domenica 19 luglio 2015

La straordinaria importanza di fare cose inutili

Il vero motivo per cui la ricerca scientifica è importante.


Alcuni giorni or sono, nello stesso giorno, al CERN di Ginevra è stata annunciata la scoperta di un nuovo tipo di particella chiamata "pentaquark". Nello stesso momento, a svariati miliardi di chilometri di distanza, la sonda New Horizons ci inviava immagini sorprendentemente nitide di Plutone, l'ultimo sperduto pianeta del sistema solare.

Puntuali come svizzeri, in queste occasioni spuntano fuori come funghi i commentatori del web, quelli il cui parere, come dice giustamente Umberto Eco, un tempo restava confinato alle pareti del bar. Normalmente privi di qualunque competenza scientifica, sentono tuttavia prepotente il dovere di manifestare per iscritto il loro dotto parere per chiedersi che senso abbia spendere tempo, risorse umane e denaro per la ricerca di una particella invisibile, rarissima e effimera, o per scattare fotografie di una disabitata palla di pietra distante più 4 miliardi di chilometri.

Lo fanno con quella leggera saccenza tipica degli ignoranti inconsapevoli di esserlo (perché non sapere di essere ignoranti è la caratteristica principe degli ignoranti moderni), sottolineando che i problemi del genere umano sono ben altri, e che le foto di 4 sassi non cambieranno certo le nostre vite, e che bisognerebbe invece spendere tempo e denaro per cose più importanti.

Ad esempio proprio ieri leggevo un intervento che recitava: "per quanto riguarda la prima volta di un Apollo nello spazio, a parte quel primo passo umano sul terreno lunare e la voce di Tito Stagno, cosa ha dato a noi umanità, quel dispendioso seppure audacissimo viaggio sul nostro satellite? Tutti i minerali raccolti su quella superficie immobile e secca di quale utilità ci sono stati?".



E ti cascano le braccia. E allora vorresti loro spiegare cose che ingenuamente supponi debbano appartenere al bagaglio delle conoscenze di base di ciascuno, indipendentemente dal livello di istruzione, così come il fatto che se ti attacchi con la lingua alla 220 rischi la vita. Vorresti ricordare che la ricerca è fondamentale per qualunque tipo di sviluppo tecnologico, e che le ricadute pratiche della ricerca di base ci sono sempre, anche se impreviste e imprevedibili. E fai l'esempio del web, inventato per studiare le particelle, o la microelettronica, inventata per andare sulla luna, o il laser, il computer, la TAC, la PET, la risonanza magnetica, il GPS, i raggi X, le fibre ottiche e gli innumerevoli altri "gadget" tutti figli della ricerca "inutile", quella per la quale non si vede, nel momento in cui viene fatta, alcuna possible ricaduta pratica. Pensi, ingenuamente, che in un mondo in cui i benefici della scienza si toccano con mano tutti i giorni, e dei quali non potremmo più fare a meno, questo banale concetto dovrebbe appartenere ormai a chiunque, ma ogni volta scopri che non è così.


Ma a parte tutto questo, la cosa che veramente deprime è constatare come tanta gente non sappia provare stupore. Non sappia affascinarsi di fronte alla conoscenza. Alla bellezza della conoscenza. Per loro una fotografia dei dettagli della superficie di Plutone o del SUV appena uscito dall'autolavaggio scatenano le stesse emozioni. Vedere davanti a sé una pietra che proviene dalla luna, e che ha passato gli ultimi 4 miliardi di anni su un corpo extraterrestre, ha lo stesso fascino di un sasso raccolto ai giardini pubblici. Sapere che sappiamo fare esperimenti che ci mostrano come era l'universo 13 miliardi e mezzo di anni fa genera lo stesso interesse di una puntata di Oggi al Parlamento. Niente su cui valga la pena soffermarsi, niente su cui valga la pena provare interesse, per non dire meraviglia. Non cura le loro emorroidi, non aiuta la ricrescita dei capelli (perché se servisse a curare il cancro sarebbero comunque sospettosi, essendo probabilmente qualcosa di imposto da qualche multinazionale!) e quindi non serve. Che poi sia la finestra su un mondo che fino a ieri esisteva solo nell'immaginazione, e che pensavamo accessibile solo con la fantasia, per loro non è degno di interesse.  

