità dell'oceano lungo la rotta della nave. Ovvero, tradotto in parole povere, quelle righe sono le rotte delle navi usate per ecoscandagliare il fondale. Viene da ridere per come ci sembrava che ci fossero linee dritte in fondo al mare. Non c'è nessuna linea dritta, è la rotta della nave che è dritta!

Ma perché quelle righe stagliano sul fondale circostante? E' semplice: la misura effettuata con l'ecoscandaglio non è in generale perfettamente calibrata con le misure già esistenti delle zone circostanti, effettuate tipicamente con metodi meno precisi, ed ecco quindi che le nuove misure  appariranno ben evidenti rispetto alle misure del fondale circostante. Una riga dritta, per la gioia degli ufologi.

Cosa ci insegna tutto questo, a parte il fatto, già detto, che il fatto di non saper trovare una spiegazione razionale non implica che non ci sia una spiegazione razionale?

Ci insegna una cosa fondamentale: essere competenti fa la differenza!

Sembra un'ovvietà ma la cronaca ci insegna che non lo è. Quanto spesso, infatti, crediamo di essere sufficientemente competenti su argomenti che in realtà non conosciamo affatto, tanto da pensare che la nostra opinione possa valere qualcosa?

In questo caso ci troviamo di fronte a righe sulla mappa del fondo marino. Quelle righe, per chi è competente su come si fanno le misure della profondità degli oceani, sono un'ovvietà. Per tutte le altre persone sono al limite dell'inspiegabile. Anche senza voler ipotizzare fantasiose teorie, è difficile, se non si è veramente esperti di come si misura la profondità dei fondali, giustificare il perché di quelle linee. Però un esperto di oceanografia, un competente del settore, avrebbe risposto ai dubbi miei e degli ufologi in 3 secondi.

Questo dovrebbe farci riflettere su tutte quelle volte in cui pensiamo di poter dire la nostra, o quantomeno di discutere con sufficiente consapevolezza, su argomenti che invece necessitano di competenze che non si improvvisano, tipo i cambiamenti climatici, l'evoluzione della specie, le vaccinazioni, il problema energetico, solo per fare alcuni esempi. Su questi argomenti capita di sentire gente che sentenzia dimenticandosi che le proprie conoscenze e competenze sono così scarse rispetto a quelle che sarebbero necessarie per discuterne con cognizione di causa, da rendere grandissima la probabilità di dire cose sbagliate. Spesso ci si dimentica che, in assenza di competenze, prendere una cantonata su aspetti che gli esperti conoscono invece molto bene, è normale! Non solo, ma la mancanza di competenze, se associata a presunzione, è molto facile che generi mostri.

E se si dicono cose sbagliate sulle righe in fondo al mare, beh... pazienza. Ma se si dicono sciocchezze su temi che riguardano la collettività e la salute pubblica perché sopravvalutiamo le nostre competenze, gli effetti possono essere di tutt'altro livello.










lunedì 1 maggio 2017

Perle di ignoranza scientifica: quando 4 è minore di 3

Effetti collaterali imprevisti del non sapere la matematica di base.

 

L'ignoranza scientifica diffusa può diventare un problema sociale.

Lo è certamente quando, di fronte a fatti che coinvolgono la quotidianità e la società, ci si lancia in spiegazioni e discussioni strampalate dimenticandoci di controllare se quei fatti siano realmente accaduti nei termini in cui ci vengono descritti. Il procedere scientifico infatti parte sempre dalla verifica dei fatti. Le bufale si estinguerebbero presto se questa regola fosse ben stampata nella mente di tutti.

Lo è quando chi ha la responsabilità di decidere sulle leggi, o di informare i cittadini tramite i mezzi di comunicazione, non è nemmeno in grado di leggere un grafico, una statistica, e di comprenderne il significato.

Lo è quando non c'è la consapevolezza dell'importanza delle competenze. Si eviterebbero ad esempio presentatrici tv a spiegarci come curare il cancro in modo naturale, disk jokeys a sentenziare sull'inutilità dei vaccini, e laureati in scienza della comunicazione a dare false speranze ai malati di Sla.



Ma ci sono casi in cui l'ignoranza scientifica rasenta l'incredibile, generando situazioni paradossali sulle quali ci si può tutto sommato ridere sopra. Per lo meno finché non ci ricordiamo che stiamo parlando di gente che, tra le altre cose, vota.

