sabato 19 settembre 2015

Messner e lo Yeti

Ho visto lo Yeti, giuro! Però forse a pensarci bene era un orso. Quasi quasi ci scrivo un libro!


Anni fa comprai il libro "Yeti, leggenda e verità", di Reinhold Messner. Lo feci perché all'epoca Messner aveva dichiarato al mondo di aver incontrato lo Yeti (fonte) in più occasioni durante le sue spedizioni Himalayane. Vinse in me la curiosità di leggere il racconto di un personaggio mitico (Messner, non lo Yeti) che in fatto di alpinismo aveva battuto ogni record, superando perfino quelle che erano le aspettative per la fisiologia umana in alta quota.

Ora, premetto che per me buttare via un libro è un gesto orribile. La sola idea di aprire lo sportello della pattumiera e buttarci un libro, farlo cadere dentro assieme alle teste di pesce e alle bucce di banana (quella volta non c'era la differenziata, abbiate pazienza...) è qualcosa che mi genera raccapriccio. Eppure con quel libro l'ho fatto: l'ho finito di leggere e poi l'ho buttato via! Non ho neanche provato a regalarlo a qualcuno, non l'ho usato per spianare un tavolo zoppicante, e nemmeno l'ho lasciato su una panchina sperando che qualcuno si impietosisse e lo prendesse. No, proprio l'ho buttato. E non me ne sono nemmeno pentito, se non per il fatto che adesso, se lo avessi ancora con me (è fuori catalogo da anni, e magari diventerà una rarità come il Gronchi rosa), potrei citarvene testualmente alcuni passi, perché è di quel libro che voglio parlare.

Il libro inizia con l'incontro del grande alpinista altoatesino con lo Yeti. Di ritorno da uno dei suoi picnic himalayani, Il nostro eroe, un filo stanco e provato da un paio di mesi di alta quota, stava scendendo a valle nella zona fra l'Amdo e il Kham, nel Tibet nord-orientale. E mentre se ne stava bello tranquillo a girovagare ecco apparire di fronte a lui, a una ventina di metri di distanza, un essere misterioso, imponente e completamente ricoperto di peli: il mitico Yeti! Messner stesso lo descrive come un essere alto circa due metri e mezzo, il cui peso si aggirerebbe intorno ai 300 chili, con un pelo folto e lungo più di 30 cm, una lunga capigliatura e braccia lunghe fino alle ginocchia (fonte). Nella figura è riportata (sulla destra) la rappresentazione redatta con perizia leonardesca dello Yeti, in un disegno originale dello stesso Messner (raffigurato invece sulla sinistra).
La scritta dice: disegno originale Di Messner
Sembra che i due si siano guardati per un po', e poi lo Yeti abbia fatto dietrofront allontanandosi a passo svelto, e controllandosi ogni tanto alle spalle di non essere seguito, anche perché, diciamocelo, dopo un paio di mesi passati in alta quota senza lavarsi, Messner non doveva propriamente somigliare al testimonial della Gilette.

Per inciso sembra che da allora, presso gli Yeti, si sia diffusa la leggenda di un essere misterioso, enorme e peloso, a loro simile nella corporatura e nel portamento ma molto più brutto, che si narra vaghi nelle lande desolate di quelle terre lontane emettendo indecifrabili emissioni vocali.

Messner nel suo libro ci descrive lo Yeti come sostanzialmente viene descritto nella sua tipica iconografia. Dopo questo scoppiettante inizio a effetto, però, il noto alpinista comincia a ragionare su cosa potrebbe essere questa misteriosa creatura da lui osservata da vicino. E dall'aver detto che era lo Yeti, piano piano comincia una lenta ritrattazione. Inizia buttando lì che in Tibet ci sono anche gli orsi, e anzi, quelli tibetani sono pure belli grossi, e che insomma, lo Yeti potrebbe alla fin fine essere un orso, e che anzi, in alcune zone conservano pellicce di orso credendo che siano di Yeti, e che insomma - suvvia! - è chiaro come il sole che lo yeti non è altro che un orso! Un libro di 300 pagine per dire questo, mentre il lettore si trascina incredulo di pagina in pagina, pensando speranzoso che prima o poi ci sia un colpo di scena, perché non è possibile che uno scambi un orso per lo yeti! E invece niente, alla fine il nostro è talmente certo che si tratti di un orso da incazzarsi pure con chi lo mette in dubbio (fonte).

Adesso, per carità, con tutto il rispetto per la tua capacità di alpinista e esploratore, ma benedetto Messner, insomma! Io una volta ho visto un orso. Anzi, da quella volta, come a te con lo Yeti, mi è successo diverse volte di vedere un orso libero in natura. La prima volta stavo facendo una camminata lungo un sentiero di un parco nazionale in California, e sebbene non avessi mai visto un orso dal vero prima di allora, e men che meno libero in natura, quando mi sono trovato questa bestia davanti a me (anche in quel caso a una ventina di metri di distanza) senza pensarci più di un millesimo di secondo di tempo mi sono detto: "Cazzo c'è un orso!".