Eppure è proprio questo il vero motore della ricerca, la cosa che la rende fantastica: la conoscenza. La bellezza della conoscenza. Lo stupore di fronte a ciò che prima non si conosceva, e adesso si conosce. La scoperta che le nuove risposte sono sempre associate a nuove incognite, e quindi la necessità di porsi nuove domande prima non preventivate. A questa gente non interessa la conoscenza perché la conoscenza, apparenemente, non serve. E' una cosa inutile.

In effetti la conoscenza è inutile, perché la specie umana continuerebbe a perpetuarsi anche senza le foto di Plutone o i pentaquark. Magari se qualcuno non avesse avuto il desiderio di conoscere come sono fatti gli oggetti piccoli inventando il microscopio ancora moriremmo di peste, ma la perpetuazione della specie, pur tra varie difficoltà, andrebbe avanti comunque, come va avanti per le gazzelle, le rane o le formiche, le cui conoscenze sono le stesse di quando si sono manifestate come specie viventi.

Eppure la capacità di fare cose inutili, anzi, l'esigenza di fare cose inutili, è forse la cosa che più di tutte ci distingue dagli altri esseri viventi e ci qualifica come umani. E scusate se vi sembra un aspetto marginale! Scusate se è poco! Qualunque altro essere vivente fa solo ciò che serve per vivere. Non perde tempo a fare l'inutile. Non è economico, per un essere vivente, spendere energie e risorse che non servano alla perpetuazione della specie. La gazzella non perde tempo a scalare il Kilimangiaro. I pesci non passano le notti con la testa fuori dell'acqua a guardare le stelle.

L'uomo invece a volte sente il bisogno di fare cose inutili. Inutili per quello che concerne la sua semplice esistenza. Meravigliosamente inutili, come dipingere un quadro, scrivere una poesia, o ingegnarsi per capire come può essere fatta una particella o un minuscolo pianeta distante 4 miliardi di chilometri, e sul quale certamente non andrà mai.

Dal punto di vista fisiologico potrebbe vivere ugualmente bene senza farlo. Il suo cuore continuerebbe a battere, i suoi reni a filtrare il sangue, le sue ossa a sostenerlo. Tuttavia è proprio grazie a questa nostra capacità, che a volte si trasforma in esigenza, di fare cose inutili, che abbiamo una Gioconda, una Divina Commedia, un Duomo di Firenze, i film di Kubrick, le poesie di Ungaretti, i riff di chitarra di Chuck Berry, le sinfonie di Beethoven, le canzoni dei Beatles e dei Led Zeppelin. E anche le foto dei sassi di Plutone. E se uno non riesce a stupirsi di fronte a quelle foto così meravigliosamente inutili, se le guarda e passa oltre e l'unica cosa che gli viene in mente è domandarsi a che cosa potranno mai servire, vuol dire che la regressione a subumano è già allo stato avanzato. E non si può che provare pena per lui.

PS. Per inciso la persona che ha fatto il commento virgolettato sulle missioni Apollo che ho riportato sopra è un noto attore. Una persona che deve il proprio successo all'insopprimibile passione che hanno gli umani verso l'inutile. Paradossale, vero?

mercoledì 8 luglio 2015

A cosa serve il calcolo tensoriale? Per trovare la svolta giusta alla rotonda

Ancora un esempio sulle tortuose strade che collegano la ricerca alle applicazioni pratiche


Il GPS adesso lo usano tutti. A parte l'uso che ne facciamo comunemente sull'auto, è uno strumento ormai indispensabile nella navigazione aerea e navale, e nell'escursionismo, ad esempio in alta montagna, può perfino salvare vite umane. E' sempre grazie al GPS installato sui treni che sappiamo i ritardi reali di Trenitalia, che altrimenti scriverebbe sempre "RIT. 5'" anche se sono 20.

