domenica 8 maggio 2016

Ecco a voi il vero volto di Cristo. Forse.

Paccottaglie mediatiche mascherate da scienza


La Bibbia e i Vangeli non ci danno alcun tipo di descrizione fisica di Cristo. Niente, nemmeno un indizio. Né se avesse la barba, i capelli lunghi o corti, alto, basso, nulla di nulla. E nemmeno esistono raffigurazioni di Cristo prima del IV secolo o giù di lì. Prima di allora esistono solo raffigurazioni simboliche, come ad esempio il pesce (fonte). Quindi sappiamo che l'iconografia classica di Cristo, quella con i capelli lunghi, gli occhi magari azzurri, barba a pizzetto diviso in due e baffi, è completamente arbitraria. Il fatto che la Sindone, datata del 1300, ci riporti proprio quelle sembianze che all'epoca andavano per la maggiore nelle raffigurazioni artistiche di Cristo, è un'ingenuità sulla quale il falsario che ha realizzato il famoso telo è scivolato di brutto. E se può significare qualcosa, San Paolo addirittura scriveva che lasciarsi crescere i capelli è indecoroso per un uomo (fonte).

Però di recente uno studio che vorrebbe essere scientifico ha riportato alla luce il "vero" volto di Cristo. Così, per lo meno, la stampa ce lo ha proposto, ad esempio in questo articolo. Sostanzialmente alcuni esperti forensi, coadiuvati da un artista (un medico in pensione) hanno studiato tre (3!) teschi della Palestina di 2000 anni fa, e in base ad essi hanno ricostruito quello che doveva essere l'aspetto tipico degli abitanti della Galilea dell'epoca, e quindi, sentenzia l'articolo, anche quello di Cristo. E allora, già che ci sono, nell'articolo titolano direttamente che quello che è stato ricostruito potrebbe somigliare al volto di Cristo.

Ricostruzione del possibile volto di Cristo. L'espressione di incredulità è quella immediatamente dopo la resurrezione di Lazzaro.

A parte che si potrebbe questionare su quanto tre teschi siano rappresentativi delle sembianze degli abitanti di un'intera area geografica. Tanto per dire, metti che a un esperto forense del futuro capitino sotto mano i teschi di Brunetta, Sallusti e Fassino, che razza di essere riuscirebbe a ricostruire, credendolo rappresentativo di tutti noi? Che figura ci faremmo? A parte questo uno si chiede: ma perché, partendo da tre teschi, fra tutti gli abitanti della Palestina proprio Cristo e non Barabba? O lo storpio miracolato, o magari il gran sacerdote del tempio, quello antipaticissimo?

Il presunto volto di Cristo, nella versione "bald", come era di gran moda in Galilea verso la fine degli anni 20.
E poi soprattutto: ma quello sarebbe il volto del Messia atteso dalle genti? Il volto di uno permeato dello Spirito Santo? Uno che radunava maree oceaniche di seguaci e con il suo sguardo magnetico e l'immenso carisma le convinceva a seguirlo? Ce lo vedete uno così che dice alla folla "Chi mi ama mi segua!". Uno così al massimo può permettersi di dire: "ragazzi, chi viene a farsi un frizzantino da Barabba's prima che chiude?". Quella è la faccia di uno che gli hai appena spiegato una cosa facile facile e non ha capito ma non ha il coraggio di chiedertelo, e ti tocca dirgli: "allora, ti è tutto chiaro? Sicuro? Te lo ripeto un'altra volta per sicurezza: prima si mettono i calzini e poi le scarpe!" Di fronte a un volto simile spacciato per il "vero volto di Cristo" ti viene da pensare che l'autore di tutto questo sia Odifreddi.

L'articolo dice che sono stati usati programmi appositi per determinare come dovevano apparire i muscoli e la pelle, e da questo ricostruire la forma del viso a partire dal cranio. Mi chiedo se queste procedure siano mai testate "in cieco", ovvero, dato un cranio di una persona il cui viso in vita era noto (ma non noto allo sperimentatore, questo è un punto essenziale), quanto realistico è il ritratto ricostruito con tali tecniche? Suppongo che abbiano testato queste procedure in cieco, cosa che è veramente il minimo per verificare l'attendibilità di queste tecniche. Tuttavia mi piacerebbe, per pura curiosità, vedere i risultati di questi test.

