domenica 29 maggio 2016

Non volevo più parlare degli sciachimisti

Eppure non resisto.


Mi ero ripromesso di non scrivere più di scie chimiche. E' una cosa troppo stupida e demenziale, e solo parlarne dà alla tesi di questo complotto un'autorevolezza che non merita. E poi le scie chimiche sono in calo anche presso gli stessi sciachimisti, che ultimamente si sono messi perfino ad accusarsi fra loro, ognuno colpevole di essere servo del potere. La paranoia del complottista all'eccesso, insomma.

Eppure ieri ho visto una cosa che veramente va oltre quello che uno si aspetterebbe dal minimo sindacale per un essere umano. Mi riferisco a un filmato, la cui visione, destinata ad un pubblico adulto, è possibile qui.  Consiglio di leggere anche il testo allegato nel link, riportato sotto il display del video.




In sostanza i nostri hanno dato ad un laboratorio due campioni di carburante "Jet-A1" per farlo analizzare, convinti di trovarci tutte le peggio schifezze necessarie a causare terremoti e inondazioni, farci ammalare, manipolare le menti umane tramite subdole nanoparticelle etc, e non si fidano della risposta, perché ovviamente non coincide con le loro aspettative. Come quegli ipocondriaci che si fanno fare uno screening totale perché sono convinti di avere di tutto, e quando il referto dice loro che, a parte essere dei gran rompicoglioni, non hanno niente di niente, invece di rasserenarsi si incazzano coi medici che sono incompetenti.

I due campioni di liquido mostrati nel filmato sono, a detta del commento, di colore leggermente diverso. Uno è incolore, mentre l'altro è giallognolo. Dal video sembrano identici, ma vuoi dubitare di uno sciachimista? Il  laboratorio scrive comunque testualmente: "L'origine della differenza di colore di ciascuno specimen può essere legata alla presenza di qualsiasi componente specifico rilevabile (tale variazione è comune ed è ammessa dalle specifiche tecniche dei fabbricanti di questo tipo di carburante)". 

Inoltre, precisa il referto di laboratorio, "si tratta di campioni di distillazione del petrolio la cui composizione molecolare è estremamente complessa. Fatte salve le condizioni rigorosamente identiche di separazione cromatografica sulla colonna capillare, i due campioni indicano cromatogrammi quasi perfettamente sovrapponibili, dimostrando composizioni molecolari estremamente simili."

Insomma, i due campioni sono sostanzialmente la stessa cosa, ma hanno colore leggermente diverso, e la cosa turba molto i nostri eroi. Facciamo allora un esempio che anche gli sciachimisti possono capire: se prendo due spremute di arancio, i colori possono essere un po' diversi, eppure se le faccio analizare viene fuori che sono due spremute di arancio, con la composizione chimica sostanzialmente uguale. Non esattamente identica, ma "estremamente simile".

Ma gli sciachimisti non si rassegnano, e fanno una prova che a loro dire taglia la testa al toro, e mostra che i laboratori di analisi, pure loro, sono al soldo del Nuovo Ordine Mondiale (lo stesso che ancora mi deve versare sul mio conto alle Cayman i 500mila euro esentasse che mi aveva promesso per scrivere l'articolo "Perché io Zummo"). E la prova è mostrata nel filmato del link quotato sopra.

Nel video sono mostrati i due campioni di liquido di quantità non precisata in due provette diverse. I due liquidi riempono le due provette fino a una tacca messa con un pennarello sul vetro delle provette. Le provette non hanno alcun tipo di graduazione inciso sul vetro.

La cosa sensazionale, ci dice il filmato, è che il peso dei due campioni non è identico: uno pesa 44 centesimi di grammo più dell'altro! E questo, prosegue sempre la voce su un sottofondo di musica elettronica altamente drammatica (chissà che fior fiore di esperti avranno contattato per scegliere la musica di maggiore impatto!) indica senza alcun dubbio che i campioni sono diversi, e quindi - conclusione ovvia - le analisi non sono attendibili.

Il filmato poi prosegue mostrando senza commento il peso di due ampolle con un fondo di liquido sempre di quantità non precisata, che pesano due grammi di differenza una dall'altra, su quasi un etto totale di peso. Altra prova schiacciante dell'inattendibilità delle analisi.

Che dire? Niente, se non che, affinché i pesi di due quantità di liquido risultino diversi, ci possono essere 3 motivi, e tutti e 3 si studiano attorno alla terza elementare.