Il GPS funziona in questo modo. Attorno alla terra ci sono 24 satelliti che ruotano su varie orbite a 20000 Km di quota, in modo tale che in ogni istante qualunque punto della superficie terrestre sia visibile da almeno 4 di essi. Il ricevitore GPS, dal cruscotto della nostra auto, localizza i 4 satelliti e ne misura la loro distanza. Per risalire dalle loro distanze alla posizione assoluta del ricevitore sulla superficie terrestre in modo non ambiguo, il numero minimo di satelliti visibili è 4. Per questi dettagli vedi ad esempio qui. Il punto è: come fa il GPS a misurare la distanza del satellite? In realtà misura il tempo che ci mette il segnale emesso dal satellite a arrivare a lui. In sostanza, anche se i dettagli sono più complessi (come sempre) è come se il satellite gli dicesse: "ti mando questo segnale e adesso sono le ore x esatte, e io mi trovo in questo punto y". Il nostro ricevitore lo riceve e dice "ohibò, l'ho ricevuto alle ore x + tot, e quindi, essendo la velocità della luce costante e indipendente da qualunque sistema di riferimento, la distanza del satellite che mi ha inviato il segnale è la velocità della luce per il tempo che ha impiegato a arrivare fino a me". Facile no?

Solo sulla carta. La difficoltà è intanto quella di misurare i tempi con grande precisione. Il segnale infatti impiega un po' meno di 7 centesimi di secondo per arrivare dal satellite al nostro cruscotto. Un errore di un millesimo di secondo nella misura del tempo equivarrebbe a un'imprecisione sulla posizione di 300 Km, e se il nostro problema è dove svoltare alla rotonda questo potrebbe costituire un problema. Il tutto si risolve montando sui satelliti degli orologi atomici, che sfruttando le oscillazioni di certi atomi nella materia sbagliano a darti l'ora soltanto di 1 nanosecondo, cioè un miliardesimo di secondo.

Il nostro ricevitore non può avere ovviamente anche lui al suo interno un orologio così preciso, per questione di costi. Per cui si autocorregge continuamente con i satelliti, chiedendo loro sostanzialmente che ore sono e risincronizzandosi (i dettagli, come sempre sono complessi).


Ora, c'è un problema. I satelliti si muovono rispetto al ricevitore. E la teoria della relatività ristretta ci dice che il tempo in un sistema in moto scorre differentemente dal tempo in un sistema fermo. Quindi il tempo sui satelliti scorre in modo leggermente diverso dal tempo sulla terraferma. E quindi l'intervallo di tempo misurato dal ricevitore mentre il  segnale va dal satellite a lui, sarà diverso dall'intervallo di tempo misurato dal satellite. E che sarà mai, direte voi! La relatività conta quando le velocità in gioco sono vicine a quelle della luce, e un satellite, per quanto vada veloce, va molto più lento della luce! Vero, però...

Però se uno va a fare i conti, per una velocità del satellite di circa 4 Km/s, un intervallo di tempo di 1 secondo misurato dal satellite differisce di un centesimo di miliardesimo di secondo dal secondo misurato a terra. Non sembra un problema. Ma su un giorno, cioè 86400 secondi, lo sfasamento degli orologi fra satellite e terra sarebbe di più di 7 microsecondi. Una sciocchezza che, se moltiplicata per la velocità della luce, dà più di 2 Km. E se vogliamo svoltare alla traversa giusta della rotonda ci serve una precisione di, diciamo, 10 metri. E se in un giorno si sbaglia di 2 Km, 10 metri li si sbagliano dopo 7 minuti. Ovvero dopo 7 minuti, se il nostro sistema GPS non tenesse conto di questo effetto, diventerebbe inservibile.