Non è che ho pensato tra me e me: "ohibò! e cosa sarà mai adesso questo essere misterioso, enorme e peloso, che mi si para davanti? Sarà forse lo Yeti, oppure, visto che siamo in California, Bigfoot, il suo cuginone stupido americano?". Non mi è nemmeno sfiorato per l'anticamera del cervello che potesse essere qualcosa di diverso da un orso! Un orso è un orso, cazzo, e anche se non sei abituato a vederlo dal vivo, se lo vedi in un bosco che si gratta la schiena su un tronco, non è che la prima cosa che ti viene in mente è che sia uno Yeti o qualche altro misterioso essere ancora non catalogato dagli zoologi e corri a casa per scriverci un libro!

E' come se, incontrando un pollo nella foresta dove hanno girato Jurassic Park, uno dicesse "Porcaputtana c'è un Archaeopteryx!!! Allora è vero che non si sono estinti del tutto!". E poi tornasse a casa e scrivesse il libro "Archaeopteryx: leggenda e verità" raccontando dell'incontro con questo uccello misterioso dal piumaggio bruno e screziato e dagli artigli acuminati, per poi piano piano fare marcia indietro e dire che tutto sommato poteva anche trattarsi di una gallina. Capisco che la permanenza in alta quota con poco ossigeno possa dare luogo a errori di valutazione, però eccheccazzo!

10 commenti:

  1. A me interesserebbe leggere un libro scritto dallo Yeti sull'esistenza o inesistenza di Messner :)

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    1. La televisione non cielo dicono!!1 http://www.lercio.it/yeti-rivela-reinhold-messner-esiste-davvero/ :-)

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  2. Secondo me, anche per i libri andrebbe applicata la formula "soddisfatti o rimborsati", nonchè la possibilità di class action nei riguardi dell'autore per danno biologico inteso come spreco di cellulosa.
    Da un pezzo ho superato il tabù di buttare via i libri fuffa. Li getto senza pietà, nel riciclo della carta ovviamente, con la speranza che in una loro prossima vita possano servire da piattaforma per scriverci cose, se non proprio intelligenti, almeno divertenti.

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  3. Messner è un grande alpinista e un grande manager di sé stesso. Non ha bisogno di ricerche di mercato per capire come far quattrini, è una cosa che gli viene spontanea.

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  4. Mi hai fatto sbellicare dalle risate!! Sei un grande!!

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  5. w messner w lo yeti...perche' grazie a questo loro incontro tu hai potuto raccontarlo facendomi davvero ridere di cuore ;).non so se messner fra una scalata e l'altra ha letto il tuo racconto...se lo ha fatto sicuramente 2 risate ad alta quota sono scappate pure a lui... per quanto riguarda lo yeti credo stia ancora ridendo....

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  6. secondo me lo yety dopo aver letto il tuo racconto sta ancora ridendo;) troppo forte!

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  7. Può essere, più semplicemente, che Messner abbia visto una creatura in posizione eretta e che, a causa di condizioni particolari, non abbia potuto capire cosa fosse. D’altro canto, se esiste la leggenda dello yeti, mi dico io, non è un animale noto della fauna locale: infatti nessuno scambia una capra per uno yeti. Il Dalai Lama avrebbe detto a Messner che lo yeti é un orso: allora perché alcuni monasteri avrebbero conservato presunte reliquie di yeti? Se per loro fosse così ovvio, non avrebbe senso, almeno che questo particolare animale avesse qualche stranezza per cui lo ritenerlo sacro o degno di nota. Messner stesso avrebbe poi detto che potrebbe essere una specie ibrida o estinta tra orso polare e orso locale: sempre che siano autentiche, le impronte rinvenute avrebbero la forma di un primate. L’impronta di un orso ha gli artigli e non credo sia compatibile con quella di un primate o ominide. Messner è stato preso in giro per queste sue dichiarazioni riguardanti lo yeti e per il fatto che se ne occupi. Non mi sorprende il fatto che in un’epoca razionalista come queste, tutto ciò che sfugge al razionalismo appunto, venga messo al bando. Comunque anch’io penso che un orso sia un orso e tanti esploratori hanno asserito di aver visto creature umanoidi. Per cui, per quanto mi riguarda, il mistero non è stato ancora svelato.

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    1. L'ipotesi più economica è certamente che l'esistenza di un essere enorme non catalogato dagli zoologi sia "estremamente improbabile". Economica vuol dire che l'ipotesi "orso" è estremamente più probabile dell'esistenza di un essere enorme e sconosciuto.

      Se la cosa poteva avere un senso 100 anni fa, oggi, in un'epoca in cui nessun luogo della terra è più realmente inesplorato, ma anzi il turismo di massa ha invaso terre un tempo inaccessibili come l'Himalaya, abbiamo forti motivi per dubitare che un essere simile esista realmente.

      Un famoso presunto scalpo di Yeti, conservato in un monastero del Nepal, una volta analizzato, ha mostrato trattarsi di una pelle di capra. Non stupisce quindi affatto che le tradizioni di quel luogo non abbiano nulla di scientifico.

      D'altra parte decine di santuari europei contengono il Santo Prepuzio di Cristo (https://it.wikipedia.org/wiki/Santo_prepuzio) e se uno dovesse mettere assieme tutti i pezzi di legno della "vera croce" verrebbe fuori una foresta. Insomma, se in occidente ancor oggi crediamo a queste cose, c'è ampio spazio per dubitare che in una terra sperduta come il Tibet si tramandi la leggenda dello Yeti.

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