giovedì 26 gennaio 2017

Vaccinazioni sì o no: io, genitore qualunque, non vorrei dover scegliere!


Leggo che il sindaco di Livorno ha dichiarato che rendere obbligatorie le vaccinazioni per i bambini all'asilo è una "forzatura insopportabile". Aggiunge poi che non ci sono emergenze sanitarie in Toscana, e che la vaccinazione deve essere una scelta individuale, perché altrimenti si viola la libertà del singolo individuo. Il testo integrale del suo intervento lo trovate qua sotto.

Innanzitutto al sindaco sfugge un aspetto cruciale: in Toscana non c'è un'emergenza (meningite) perché la maggior parte dei bambini è vaccinata! Se non lo fosse, il virus avrebbe avuto vita facile nel diffondersi, e l'emergenza sanitaria adesso ci sarebbe eccome! Si chiama immunità di gregge, ed è il motivo principale per cui è importante che sia vaccinata una percentuale più alta possibile della popolazione. In pratica l'immunità della maggior parte della popolazione (resa possibile dalla vaccinazione di massa) rende difficile ai virus il contagiare quei pochi che non sono immuni (i non vaccinati), e che sono quindi suscettibili di contagio. Se il numero dei non immuni dovesse aumentare, l'epidemia si diffonderebbe con facilità. Non pretendo che il sindaco lo legga, ma il concetto è spiegato un po' più in dettaglio qui



E quindi veniamo al secondo errore del sindaco: la vaccinazione non è affatto una questione personale, una scelta individuale, ma riguarda la collettività! Vaccinarsi non solo protegge chi lo fa, ma anche chi , per vari motivi, non può farlo. Ad esempio i bambini troppo piccoli, o coloro che, per motivi di salute, non possono assumere il vaccino. L'immunità che io e il sindaco acquisiamo con la vaccinazione, indirettamente agisce anche su di loro.


E veniamo al terzo errore del sindaco, il più grave secondo me, perché travestito con parole che lo fanno apparire, a uno sguardo sprovveduto, come una frase di assoluto buon senso. E cioè che ogni cittadino, ogni genitore, dovrebbe essere lasciato libero di decidere in modo autonomo se vaccinare o meno i propri figli. 

Il punto è: che competenza ho io, cittadino qualunque, che non sono un medico, che confondo virus con batteri, che laringe e faringe per me sono la stessa cosa, per decidere su un argomento così complesso? Come può pretendere uno che non ha nemmeno chiaro il fatto che se non si è diffusa la meningite è perché la maggior parte della gente è vaccinata,  di chiedere alla gente di prendere in modo autonomo una decisione consapevole su un argomento che, alla luce dei fatti, egli per primo non conosce affatto?

Cosa dovrebbe fare un cittadino qualunque? Se ha buon senso chiederà al pediatra, che gli dirà di vaccinare il figlio (oppure di non farlo, ci sono anche questi medici qui). Ma che alterativa avrebbe, se non quella di chiedere al proprio medico? Mettersi a studiare virologia? Spulciarsi le pubblicazioni su Lancet? (auguri!). Chiedere a parenti e amici? Come riuscirebbe a comprendere se quello che legge o gli viene detto è affidabile, o è la parola di un incompetente? Con quali strumenti un genitore qualunque potrebbe assumersi autonomamente e consapevolmente la responsabilità di una decisione così importante per la salute dei suoi figli e per la comunità?

Io lo dico chiaramente: io non vorrei dovermi assumere una simile responsabilità! Io, cittadino qualunque, privo di competenze in materia, ho il diritto, in uno stato civile, di non dovermi assumere questa responsabilità! Ho il diritto che lo stato mi guidi su ciò che la scienza, che io non sono tenuto a conoscere, ritiene fondamentale per la salute pubblica! Non c'è nulla che ha a che fare con la libertà dell'individuo nell'imporre a un padre di famiglia che magari non ha nemmeno un titolo di studio di "informarsi" e poi decidere autonomamente se è meglio far fare la trivalente a suo figlio, e magari fargli anche scegliere a che età fargliela fare (alcuni dicono che bisognerebbe almeno farla da "grandi"!).

Sarebbe come se il costruttore della casa in cui andrò ad abitare mi chiedesse di decidere autonomamente se mettere in certi punti della casa le travi portanti, oppure lasciarci un normale muro di mattoni. E che ne so io? Non deve spettare a me una decisione simile! E' tutt'altro che libertà, quella! 

Alcuni tirano in ballo l'informazione: prima di imporre - dicono - bisognerebbe informare. Non sono d'accordo. In questo caso bisogna informare mentre si impone! Non si può aspettare che tutti, opportunamente informati, vadano autonomamente alla Ausl a far vaccinare i figli, perché abbiamo visto che, se lasciati fare, molti cittadini cadono vittima delle trappole di chi sparge idee demenziali in fatto di salute (col pretesto di informare!). Lo so che imporre è una parola brutta, ma in questo caso stiamo imponendo la salute dei cittadini. E' un'imposizione più che accettabile, direi!