E poi c'è la Relatività Generale, che ci dice che il tempo scorre in modo diverso al variare del campo gravitazionale. Sulla terra, dove il campo di gravità è più intenso, il tempo scorre un po' più lento che sui satelliti, dove la forza di gravità della terra e inferiore. Ci sono due orologi atomici, uno a Torino e uno al Plateau Rosà, a 3500 metri di quota (sembra una barzelletta, tipo ci sono un italiano, un francese...). I due orologi all'inizio sono sincronizzati. Dopo 2 mesi quello al Plateau Rosà è più avanti di 2,4 microsecondi. E se fosse su un satellite, a 20000 Km di quota invece che 3 e mezzo, sarebbe ancora più avanti. Anche qui, mammamia, e che sarà mai! E invece i calcoli mostrano che l'effetto, di segno contrario a quello descritto prima, è di 45 microsecondi al giorno, ovvero un errore, in un giorno, di 15 Km. E quindi i nostri 10 metri di precisione, se non tenessimo conto di questo effetto, li perderemmo dopo appena 1 minuto, a causa di questo effetto aggiuntivo dovuto alla relatività generale.

Quindi il GPS funziona correttamente anche grazie alla teoria della relatività. La misura dei tempi deve essere continuamente corretta per questi effetti, piccolissimi in apparenza, ma determinanti per il funzionamento di un apparecchio che, per servire, deve essere molto preciso. Senza le correzioni basate sulla teoria della relatività il GPS perderebbe la posizione (e quindi la sua utilità), in un paio di minuti al massimo. E addio svolta giusta alla rotonda.
Il GPS è quindi un gadget che funziona grazie a una teoria tra le più astruse e fuori dal mondo che ci sono in fisica. Una teoria che si applica ai buchi neri, alle stelle di neutroni, agli oggetti più strani che esistono nell'universo, si rivela indispensabile per usare una specie di elettrodomestico di uso comune! Chi l'avrebbe mai immaginato? Di sicuro Einstein non ci avrebbe pensato, nel 1915, quando formulò la sua relatività generale.



L'aristotelico che è in noi

Come affrontare i problemi scientifici nel modo sbagliato


Sono iscritto ad alcuni gruppi a tema scientifico, e a volte capita che qualcuno pubblichi per gioco qualche semplice problema di fisica quotidiana, sul quale tipicamente i lettori si scatenano nel dare la propria soluzione. Ne cito uno a caso, a titolo di esempio, tanto per capire cosa intendo.

In un bicchiere con dell'acqua c'è un cubetto di ghiaccio che galleggia. Quando il ghiaccio si sarà completamente sciolto il livello dell'acqua nel bicchiere sarà uguale, maggiore o minore di quello iniziale?

Semplice no? Non dico la soluzione, ma il problema in sé. Il tutto si basa sulla considerazione che il ghiaccio ha densità minore dell'acqua, e su come la spinta di Archimede si comporta in questo caso.

giovedì 2 luglio 2015

Digiuno (in)consapevole

Come inventarsi un metodo per stare male e poi autoconvincersi che ne valeva la pena.


I social networks sono interessanti.  Sono istruttivi dal punto di vista sociologico perché ti raccontano di un'umanità che non immagineresti. Sì perché è normale supporre che in giro ci sia gente che vede le cose in modo diverso da te in fatto di politica, di cultura, di costumi. Gente con punti di vista diversi, che magari non condividi, che magari detesti o disprezzi, con cui non sei d'accordo neanche un po', addirittura gente di cui pensi che il mondo farebbe volentieri a meno, ma sai che fra tanti c'è spazio anche per loro.