1) I pesi sono diversi perché le quantità di liquido sono diverse. Nel test mostrato nel film non c'è nessun controllo su questo, a parte un rigo nero fatto col pennarello su una provetta non graduata. Come dire che riempo più o meno a metà due bicchieri usando l'acqua da una bottiglia, li peso, pesano diversi, e quindi i due bicchieri contengono acqua di tipo diverso! Ovvio no? Tanto per dare qualche numero, assumendo un diametro della provetta di 1.5 cm, e una densità del liquindo pari a 1g /cm3, bastano meno di 2.5 mm di liquido per fare 44 centesimi di grammo. Considerata la precisione della tacca fatta a mano col pennarello e l'assenza di graduazione sulla provetta, direi che è un attimo.

2) I pesi sono diversi perché la tara pesa diversamente. Due provette di vetro possono differire di una frazione di grammo.

3) I pesi sono diversi perché il peso specifico della sostanza può essere diverso. Visto che il colore è diverso, non stupisce che anche il peso specifico possa essere leggermente diverso.

Il testo del link conclude sconsolato "L'unico modo per ottenere dati certi, a questo punto, sarebbe quello di dotarsi di un analizzatore di spettro proprio, ma ciò, dati i costi proibitivi, è impossibile." La domanda che si impone, a questo punto, è la seguente: ma un analizzatore di spettro lo saprebbero usare, visto che non conoscono nemmeno la storia della tara-peso netto-peso lordo?



venerdì 20 maggio 2016

Orgoglio omeopata: siamo i secondi al mondo!

L'importante è partecipare


Leggo in questo articolo un commento molto piccato da parte di Alberto Magnetti, medico omeopata, relativo a un articolo scritto da Salvo di Grazia sul tema dell'omeopatia. Lo stesso articolo di Di Grazia era stato da me già commentato qui in tutt'altro modo. Non sono certo io a dover difendere Salvo Di Grazia, che essendo medico ha tutte le competenze per farlo. Però l'articolo di Magnetti è a tratti così inconsapevolmente comico che non posso resistere nel fare alcuni commenti personali.

Magnetti apre l'articolo dichiarando trionfante che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito che l'omeopatia è la seconda medicina al mondo. Come a dire: "scusate se è poco, siamo i secondi!". Mi è venuta subito in mente la scena del film Scusate il ritardo, in cui Troisi, per consolare l'amico Lello Arena, appena lasciato dalla fidanzata per un altro, gli dice che non deve disperarsi, e anzi deve essere orgoglioso, perché lui è il secondo uomo al mondo che lei ama! L'omeopatia uguale, è la seconda medicina al mondo. Perché evidentemente essere secondi, per Magnetti, non è mica male, in campo scientifico! E' un bel successo perché - si sa - l'importante è partecipare. 

Come la teoria della terra piatta, che è la seconda teoria al mondo sulla forma della terra, e la storia di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, che è la seconda teoria al mondo sulla comparsa dell'uomo sulla terra, o la teoria delle scie chimiche, che è la seconda teoria al mondo su cosa sono quelle righe bianche lasciate dagli aerei, o gli extraterrestri, che sono la seconda teoria al mondo su chi ha costruito le piramidi... Tutti secondi posti, mica risultati da poco!

Ma poi mi viene il dubbio che l'autore dell'articolo abbia interpretato l'affermazione dell'OMS come se essa volesse lasciar intendere che l'omeopatia, essendo così comune, vuol dire che funziona. No perché allora proprio non capisco un'altra affermazione, sempre dell'OMS, che evidentemente all'autore deve essere sfuggita (e che riporto riassunta qui), che sembra dire proprio il contrario, visto che si intitola, tradotta dall'inglese, "L'omeopatia non è una cura, dice L'OMS". In particolare l'OMS si riferisce al propagandare l'omeopatia come strumento efficace per trattamenti della tubercolosi, dell'HIV, della malaria e di altre patologie particolarmente gravi nel terzo mondo. Alle proteste da parte della società degli omeopati, il portavoce dell'OMS ha ribadito che "we have found no evidence to date that homeopathy would bring any benefit".

Deve anche essere sfuggito all'autore dell'articolo che nel 2015, in Australia, il National Health and Medical Research Council, in seguito ad un'analisi di tutta la letteratura scientifica internazionale riguardante l'omeopatia, ha rilasciato una dichiarazione nella quale si afferma che non esiste alcuna evidenza a sostegno dell'affermazione che l'omeopatia sia efficace nel trattamento di qualsiasi problema di salute (fonte). Saranno pure secondi, ma ben distanziati, direi!

E in Inghilterra, soltanto qualche mese fa, il sistema sanitario nazionale ha dichiarato (fonte) che "There is no good-quality evidence that homeopathy is effective as a treatment for any health condition." E negli USA la Food and Drug Administration mette i prodotti omeopatici nella lista dei prodotti "fraudolenti" per ciò che concerne il trattamento dell'influenza H1N1 (fonte). Quindi forse - ma è solo una mia illazione - l'OMS intendeva dire che nonostante l'omeopatia non serva a curare la gente, c'è un sacco di gente che ci crede lo stesso, come sempre accade con qualunque minchiata!