Il fatto questa volta riguarda gli Stati Uniti, la nazione più potente al mondo. Quella che è andata per prima sulla Luna (con un'impresa scientifica senza precedenti) ma che contemporaneamente ospita musei contro Darwin e a favore del creazionismo, nei quali si mostrano le prove che il mondo è stato creato in sette giorni soltanto 6 o 7 mila anni fa.

La stessa nazione che ha appena eletto un presidente che... vabè lasciamo perdere, che poi se leggono questo blog va a finire che mi negano il visto a vita.

I fatti in questione sono raccontati qui. Li riassumo brevemente: il marchio di fast-food A&W, che fa dei propri hamburger l'orgoglio dell'azienda, negli anni 80 prese la decisione di entrare a gamba tesa nel mercato e mettere in difficoltà la concorrenza proponendo una nuova allettante offerta: comprare allo stesso prezzo del "quarter pound" un "third pound" burger.

Ovvero con lo stesso prezzo che si spendeva per un hamburghr di 113 grammi (un quarto di pound), uno poteva comprarsi ben 151 grammi di ciccia, corrispondente per l'appunto a un terzo di pound. Il 34% di carne in più senza sborsare un cent di aggiunta. Un affare per l'acquirente e una buona mossa promozionale per il marchio. Questo, per lo meno, era quello che pensavano i manager dell'azienda.

E quindi, come si usa in questi casi, si affidano a un pubblicitario, stampano i manifesti, e riempono i loro fast food di scritte invitanti del tipo "Compra un terzo di pound allo stesso prezzo di un quarto di pound" o cose simili.

Solo che la trovata pubblicitaria, stranamente, non ha successo. Pochissimi scelgono la nuova opzione, e preferiscono invece prendere l'hamburghr quarter pound piuttosto che il third pound. L'azienda non si capacita: da dove viene questo sospetto? Come è possibile che gli americani preferiscano l'opzione meno conveniente?

Svolgono un po' di indagini di mercato e scoprono che il motivo di questa scelta apparentemente irrazionale non risiede in una improvvisa svolta salutistica degli americani in fatto di cibo, ma nel fatto che quattro è più grande di tre! Ovvero gli americani, o per lo meno una parte di essi (quelli che mangiano gli hamburger? Quelli che votano?) credono che un quarter pound sia più grande di un third pound, perché 4 è maggiore di 3, e quindi perché mai dovrebbero essere così scemi da comprare un hamburger più piccolo allo stesso prezzo?

Il fatto che quel 4 e quel 3 stiano a denominatore, e che quindi dividere 1 per 4 dà un risultato che è più piccolo che dividerlo per 3, deve essere evidentemente una considerazione a cui non avevano mai pensato. Risultato: il lancio pubblicitario è stato ritirato. Magari avranno anche perso dei clienti (anzi, di sicuro), disgustati dal fatto che la A&W stesse cercando di fregarli così apertamente, senza pudore.

Ridiamo? Crediamo di essere meglio dalle nostre parti? Allora proviamo a pensare alle miriadi di pubblicazioni, manuali e guide per giocare al Lotto puntando sui ritardi dei numeri. E a tutti coloro che, giocando al Lotto (che già di suo è il gioco d'azzardo che più di qualunque altro assicura perdite garantite) si basano sui ritardi dei numeri. Proviamo a entrare in una ricevitoria e leggiamo i cartelli informativi alle pareti, che ci aggiornano in tempo reale dei ritardi sui numeri, dei ritardi delle ambate e altre scemenze simili.

I ritardi al Lotto e la matematica che certi lobotomizzati ci hanno costruito sopra sono una cazzata delle più colossali mai inventate da mente umana. Peggio delle scie chimiche (che già è tutto dire!) perché è evidente a chiunque (dovrebbe...) che ad ogni estrazione la probabilità di pescare un numero è sempre la stessa, indipendentemente da quello che è successo la settimana prima o un anno prima. Non è che il numero dice "prendimi prendimi" perché sono sei mesi che non esce. Non è che sbraccia per farsi strada verso la manina del bambino bendato e innocente (una volta si usava così, oggi non so) addetto a pescare i numeri. Eppure si trovano in giro dei deliri incredibili sui ritardi dei numeri al Lotto, e su come tenerne conto per aumentare la probabilità di vincita. Trattati complicatissimi basati sul nulla! Ricordo qualche anno fa di aver trovato fra le pagine di un noto quotidiano nazionale un'intera sezione, pagine e pagine in "regalo" ai lettori (il classico "inserto da conservare") dedicata ai ritardi dei numeri che, giuro, in confronto la teoria delle stringhe era una cosa da leggersi dalla parrucchiera. Braccia rubate all'agricoltura...