Però ingenuamente pensi anche che un'attitudine largamente condivisa del genere umano sia quella di stare bene. Di ambire a stare bene, soprattutto in salute, senza dolori o malesseri, avere una vita piacevole, senza stress né tensioni particolari. Che poi per qualcuno questo si concretizzi nello starsene su una sdraio a Pinarella di Cervia a leggere l'ultimo libro di Vespa e per altri nello scalare il Cerro Torres con 20 gradi sotto zero è una questione di gusti, perché comunque dietro c'è il fare qualcosa che ci fa sentire meglio.

E invece, tramite i social networks, scopri che esiste una comunità di persone che si organizza scientemente, con consapevolezza, per peggiorare la propria condizione di vita. Studia a tavolino un modo per passare da uno stato di vita normale a uno peggiore, convincendosi allo stesso tempo di aver fatto la scelta giusta. Sono i digiunatori, i sostenitori del cosiddetto "digiuno consapevole".

Il digiuno consapevole, lo dice la parola, è una pratica i cui sostenitori ambiscono a digiunare il più possibile. Non alcune ore, come faccio io tutti i giorni nell'intervallo fra i pasti, e nemmeno un giorno, ma alcuni giorni la settimana se sei un principiante, o settimane intere se sei un professionista. Questi ultimi sono ovviamente invidiatissimi dai propri colleghi che dopo un po' cedono di fronte al Ferrero Rocher che li guarda lascivo dal vassoio in salotto. Notate bene che il digiuno è inteso come digiuno totale. Non una mela ogni tanto, ma digiuno nel vero senso della parola: acqua e basta.

Le motivazioni vanno da una generica purificazione del corpo, a cose più ardite del tipo "prevenzione e autoguarigione, riduzione dell'età biologicaricerca interiore", fino al "favorire il riposo degli organi" (fonte e fonte). Penso sia inutile sottolineare a questa gente che il cuore, i polmoni, il fegato, il pancreas e tutta la fisiologia del corpo continui ad andare avanti nonostante il digiuno, anche se si tratta di tenere in vita un imbecille che si sta impegnando per farsi del male. Si chiamano organi involontari apposta, e lo si studia già alle elementari. Se sapessero, gli organi di quel corpo, per chi stanno sprecando tempo e fatica senza che il loro padrone lo sospetti nemmeno!

Si apprende poi che con il digiuno l'organismo "comincia a autodigerirsi", secondo il criterio per cui "i tessuti sono persi o consumati in ragione inversa alla loro utilità". Quindi è evidente che il cervello, in questa gente, è il primo che viene fatto fuori, ancor prima del rotolo di grasso sulla panza. Prima le cose inutili!

Sui siti di digiunatori consapevoli si legge perfino che il digiuno prolungato favorisce la disintegrazione e il riassorbimento di tessuti malati, cisti, pus, cellule morte, tumori e ascessi. Che insomma, uno che ha già la sfiga di avere il cancro, e è quindi mal messo di suo, che si metta pure a fare 2 settimane di digiuno totale per tirarsi un po' su....


Gli esperti del digiuno ci informano anche che "Il Dr. Shelton ha seguito, fino alla remissione della malattia, digiuni della durata di 60 - 90 e 120 giorni". Anche il Dr. Mengele faceva cose simili.

E' interessante però sapere che "il digiuno é controindicato alle persone che devono digiunare per guarire" (fonte).  Ho letto e riletto questa frase più volte e non sono riuscito a capirla. La propongo per i prossimi quiz INVALSI.

In rete pullulano gruppi di digiunatori consapevoli, e su Facebook si scambiano opinioni e consigli su come affrontare questo salto di qualità nella loro vita altrimenti banalmente normale e monotona. Sì perché, diciamocelo, chi intraprende attività di questo tipo sostanzalmente non ha un cazzo da fare nella vita, e soprattutto non ha mai conosciuto problemi seri di quelli che non ti fanno dormire la notte. Altrimenti, se fosse senza lavoro con un mutuo in scadenza, se avesse un malato in famiglia da accudire, una cassa integrazione che incombe, un licenziamento nell'aria, una figlia che si è fidanzata col batterista dei Vomitose, col cazzo che si metterebbe pure a digiunare per purificarsi! Io quindi mi sono iscritto a uno di questo gruppi per curiosare con l'occhio indagatore dello scienziato che vuole carpire i segreti di questo spaccato di umanità.