E poi, tornando all'articolo, cosa c'è di meglio che quotare il numero di medici omeopati nel mondo per supportare la tesi che l'omeopatia funziona? E quindi Magnetti ci fa sapere che "E' difficile pensare che 350000 medici omeopatici indiani  raggirino quotidianamente milioni di persone senza avere alcun risultato". E quindi avrebbe anche potuto aggiungere (non lo ha fatto ma lo faccio io) che è difficile credere che 160000 maghi e cartomanti solo in Italia, con 30000 prestazioni giornaliere stimate - tali sono i numeri (fonte) - raggirino quotidianamente decine di migliaia di persone senza alcun risultato! Non può essere tutto falso! E allo stesso modo, se la Rai dedica quotidianamente uno spazio all'oroscopo in vari programmi radio e tv, e lo stesso fanno praticamente tutti i giornali e i quotidiani, e in dicembre la tv a reti unificate ci ragguaglia sulle previsioni dei maghi per l'anno successivo, non può essere tutto falso!

Per inciso, credevo si dicesse "medico omeopata", e non "medico omeopatico", essendo omeopatico un aggettivo. Medico omeopatico significa un medico che non contiene traccia di medico. Che sia un lapsus freudiano?

L'autore ci ricorda fin dal titolo (L'inarrestabile avanzata dell'omeopatia) che l'omeopatia è in grande aumento, e sostiene che secondo l'OMS 600 milioni di persone usano l'omeopatia, e che il numero è in crescita del 25% annuo. Non cita la fonte per cui non so se sia vero o no. Però i casi sono due, o i numeri sono veri, e quindi entro 8-10 anni l'intera popolazione della terra userà l'omeopatia (la matematica, contrariamente all'omeopatia, non è un'opinione) oppure, prima di sparare percentuali a caso, l'autore dell'articolo dovrebbe ripassare come funziona una progressione geometrica.

Però è strano, perché i dati, per lo meno in Italia, mostrano che l'uso dell'omeopatia è in netto calo. Ad esempio qui qui si cita il fatto che la percentuale degli italiani che nel 2013 ha fatto uso di prodotti omeopatici si è dimezzata dai primi anni 2000, quando aveva raggiunto il massimo, e è ritornata sostanzialmente ai livelli dei primi anni 90. Ovvero, tradotto in parole povere, dopo una breve infatuazione gli italiani stanno velocemente abbandonando l'omeopatia. E anche oltre confine, in Inghilterra, dove è inclusa nel servizio sanitario nazionale, il declino dell'omeopatia in questi ultimi anni non lascia dubbi (vedi fonte), cosa che ha obbligato anche alcuni ospedali specializzati in omeopatia a chiudere (fonte).

E persino google trend, per quanto possa essere opinabile questo dato, riporta che la frequenza con cui il termine omeopatia è cercato in rete in funzione del tempo è in drastico calo ovunque: in Francia, dove l'omeopatia è molto usata (fonte), in India, dove secondo l'articolo l'omeopatia spadroneggia  (fonte), in Italia (fonte) e in generale nel mondo (fonte). In confronto, invece, il termine "sex video" non sembra temere la crisi, sebbene anche lui mostri indizi di una leggera battuta di arresto negli ultimi tempi (fonte).

L'articolo infine conclude con una frase perentoria, non si sa da chi pronunciata, scritta però in inglese e in grassetto, forse per farla apparire più autorevole: "In Last 200 years 1000’s of homeopaths have saved lives of millions of people across the globe, not only saved the lives but they have contributed to create a harmonious, happy, and healthy world."

A questo punto, se gli omeopati salvano così tanta gente, non capisco perché, quando su un treno o un aereo qualcuno sta male e fanno un annuncio del tipo "se c'è un medico a bordo è pregato di recarsi con urgenza..." si dimenticano sempre di specificare "medico omeopata". Forse perché ormai sanno che arrivano sempre per secondi.










domenica 15 maggio 2016

Rai2 e Virus: in esclusiva la lista dei futuri esperti

Il pluralismo dell'informazione innanzitutto.


Pochi giorni or sono Rai2, nell'amito del programma Virus: il contagio delle idee, ha mandato in onda un interessante confronto sul tema dei vaccini. Per garantire un corretto contraddittorio, e al fine di permettere ai telespettatori di farsi un'opinione completa su tutti gli aspetti del problema, al virologo Roberto Burioni, specialista in immunologia e docente all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, sono stati anteposti esperti del calibro di Red Ronnie e Eleonora Brigliadori, i quali, forti delle loro competenze maturate da mesi di studio su Youtube, hanno potuto efficacemente opporsi al medico in studio.