4 commenti:

  1. Quello che ha scritto il sindaco si contraddice una riga sì e una no.

    "Imporre un divieto simile"... Il divieto di essere stupidi?
    "puntare sulla prevenzione" ma senza vaccinare... Vorrebbe prevenire le epidemie facendo girare le persone dentro grandi bolle di pvc trasparente?
    "favorevoli ma la scelta deve essere individuale"... se sei favorevole spingi per far vaccinare.
    "dare ossigeno ai complottisti e favorire teorie pseudoscientifiche"... Ah, come quella che non occorre vaccinare più persone possibili?
    "ci opporremo con ogni mezzo"... Accidenti! Questo sì che convincerà la gente che è giusto vaccinarsi!

    Oltretutto parla così perché la sua laurea in ingegneria aerospaziale gli dà tali e tante competenze da portare avanti campagne a tema immunologico, of course.

    Meno male che gli interventi di questi soggetti dovevano essere sottoposti ad approvazione preventiva -.-

    Elena

    RispondiElimina
  2. Nogarin è un analfabeta culturale, come TUTTI i cinque stelle, non si può pretendere che sia in grado di capire un qualsiasi ragionamento..

    RispondiElimina
  3. Buongiorno,
    mi sono avvicinato da poco a questo interessante Blog e colgo l'occasione per fare i miei complimenti al prof. Marcellini.
    In questo mio commento vorrei però sollevare un'obiezione all'articolo, in particolare alle sue osservazioni relativamente a quello che definisce il terzo errore del sindaco di Livorno (e vorrei distinguerlo dal secondo errore). Se ho ben compreso, la sua critica si potrebbe riassumere dicendo che non avendo i cittadini la necessaria competenza per decidere se conviene o meno vaccinarsi, questa decisione deve essere demandata a chi tale compentenza ce l'ha e poi estendere per obbligo a tutti quanti la scelta fatta dagli esperti.
    L'osservazione sembra avere senso, perché è certamente impossibile diventare esperti di tutto o anche solo delle cose essenziali della vita. Leggendo l'articolo mi è però tornata alla mente una lezione del prof. Rodotà sulla libertà e sul rapporto medico-paziente, che provo a sintetizzare enormemente sperando di non far torto, io non esperto, al grande giurista.
    Dopo la seconda guerra mondiale, con la scoperta degli orrori nazisti nei campi di concentramento e degli esperimenti fatti su cavie umane, nacque una nuova visione del rapporto medico-paziente. Alla millenaria impostazione che vedeva il medico imporre e il paziente subire, si è sostituita quella attuale che vede il medico informare e il paziente scegliere. Questo è in fondo l'origine e il senso di quel consenso informato che ormai siamo abituati a firmare negli ospedali.
    Da sempre si era pensato che non ci fosse alcun motivo per far scegliere la terapia al paziente, che non aveva alcuna competenza in materia. Oggi invece viviamo in un'epoca in cui l'uomo rappresenta il centro dell'ordinamento giuridico e l'equilibrio tra tutela della salute e libertà personale risulta fondamentale: la persona deve avere la possibilità di autodeterminarsi, decidendo in autonomia sulla propria salute, senza essere necessariamente esperto nel settore, ma confortato dalle informazioni fornite dagli esperti. E' una responsabilità grande, ma è la responsabilità di essere adulti.
    Anche se tutti gli esperti trovassero vantaggioso un certo trattamento, non sarebbe un motivo sufficiente per imporlo, perché un tale obbligo limiterebbe in modo inaccettabile il cosiddetto "diritto negativo del soggetto", cioè il diritto inviolabile al rifiuto dei trattamenti sanitari. Non sarebbe nemmeno accettabile affermare che i cittadini, proprio perché non esperti, si potrebbero far fuorviare da ciarlatani e dunque sarebbe meglio che a decidere sia lo Stato seguendo il parere degli scienziati. Soltanto quando le scelte del singolo possono intaccare il benessere del gruppo può accadere che lo Stato imponga delle scelte non condivise da tutti, alla luce del fatto che i valori collettivi prevalgono su quelli individuali (anche qui avrei moltissimi dubbi, ma tralascio per brevità).
    Non credo sia corretto confondere queste due argomentazioni: 1) abbiamo il diritto di scegliere (anche se non esperti) e gli esperti 9hanno il dovere di informare; 2) il bene collettivo prevale su quello individuale. Quindi le vaccinazioni vanno imposte non perché i cittadini non sono in grado di scegliere, ma perché in questo caso la scelta di un individuo ha ripercussioni sugli altri.
    Le vaccinazioni vanno imposte non perché non c'è il tempo di aspettare che i cittadini, opportunamente informati, decidano di farsi vaccinare, ma semplicemente perché in questo caso non è richiesto il consenso del singolo. Le vaccinazioni vanno imposte non perché il cittadino non sa dove mettere i muri portanti della propria casa, ma perché sta costruendo collettivamente una casa dove abiteranno anche altri e dunque dove mettere i muri portanti lo decide il costruttore.

    RispondiElimina
  4. Questa almeno è l'idea che mi sono fatto, da non addetto ai lavori. Consapevole che la conoscenza costruita leggendo qualche articolo o ascoltando qualche conferenza non solo non può essere paragonabile ad anni di studi e di pratica nel settore (sembrerebbe ovvio, ma spesso non lo è), ma può essere addirittura pericolosa perché induce a essere "portatori di opinioni invece che sapienti", come avvertiva già Platone nel mito di Theuth, propongo questo mio commento senza la pretesa della verità, ma anzi sperando magari nel confronto con chi ne sa di più.

    RispondiElimina