Ad esempio in tempi recenti è stato ritrovato lo scheletro di Riccardo III, re di Inghilterra, e dal suo cranio è stato ricostruito il viso, che ricorda in effetti la sua immagine dipinta. Ma il punto è che si conosceva già la sua immagine dipinta, e è veramente poco credibile che questo fatto non abbia in alcun modo influenzato chi ne ha ricostruito il volto. E infatti non si capisce come mai, sebbene si affermi che la ricostruzione sia avvenuta in "cieco" (vedi fonte), il viso abbia lo stesso taglio di capelli e lo stesso copricapo del dipinto. Faccio fatica a pensare che uno addetto alla ricostruzione del volto di Riccardo III fosse all'oscuro di che faccia avesse avuto realmente, quando quella faccia era addirittura un dipinto noto. Dubbi non solo miei, ma confermati anche in questa fonte da esperti del settore. 

Ma se il vero volto di Cristo non vi basta, se vi sembra uno scoop da poco, sappiate che non c'è mai limite al trash: eccovi quindi la ricostruzione sicuramente vera del volto di Gesù Bambino, fatta dalla polizia (ebbene sì!) su esplicita richiesta delle reti Mediaset (fonte). Il volto di Cristo da bambino è stato ricostruito con sofisticate tecniche normalmente usate per gli identikit dagli esperti della polizia di Roma, partendo dal volto della Sindone (fonte). Notare lo sguardo estatico e l'espressione da saputello, di quelli che a scuola non ti passano un'espressione neanche a pagarli, e - naturalmente - i capelli biondi. Nonostante nessuno sia mai stato biondo in Palestina, Gesù lo era per definizione, essendo evidentemente lo Spirito Santo di origine nordica.
Il volto di Gesù bambino estrapolato dalla Sindone. L'espressione degli occhi è sorprendentemente simile a quella dei moderni adolescenti dopo 6 ore di playstation.

Abituato a disegnare i volti dei camorristi e a invecchiare i Corleonesi partendo dalle loro foto nella culla, cioè poco prima di darsi alla latitanza, l'esperto della Polizia ha dovuto compiere un’opera di ringiovanimento del volto sindonico, applicando anche operazioni di lifting tipo la riduzione della mascella, il rialzo del mento e la correzione della gobba al naso, che l'articolo, con grande spirito critico, ci dice essere il risultato di un probabile trauma della passione. Sembra che il tecnico si sia allenato per la difficile impresa con le recenti fotografie di Ornella Vanoni.

Le reti televisive Mediaset hanno dedicato alla ricostruzione del volto di Gesù bambino un intero speciale (fonte) durante le festività natalizie, periodo in cui si è tutti più buoni e si è in grado di tollerare anche cose che in altri momenti richiederebbero l'uso del Napalm. Vano è invece risultato il tentativo, sempre da parte del pool di esperti del nucleo investigativo, di realizzare un identikit del direttore delle reti Mediaset con l'espressione intelligente.


PS: Spero che nessuno si sia sentito offeso nelle sue convinzioni religiose da quello che ho scritto. Se c'è qualcosa di offensivo e blasfemo verso la fede in tutto ciò, è eventualmente in queste pagliacciate mascherate da scienza, che hanno come unico scopo quello di approfittare della fede e dell'ingenuità della gente per scopi mediatici e, in ultima analisi, puramente economici.
PS2: Aggiungo anche, a scanzo di equivoci, che l'articolo non vuole mettere in nessun modo in discussione la fede, né discutere sull'esistenza o meno di Cristo, dato che questi, per definizione, non sono argomenti su cui la scienza possa pronunciarsi.


19 commenti:

  1. Per la cronaca, sono state testate in cieco.
    Il mio professore di antropologia si era fatto fare 4 ritratti differenti sulla base del suo cranio (usando quelle tecniche).
    Nessuno di loro gli assomigliava.

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    1. Sono curiosa di sapere come il tuo docente abbia fornito il suo cranio agli studiosi, per poi riprenderselo e ragionare sul fatto he le ricostruzioni non fossero somiglianti O.o

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    2. pare una storia uscita fuori da Baudolino di Umberto Eco, dove ci sono ben 9 teste di san Giovanni Battista una delle quali più piccola in quanto è la testa di quando era bambino.

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    3. Non c'é bisogno di togliere un cranio per vedere come é fatto...Ragionateci un poco e ci arrivate.

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    4. Piccolo indizio:
      https://www.youtube.com/watch?v=-QNmiUgW86E
      (Che poi é l'operazione che normalmente si fa per digitalizzare un cranio e ricostruirlo, vivo o morto che sia)

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    5. Risentendo la registrazione della lezione ho scoperto che lo aveva fatto per un programma televisivo, da smanettone che sono ho cercato di trovare il video. Non é stato difficile.
      http://www.bbc.co.uk/programmes/profiles/5qpHcrK90XM8mRHqLY3d1Yz/ben-garrod

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    6. http://www.bbc.co.uk/programmes/p01tld85 (link sbagliato).