Confortati dal grande successo della formula (gli hastag #puttanateinlibertà e #noncapiscouncazzomanonmenerendoconto sono stati ritwittati due milioni di volte in poche ore), e spronati dai numerosi apprezzamenti ricevuti, primi fra tutti quelli provenienti dei sostenitori della teoria della terra piatta e del sistema Tolemaico a epicicli, gli ideatori del programma hanno deciso di continuare sulla strada intrapresa mettendo in cantiere altre puntate che affronteranno temi di rilevanza culturale e sociale, sempre improntate a fornire una corretta e completa informazione, scevra da pregiudizi e ottiche di parte.  In via del tutto straordinaria siamo venuti a conoscenza di interessanti anticipazioni circa i temi trattati, e sugli esperti di alto calibro che verranno invitati in trasmissione.



Dato l'interesse già suscitato con la puntata sui vaccini, ampio spazio verrà riservato anche in futuro a temi legati alla salute pubblica. In particolare un esperto cardiologo sarà presente in studio per parlare di malattie cardiovascolari. Gli faranno da contraltare due ospiti d'eccezione: il Mago Zurlì e Topo Gigio. "Sono due personaggi che sono entrati nel cuore di milioni di italiani", hanno spiegato soddisfatti a Viale Mazzini. "Chi meglio di loro può parlare di questo argomento?

Ma la programmazione di Virus toccherà gli argomenti più disparati. Particolare attenzione verrà riservata allo scottante tema della conservazione delle biodiversità e della fauna, in un mondo in cui la presenza umana è sempre più ingombrante. L'argomento sarà affrontato da un esperto naturalista, che dovrà confrontarsi con l'amministratore delegato della Carne Montana. "Avevo una jambonet nella dispensa dalla fine degli anni 70, e quando l'ho aperta un mese fa era ancora freschissima, perfettamente conservata!", ha dichiarato il vicedirettiore di Rai2 per motivare la scelta dell'ospite.

La famiglia è da sempre il cardine principe della società italiana. Soprattutto oggi, che la si tenta di scardinare con leggi che vorrebbero mettere in discussione le naturali propensioni dell'essere umano. In una puntata dedicata interamente all'importanza dei legami e delle dinamiche familiari, saranno contrapposti la famiglia dei Corleonesi con quella degli Scissionisti di Secondigliano.

E' ben noto che alla Rai sono molto sensibili anche al rispetto e alla tutela del nostro immenso patrimonio artistico. Ed è per questo che un'intera puntata di Virus verterà su come affrontare questo delicato problema, così importante per la cultura e l'economia del nostro paese. La discussione vedrà opposti il responsabile dei beni culturali della regione Toscana e Lapo Rossi detto il canna, figlio tredicenne dell'uscere della sede Rai di Firenze. "Il mi' figliolo c'ha la passione per la pittura", ha dichiarato il padre di Lapo per chiarire il motivo della scelta. "Disegna certi cazzi sui muri che Madonna bona pajono vivi! L'altro giorno n'ha fatto uno che faceva tutto il giro di Santa Maria Novella, doveva vedere che meraviglia!"

Il tema dell'educazione è per forza di cose molto caro alla Rai, dato che l'azienda di Viale Mazzini da sempre investe in programmi di qualità dedicati in particolare al pubblico più giovane. E una puntata del programma sarà interamente dedicata proprio a questo scottante tema. A parlarci di questo argomento sarà Annamaria Franzoni, la famosa mamma di Cogne. "Coi bambini bisogna saperci fare", ci ha detto lo sceneggiatore del programma. "Tuttavia un problema oggi sempre più diffuso è la troppa permissività da parte dei genitori", ha continuato. "Per questo riteniamo che ogni tanto sia necessaria un po' di fermezza", ha chiosato l'intervistato ai nostri microfoni per motivare l'azzeccata scelta dell'ospite.

Virus toccherà anche argomenti particolarmente difficili e di non facile fruibilità, come l'evoluzione della lingua italiana nell'era di internet. "Noi in Rai non ci preoccupiamo degli ascolti", ci dice soddisfatto il direttore di Rai2, "ma ci interessa offrire una programmazione di qualità". "Quindi" - prosegue l'alto dirigente - "in questa puntata parleremo di congiuntivo piuttosto che di trapassato prossimo piuttosto che di futuro anteriore". A questo scopo si confronteranno in studio il presidente dell'Accademia della Crusca con i cultori della lingua italiana Alberto Tomba e Giovanni Trappattoni. La puntata sarà sottotitolata.