I post degli adepti a questa pratica sono tutti del tipo: "Salve, sono Luisa, ho 40 anni e sono vegetariana. Vorrei essere vegana ma non riesco a rinunciare alle uova col provolone anche se le sto provando tutte. Da tre giorni ho intrapreso un digiuno consapevole, solo che stamattina mi sono svegliata in preda a una spossatezza incredibile, giramento di testa, dolori articolari, nausea e fortissimi bruciori di stomaco, oltre a tremori incontrollati e brividi di freddo. Ditemi, dove sto sbagliando?".

E le risposte sono invariabilmente di questo tipo: "E' tutto normale, non devi spaventarti! E' l'organismo che cerca di ribellarsi al processo di purificazione che hai iniziato! Devi tenere duro, sarebbe gravissimo cedere! Vedrai che fra 3 o 4 giorni ti sentirai meglio!". In questi gruppi normalmente c'è sempre il superesperto, quello che quando prende la parola gli altri arretrano rispettosi, consapevoli di non essere in grado di raggiungere tali livelli di saggezza. Quello che dice cose del tipo "probabilmente non hai ancora raggiunto la catarsi che accompagna la liberazione delle cariche emotive che avviene al raggiungimento dell'equilibrio dell'io con il corpo". I novelli digiunatori non capiscono una mazza di quello che dice ma pensano: "Mecojoni, anvedi come è bravo!"

Ah, dimenticavo che durante il digiuno, tanto per svagarsi un pò e provare nuove sensazioni, è buona pratica farsi un clistere un giorno sì e un giorno no, per "pulire gli intestini" (fonte). Da cosa non si sa, visto che uno non mangia. E se per caso avrai un sonno agitato e farai brutti sogni non è perché non mangi da una settimana, no, non è per quello, ma perché sei nella fase in cui i veleni ti stanno passando nel cervello (fonte).

E per chiarezza, sempre da questa fonte, riporto testualmente quello che può succedere durante il digiuno, ma che è ovviamente tutta salute.

"Ad esempio la lingua diventa patinosa e si avverte un orribile sapore in bocca, l'alito ed il sudore in genere sono fetidi, le urine diventano più cariche e possono colorare di scuro, essere più dense ed emanare un cattivo odore (spesso si sente l'odore di farmaci assunti anche decine di anni prima), si inizia ad espellere catarro, può venire la febbre, i dolori articolari diffusi, e per chi è abituato a bere molti caffè, quasi sempre forte mal di testa, nei primi giorni. Nonostante tali condizioni possono essere spiacevoli, esse rappresentano un processo purificatore così come lo è la perdita di peso. Naturalmente si manifesta e si accentua il disturbo già noto, ossia quello per cui si decide di digiunare (nel caso del digiuno terapeutico); poi vengono i disturbi legati a problemi di salute del passato. Tutti conservano nei tessuti postumi di traumi o di malattie passate. Digiunando, questi tessuti danneggiati si riparano; quando il danno è reversibile, la sua antichità non limita le nostre capacità di porvi rimedio. Il terzo disturbo che si potrebbe sperimentare è quello latente, ossia si potrebbe rivelare la presenza di un focolaio di infezione ancora sconosciuto che denota un disordine fisiologico che prima o poi si sarebbe comunque manifestato. Il disturbo segnala l'attività di autolisi."
Non vi viene voglia di possedere un lanciafiamme?