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  2. ma quello sarebbe il volto del Messia atteso dalle genti?
    Via, cerchiamo di non essere Lombrosiani :-))
    Da statistico ho apprezzato molto la spiegazione della rappresentativita' di un campione basato su N = 3 teschi, soprattutto per la scelta dei tre ipotetici teschi dell'italiano medio. Pero' a pensarci bene la varianza del popolo italiano e' cosi' bassa che anche 3 van bene (chissa' perche' per aumentare la dimensione del campione i primi che mi sono venuti in mente sono stati Bossi padre e figlio e Calderoli...)
    Saluti !

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  3. Sulla ricostruzione a partire da crani, a suo tempo pensai immediatamente la stessa cosa, chiedendomi come si potesse essere così stupidi da pretendere di ricostruire il volto di una persona a caso, proveniente da un determinato popolo, e decretare che quello fosse il volto di un personaggio storico preciso dell'epoca.

    Invece trovo molto superficiale e supponente questo presupporre un "errore" da parte di un falsario della Sindone nel fare una immagine di un Messia barbuto coi capelli lunghi.
    Al contrario, a ricostruire una possibile storia antica della Sindone, emergono parallelamente storie di una immagine di Cristo "non fatta da mani d'uomo", a Edessa prima e a Costantinopoli poi, ed una iconografia ben precisa che dai bizantini si diffonde poi al resto della cristianità, dove Gesù ha queste caratteristiche; ancor più rimarchevole perchè, soppiantando un divieto ebraico per le immagini e conseguenti tendenze iconoclastiche, si crea un culto delle immagini con attenzione particolare al fare copie (e copie di copie) di un originale. Tutto questo punta alla esistenza di un modello, scoperto e considerato autentico, al quale doversi attenere e per il quale rovesciare l'atteggiamento tradizionale.
    A maggior ragione per il fatto che la descrizione di Gesù non è mai stata tramandata: perchè improvvisamente farsi così sicuri?
    Le icone certo hanno molti soggetti. Ma senza che ciò dimostri nulla, è interessante come si sia formata questa forma mentis del copiare.
    Ho una osservazione sul controllo del "cosa è copia di cosa", tra la Sindone e certe raffigurazioni molto antiche del volto di Gesù. Penso la scriverò in un blog post.

    I capelli lunghi non sono cosa così impensabile; come esisteva il nazireato, potrebbe darsi che Gesù e magari altri scegliessero di non radersi a lungo per ragioni anche simboliche.
    Quanto a S.Paolo, non posso dare una valutazione definitiva nel mio piccolo; però Paolo non incontra Gesù se non in una apparizione.
    Soprattutto, ancora più appare singolare, se valesse come obiezione la citazione di Paolo, che si sia adottato un canone per l'immagine che ad un conoscitore della Scrittura poteva sembrare in diretto contrasto con un libro sacro!
    Il devoto cristiano, infatti, non sfida direttamente il contenuto della Bibbia per affermare qualcosa; se però trova due cose solide in apparente contraddizione, punti fermi che non può rigettare, se ne fa una ragione e cerca di capire dove stia l'errore di interpretazione, trovando una spiegazione che le riconcili in qualche modo.
    Nella ricostruzione storica certo non si può pretendere di arrivare a dimostrazioni scientifiche; si opera con probabilità (non definite formalmente), cercando di trovare una linea di maggior plausibilità.
    Allora si dovrebbe concludere che nel mondo bizantino ci sia stato ad un certo punto qualcosa che, messo sull'altro piatto della bilancia, abbia spinto a reinterpretare le parole di Paolo decidendo che non si applicassero a Gesù, ma si potessero realizzare immagini di un Gesù coi capelli lunghi. E successivamente, attenzione, almeno per qualche generazione occorreva che anche per i successori continuasse ad essere evidente questa ragione per non rigettare la novità del Cristo capellone, ed anzi diffonderne copie su copie. Doveva essere qualcosa di particolarmente concreto, per essere messo sullo stesso piano di un brano del Nuovo Testamento.
    Una lettura non assurdamente prevenuta porta inevitabilmente a dire che, sì, doveva esserci una "Sindone", verosimilmente prima ad Edessa e poi a Costantinopoli come riportato dalle fonti, presa come modello assoluto e considerata testimonianza visiva diretta, che raffigurava un Gesù più o meno come tradizionalmente riportato poi nei secoli nell'arte.

    -continua-

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  4. Quanto alla Sindone, appare abbastanza difficile sostenere che sia stato inventato un falso di un oggetto esistente secoli prima e di cui si era persa traccia, non solo corrispondente in tanti particolari senza avere un contatto diretto con icone e monete mediorientali, ma prodotto con una tecnica ancora impossibile da riprodurre oggi e caratteristiche che non si riescono a spiegare (dettagli visibili al microscopio e corretti all'occhio di chimici e medici legali, per ipoteticamente gabbare dei boccaloni di pellegrini medievali che la vedevano da distante).
    L'intero caso per la non autenticità si basa sull'ignorare ogni altro dato e basarsi sulla sola datazione al C14; che è un esame quantitativo e dà la parvenza dell'oggettività, ma solo se il campione è rappresentativo dell'oggetto, cosa che è in discussione nel caso della Sindone.