Ma il programma affronterà anche temi più leggeri, pur tuttavia di grande interesse presso il grande pubblico, in particolare con l'avvicinarsi delle vacanze. Un esempio è come affrontare la montagna in completa sicurezza, dato il gran numero di incidenti che ogni anno coinvolgono gli avventati escursionisti che affrontano le nostre cime senza prendere le dovute precauzioni. In studio parlerà dell'argomento Reinhold Messner, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. Al grande scalatore saranno anteposti due romagnoli, i fratelli Iames e Viler Casadei, da 40 anni bagnini allo stabilimento Irma a Igea Marina. "Solo chi in montagna non ci ha mai messo piede, e ha dedicato la vita esclusivamente alla patacca" - spiegano ai vertici Rai - "affronta realmente la montagna in totale sicurezza".

Si ritorna a temi complessi e di grande attualità come il rapporto tra fede e società. "La Rai ha sempre avuto a cuore la laicità dello stato", dichiarano a Via Teulada. E' per questo motivo che su un tema così delicato avremo in studio una vera e propria pletora di religiosi competenti in materia, con nomi del calibro di Don Matteo, Don Backy e Don Johnson.  Nel corso della puntata saranno anche trasmessi spezzoni di filmati di  Don Lurio, Don Diego Della Vega e Don Tano Badalamenti "Con tutti questi don speriamo solo di non apparire troppo faziosi!", ha simpaticamente commentato il produttore del programma al nostro cronista.

E infine non poteva mancare una puntata dedicata al sesso. In studio due preti. "Lo sappiamo, in questo caso non c'è niente di nuovo" - affermano in Rai - "però  agli italiani piace così". 












domenica 8 maggio 2016

Ecco a voi il vero volto di Cristo. Forse.

Paccottaglie mediatiche mascherate da scienza


La Bibbia e i Vangeli non ci danno alcun tipo di descrizione fisica di Cristo. Niente, nemmeno un indizio. Né se avesse la barba, i capelli lunghi o corti, alto, basso, nulla di nulla. E nemmeno esistono raffigurazioni di Cristo prima del IV secolo o giù di lì. Prima di allora esistono solo raffigurazioni simboliche, come ad esempio il pesce (fonte). Quindi sappiamo che l'iconografia classica di Cristo, quella con i capelli lunghi, gli occhi magari azzurri, barba a pizzetto diviso in due e baffi, è completamente arbitraria. Il fatto che la Sindone, datata del 1300, ci riporti proprio quelle sembianze che all'epoca andavano per la maggiore nelle raffigurazioni artistiche di Cristo, è un'ingenuità sulla quale il falsario che ha realizzato il famoso telo è scivolato di brutto. E se può significare qualcosa, San Paolo addirittura scriveva che lasciarsi crescere i capelli è indecoroso per un uomo (fonte).

Però di recente uno studio che vorrebbe essere scientifico ha riportato alla luce il "vero" volto di Cristo. Così, per lo meno, la stampa ce lo ha proposto, ad esempio in questo articolo. Sostanzialmente alcuni esperti forensi, coadiuvati da un artista (un medico in pensione) hanno studiato tre (3!) teschi della Palestina di 2000 anni fa, e in base ad essi hanno ricostruito quello che doveva essere l'aspetto tipico degli abitanti della Galilea dell'epoca, e quindi, sentenzia l'articolo, anche quello di Cristo. E allora, già che ci sono, nell'articolo titolano direttamente che quello che è stato ricostruito potrebbe somigliare al volto di Cristo.

Ricostruzione del possibile volto di Cristo. L'espressione di incredulità è quella immediatamente dopo la resurrezione di Lazzaro.

A parte che si potrebbe questionare su quanto tre teschi siano rappresentativi delle sembianze degli abitanti di un'intera area geografica. Tanto per dire, metti che a un esperto forense del futuro capitino sotto mano i teschi di Brunetta, Sallusti e Fassino, che razza di essere riuscirebbe a ricostruire, credendolo rappresentativo di tutti noi? Che figura ci faremmo? A parte questo uno si chiede: ma perché, partendo da tre teschi, fra tutti gli abitanti della Palestina proprio Cristo e non Barabba? O lo storpio miracolato, o magari il gran sacerdote del tempio, quello antipaticissimo?