Sono stato muto spettatore in questo scambio di deliri per un po', ma poi non ce l'ho fatta più quando una donna incinta, manifestando la grande fatica che faceva nel digiunare, si è sentita rispondere da questo branco di dementi che doveva resistere per il bene suo e del bambino, e che tante donne in gravidanza digiunano normalmente per molti giorni, e che addirittura dei maratoneti praticano il digiuno (anche maratoneti incinti?). Non ce l'ho fatta, e ho detto loro che avevano bisogno di un bravo psichiatra, perché solo una grave turba psichica può giustificare la decisione di autorovinarsi una vita normale, sana e serena, imponendosi digiuni e pratiche alimentari demenziali in modo così insensato. Ovviamente mi hanno subito bannato.

Peccato, perché prima o poi avrei avuto intenzione di inserirmi nel gruppo come esperto di digiuni terapeutici consapevoli e pratiche di autointrospezione psicofisica (non so cosa significhi, ma quella gente ci avrebbe trovato un significato sicuramente molto profondo) e avrei loro proposto le seguenti pratiche. Magari qualcuno lo farà al posto mio, chissà.
  • La respirazione e la capacità polmonare traggono grande giovamento dal fare le scale di corsa più e più volte di seguito portando due taniche da dieci litri piene, una per mano, e poi, una volta arrestatisi, trattenere il respiro per almeno 3 minuti. 
  • Per potenziare la vista e correggerne eventuali difetti, è molto efficace affettuare impacchi caldi di olio piccante e 'nduja, cercando di tenere il più possibile le palpebre spalancate. Il leggero bruciore che si percepisce è il sintomo tipico della purificazione del cristallino.
  • Il carattere si può temprare fin da bambini con l'antichissimo metodo di medicina tradizionale giapponese "wasabi prime pappe" (Wasabi saisho no shokuji). Due generose cucchiaiate di wasabi disciolte nella pappa di tapioca fin dal primo svezzamento aiutano il bambino a forgiare un carattere volitivo che lo aiuterà ad affrontare le difficoltà nella vita.
  • Per migliorare il nostro rapporto con la natura e l'io vitale (anche questo non so cosa sia, ma altri ci troveranno sicuramente un significato) è molto utile camminare scalzi in montagna sui sentieri che attraversano le pietraie e le morene glaciali. La pianta del piede e le minuscole asperità della pietra si armonizzano al contatto reciproco in una perfetta simbiosi tra carne e pietra che si manifesterà in un equilibrio ideale tra "viventem atque exanimis" (il new ager quando vede le scritte latine si bagna e non capisce più niente. Gli puoi perfino far leccare la 220 se glielo giustifichi in latino).
  • Il digiuno dal cibo non può prescindere dal digiuno del sonno. Evitare di dormire per giorni, meglio se per settimane, aumenta la propria consapevolezza, e facilità lo smaltimento delle tossine, eliminando inoltre i radicali liberi (i new ager temono i radicali liberi più di un ciclo di aerosol di amianto, anche se, come tutti, non sanno cosa siano). 
  • Per rilassare l'animo dopo una giornata di lavoro è utile la tecnica del contrappasso messa a punto dal Dott. Sylvansky (i dottori che piacciono ai fuffari hanno spesso nomi del genere, come i dottori di Paperopoli). Dotarsi di un guanto di ferro alla Freddy Krueger e di una lavagna, e passare ripetutamente la mano dall'alto verso il basso più e più volte. "Similia similibus curantur!"(Wow!)
  • E infine un antico metodo della medicina tradizionale cinese per liberare le endorfine e essere pervasi da un inaspettato intenso benessere, deliberatamente censurato e occultato dalla scienza occidentale serva delle multinazionali. Una pratica purtroppo dedicata ai soli uomini: denudarsi, bendarsi accuratamente, sdraiarsi sul letto, impugnare un pesante martello e percuotersi violentemente sui genitali con ritmo costante. L'incredibile sensazione di piacere che si prova quando si sbaglia mira è impossibile da descrivere. Provate e mi ringrazierete!