Il presunto volto di Cristo, nella versione "bald", come era di gran moda in Galilea verso la fine degli anni 20.
E poi soprattutto: ma quello sarebbe il volto del Messia atteso dalle genti? Il volto di uno permeato dello Spirito Santo? Uno che radunava maree oceaniche di seguaci e con il suo sguardo magnetico e l'immenso carisma le convinceva a seguirlo? Ce lo vedete uno così che dice alla folla "Chi mi ama mi segua!". Uno così al massimo può permettersi di dire: "ragazzi, chi viene a farsi un frizzantino da Barabba's prima che chiude?". Quella è la faccia di uno che gli hai appena spiegato una cosa facile facile e non ha capito ma non ha il coraggio di chiedertelo, e ti tocca dirgli: "allora, ti è tutto chiaro? Sicuro? Te lo ripeto un'altra volta per sicurezza: prima si mettono i calzini e poi le scarpe!" Di fronte a un volto simile spacciato per il "vero volto di Cristo" ti viene da pensare che l'autore di tutto questo sia Odifreddi.

L'articolo dice che sono stati usati programmi appositi per determinare come dovevano apparire i muscoli e la pelle, e da questo ricostruire la forma del viso a partire dal cranio. Mi chiedo se queste procedure siano mai testate "in cieco", ovvero, dato un cranio di una persona il cui viso in vita era noto (ma non noto allo sperimentatore, questo è un punto essenziale), quanto realistico è il ritratto ricostruito con tali tecniche? Suppongo che abbiano testato queste procedure in cieco, cosa che è veramente il minimo per verificare l'attendibilità di queste tecniche. Tuttavia mi piacerebbe, per pura curiosità, vedere i risultati di questi test.

Ad esempio in tempi recenti è stato ritrovato lo scheletro di Riccardo III, re di Inghilterra, e dal suo cranio è stato ricostruito il viso, che ricorda in effetti la sua immagine dipinta. Ma il punto è che si conosceva già la sua immagine dipinta, e è veramente poco credibile che questo fatto non abbia in alcun modo influenzato chi ne ha ricostruito il volto. E infatti non si capisce come mai, sebbene si affermi che la ricostruzione sia avvenuta in "cieco" (vedi fonte), il viso abbia lo stesso taglio di capelli e lo stesso copricapo del dipinto. Faccio fatica a pensare che uno addetto alla ricostruzione del volto di Riccardo III fosse all'oscuro di che faccia avesse avuto realmente, quando quella faccia era addirittura un dipinto noto. Dubbi non solo miei, ma confermati anche in questa fonte da esperti del settore. 

Ma se il vero volto di Cristo non vi basta, se vi sembra uno scoop da poco, sappiate che non c'è mai limite al trash: eccovi quindi la ricostruzione sicuramente vera del volto di Gesù Bambino, fatta dalla polizia (ebbene sì!) su esplicita richiesta delle reti Mediaset (fonte). Il volto di Cristo da bambino è stato ricostruito con sofisticate tecniche normalmente usate per gli identikit dagli esperti della polizia di Roma, partendo dal volto della Sindone (fonte). Notare lo sguardo estatico e l'espressione da saputello, di quelli che a scuola non ti passano un'espressione neanche a pagarli, e - naturalmente - i capelli biondi. Nonostante nessuno sia mai stato biondo in Palestina, Gesù lo era per definizione, essendo evidentemente lo Spirito Santo di origine nordica.
Il volto di Gesù bambino estrapolato dalla Sindone. L'espressione degli occhi è sorprendentemente simile a quella dei moderni adolescenti dopo 6 ore di playstation.

Abituato a disegnare i volti dei camorristi e a invecchiare i Corleonesi partendo dalle loro foto nella culla, cioè poco prima di darsi alla latitanza, l'esperto della Polizia ha dovuto compiere un’opera di ringiovanimento del volto sindonico, applicando anche operazioni di lifting tipo la riduzione della mascella, il rialzo del mento e la correzione della gobba al naso, che l'articolo, con grande spirito critico, ci dice essere il risultato di un probabile trauma della passione. Sembra che il tecnico si sia allenato per la difficile impresa con le recenti fotografie di Ornella Vanoni.

Le reti televisive Mediaset hanno dedicato alla ricostruzione del volto di Gesù bambino un intero speciale (fonte) durante le festività natalizie, periodo in cui si è tutti più buoni e si è in grado di tollerare anche cose che in altri momenti richiederebbero l'uso del Napalm. Vano è invece risultato il tentativo, sempre da parte del pool di esperti del nucleo investigativo, di realizzare un identikit del direttore delle reti Mediaset con l'espressione intelligente.


PS: Spero che nessuno si sia sentito offeso nelle sue convinzioni religiose da quello che ho scritto. Se c'è qualcosa di offensivo e blasfemo verso la fede in tutto ciò, è eventualmente in queste pagliacciate mascherate da scienza, che hanno come unico scopo quello di approfittare della fede e dell'ingenuità della gente per scopi mediatici e, in ultima analisi, puramente economici.
PS2: Aggiungo anche, a scanzo di equivoci, che l'articolo non vuole mettere in nessun modo in discussione la fede, né discutere sull'esistenza o meno di Cristo, dato che questi, per definizione, non sono argomenti su cui la scienza possa pronunciarsi.


domenica 1 maggio 2016

Quando un fisico va a vedere un film di zombie

Seconda puntata della saga "fisici al cinema".



Un po' di tempo fa avevo scritto un articolo che si intitolava "Quando un fisico va a vedere The Martian", dove raccontavo dei patemi che soffre chi conosce le leggi della fisica quando va a vedere film di fantascienza che si propongono come scientificamente rispettosi e invece non sempre lo sono. Era un articolo chiaramente ironico, soprattutto verso la categoria dei fisici a cui io stesso appartengo, e soprattutto voleva essere un semplice pretesto per parlare di fisica in modo diverso e scherzoso. 

Alcuni non l'hanno capito, e si sono indispettiti, accusandomi addirittura di essere malato di mente, dato che al cinema mi preoccupo di queste cose  invece di godermi il film. Ho imparato a mie spese che se provi a scherzare su scienza e fantascienza in una botta sola, è garantito che scateni "the revenge of the nerds"! Evidentemente l'ironia non è per tutti a questo mondo. Quindi voglio tranquillizzarvi in anticipo, e dirvi che quando vado a vedere un film di zombie non mi lascio angustiare dal fatto che potrebbe non rispettare le leggi della fisica e della biologia, e anzi, mentre lo guardo, magari mi ci appassiono pure.

Dico questo perché adesso voglio parlare di zombie, e del motivo per cui tutti i film su di loro compiono un'imperdonabile errore dal punto di vista scientifico.



I film di zombie hanno la caratteristica di essere sostanzialmente tutti uguali: c'è stata qualche catastrofe, tipo una guerra atomica, un virus del quale le multinazionali hanno perso il controllo, un'epidemia causata da uno sversamento di salumi per vegani negli acquedotti, insomma qualcosa che ha infettato l'umanità trasformando tutti gli umani in zombie. Tutti escluso uno sparuto gruppo di fortunati (si fa per dire), che per tutta la durata del film passano il tempo a nascondersi e scappare per non essere mangiati.

Gli zombie stessi hanno alcune caratteristiche di base comuni in tutti i film.

La prima è quella di essere lentissimi a muoversi. D'altra parte, essendo morti, un po' di ruggine ai legamenti si può anche capire. Suggerimento ai registi di film di zombie: fate un film in cui un gruppo di zombie sfonda le vetrine di una fabbrica di girelli per anziani, e grazie a questa nuova tecnologia imperversa facendo razzie, suscitando contemporaneamente l'invidia presso gli altri zombie, che sono costretti a muoversi in modo tradizionale, fino a scatenare una guerra intestina per il possesso dei girelli. Mettete un po' di pepe a questo genere, che ormai sta battendo la fiacca! Vuoi mettere l'effetto terrificante di un'orda di zombie che compare all'orizzonte bucando la nebbia e il fumo tipici delle città dell'era post-atomica, e avanza inesorabile verso gli umani aiutandosi col girello?

Ma la caratteristica scientificamente acclarata degli zombie è quella di avere una fame irrefrenabile di carne umana, di cui hanno disperatamente bisogno per vivere. Totalmente insensibili alla bellezza di un cielo stellato, refrattari a qualunque forma di cultura, disinteressati persino ai libri di Vespa e Pansa facilmente accaparrabili negli autogrill abbandonati che pullulano nei loro film, l'unico scopo dei morti viventi è quello di trovare qualche umano da mangiare. 

Mangiarsi a vicenda, infatti, fra gli zombie non serve, e non va bene neanche una piadina o una quattro stagioni: ci vuole carne umana. Però non serve neanche prendere un umano, tenerselo in casa e dargli un morsetto ogni tanto, perché è ben noto che se un uomo viene morso da uno zombie dopo un po' diventa zombie anche lui, andando ad alimentare la schiera di chi passa il tempo alla disperata ricerca di umani per mangiarseli.

E' a questo punto che lo spirito critico dello scienziato emerge con prepotenza e lo distrae dalla trama del film obbligandolo a chiedersi: ma come fanno gli zombie a non estinguersi? Come è possibile che esista una terra popolata praticamente da soli zombie? 

Sì perché questo va contro tutto quello che si sa dall'ecologia e dall'evoluzione, e che è ben descritto da equazioni matematiche anche piuttosto semplici. Si chiama ciclo preda-predatore (fonte). Vediamo.

Prendiamo un sistema ecologico semplificato, ad esempio la savana con gli gnu (le prede) e i leoni (i predatori). L'analogia con gli umani (le prede) e gli zombie (i predatori) è chiara. In questo sistema gli gnu per vivere mangiano il loro cibo (l'erba) facendosi gli affari loro, mentre i leoni, insensibili all'etica vegana, per vivere devono mangiare gli gnu.

Supponiamo che all'inizio ci siano solo gnu e niente leoni. Gli gnu vivono tranquilli, mangiano l'erba, nessuno li disturba e prosperano, sempre che ci sia abbastanza erba, ma supponiamo che ci sia. Ad un certo punto compaiono i leoni, che si trovano di fronte un bel po' di gnu, e non gli sembra vero di trovare un buffet così ben fornito. E avendo così tanto cibo a disposizione avranno la vita facile, e aumenteranno velocemente di numero.

Pero' ad un certo punto succede una cosa che i leoni non avevano calcolato, così presi dalla frenesia  del cibo facile: essendo diventati tanti, come ovvia conseguenza gli gnu cominceranno a diminuire fino a scarseggiare, e questo renderà la vita dei felini improvvisamente difficile. E il risultato è che il loro numero, fino a poco prima così abbondante, comincerà a diminuire. E' chiaro, no? C'è molta concorrenza per accaparrarsi il cibo, che è diventato poco, non basta per tutti, e quindi solo i migliori, i più forti, riescono a procacciarselo. Per tutti gli altri, per i leoni più imbranati, non c'è più spazio. E come conseguenza del calo del numero dei leoni, il numero degli gnu ricomincerà a crescere. Però a quel punto gli gnu in crescita faranno crescere anche il numero dei leoni, fino a quando i leoni diventeranno di nuovo troppi, tanto da causare una nuova riduzione del numero di gnu, e così via.

In un ciclo preda-predatore il numero delle prede dipende dal numero dei predatori e viceversa, e una variazione nel numero di una delle due specie influenza il numero dell'altra, e così via in modo reciproco. Le modalità di come questo avviene dipendono da quanto sono voraci e efficaci nella caccia i leoni, e da quanto sono bravi a scappare gli gnu. In ogni caso se i leoni fossero troppo voraci e infallibili nella caccia, o gli gnu fossero troppo tonti (cosa molto simile al vero!), il risultato è che il ciclo si interromperebbe: i predatori si mangerebbero tutte le prede e a quel punto si fotterebbero con le loro stesse zampe. Niente più gnu, niente più cibo e quindi estinzione per tutti.

Andamento teorico del numero di prede e predatori in un sistema ideale, secondo quanto previsto dalla matematica alla base del ciclo preda-predatore (fonte). 
 
Ecco quindi che impariamo che un predatore troppo vorace e troppo efficiente sarebbe un facile candidato all'auto-estinzione. La selezione naturale ha penalizzato eventuali leoni con queste caratteristiche. Se mai sono esistiti, si sono fatti fuori da soli. Che spettacolo Darwin, eh? Come riesce a spiegare la natura in modo semplice e ovvio! La semplice esistenza di una specie è per forza di cose legata alla sua capacità di procacciarsi cibo, e allo stesso tempo anche di far sì che il cibo di cui ha bisogno resti sempre disponibile. E questo si traduce in un rapporto ottimale tra leoni (predatori) e gnu (prede), numero che, se non intervengono cause esterne (eventi climatici, gli esseri umani...) oscillerà in modo naturale attorno a questo valore ottimale, in base a quanto previsto dal ciclo preda predatore.

Evoluzione nel tempo delle popolazioni della lince americana e della lepre nel parco nazionale di Denali, che mostra l'andamento tipico del ciclo preda-predatore (fonte).
E adesso veniamo ai nostri zombie. Gli zombie arrivano e si trovano gli umani, ovvero una disponibilità di cibo inizialmente illimitata. Ma quando si sono mangiati la maggior parte degli umani, cosa che allo stesso tempo incrementa sempre di più il loro numero, il cibo comincerà a scarseggiare, e per forza di cose i nostri morti viventi cominceranno a essere in difficoltà, rischiando di sparire. E quindi capiamo che un mondo popolato praticamente per intero da zombie, con solo un gruppetto di umani sopravvissuti, non potrebbe mai esistere. Ma su questo aspetto i registi di film di zombie glissano colpevolmente. Suggerisco quindi ai registi di film di zombie, oltre alla storia del girello, di aprire un nuovo filone in cui gli zombie diventano consapevoli del fatto che stanno per estinguersi, e cercano di organizzarsi razionando il cibo, il tutto condito da grandi tensioni e psicodrammi. Così, tanto per variare, perché diciamocelo, questi film di zombie oggi come oggi, oltre a non rispettare il ciclo preda-predatore, sono di una noia mortale. Ne hai visto uno, li hai visti tutti!