    Cordialità.

    Alpha T

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    1. il campioni sono stati estratti dalla sindone e sono stati analizzati da 3 laboratori indipendenti che hanno dato tutti il medesimo risultato, ovvero 1300.
      L'unico modo per giustificare una così alta percentuale di carbonio 14 all'interno della sindone è che sia stata sottoposta ad un bombardamento neutronico, oppure che è effettivamente del 1300.
      Purtroppo alcuni eminenti studiosi ed esperti della sindone, che ho sentito qualche anno fa intervistati da Minoli, hanno sostenuto che la resurrezione di Cristo presuppone delle reazioni nucleari.

      Nel link la delirante intervista
      http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/mix24-storia/trasmissione-maggio-2015-110335-gSLA99ZJAB

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    2. Il punto su cui più ci si è soffermati è che i campioni provengono da un unico punto sul bordo, e la Sindone non è così integra. Si ipotizza un rammendo molto accurato per non apparire visibile.

      Alpha T

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    3. Ma quando hanno richiesto altri campioni, qualche genio ha deciso di ritirare tutto così rimane il dubbio. Comportamento molto tipico nel mondo ecclesiastico.

      Sgr. Winston

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  5. Il legame più sorprendente che collega la Sindone di Torino con le opere pittoriche di Leonardo da Vinci è nella somiglianza del volto contenuto nell’immagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento. Capolavoro conosciuto tramite riproduzioni e copie. Sebbene l’immagine della ferita al costato sembri sempre leggermente differente nelle varie riproduzioni fotografiche, un po’ come l’Autoritratto di Leonardo. Riprodotta includendo anche parte dello spazio alla sua destra e sinistra, mostra caratteristiche comuni con il guerriero centrale con il berretto rosso ripreso ad esempio dalla Tavola Doria che riproduce della Battaglia di Leonardo, la Lotta per lo stendardo. Naso pronunciato, bocca spalancata, il labbro superiore quasi attaccato al naso. Fa quasi più paura il volto contenuto nella ferita al costato della Sindone, che il guerriero con il copricapo rosso, come appare nelle varie copie della Battaglia.

    Il legame non sarebbe solo di tipo figurativo, (la somiglianza dei due volti), ma anche di tipo funzionale. Giacché la ferita al costato a Gesù fu procurata da una lancia da parte di un soldato (Vangelo di Giovanni 10,34). Mentre nella Battaglia di Anghiari, la Lotta per lo stendardo verte attorno al possesso di una lancia. Inoltre mentre nel violento furore parossistico della Battaglia di Leonardo assistiamo al mutarsi degli uomini in cavalli e viceversa. La guerra rende l’uomo una bestia. La Sindone invece custodirebbe la trasfigurazione gloriosa di Gesù.

    L’immagine della ferita al costato è la “prova” della presenza attuale della Battaglia di Anghiari, dietro gli affreschi del Vasari a Firenze, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Cfr. ebook/kindle: La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci. Analisi iconografica comparata.

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  6. Si, effettivamente queste 'tecniche' ricostruttive mi hanno sempre lasciato un pò perplessa, non tanto per il discorso in atto, ma proprio per l'idea che l'identikit sia davvero somigliante, lo stesso mi pare con i disegni di descrizioni di visualizzazione davvero fisiche, a dire il vero non mi paiono mai molto somiglianti a quello che poi si rivela l'originale, mah...
    Per disquisizioni varie suggerirei un libro che mi era parso molto interessante: Il libro che Gesù non ti avrebbe mai fatto leggere ( Lynn Pickett e Clive Prince )
    Se non ricordo male mi pare facessero l'ipotesi addirittura di due figure storiche che vissero nello stesso tempo, spesso confuse e sovrapposte nei racconti perchè molto simili, ma sempre piuttosto diverse dalle interpretazioni religiose.

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  7. Perché la scienza non avrebbe nulla da dire sull'esistenza o non esistenza di Gesù? A me pare proprio di sì, perché si tratta di un fatto empirico, di cui si occupa la ricerca storica.

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    1. Certo! Su questo asptto Gesù è studiabile con i metodi dell'indagine storica, tramite la ricerca di fonti storiche.

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  8. Cit. "alcuni esperti forensi, coadiuvati da un artista (un medico in pensione) hanno studiato tre (3!) teschi della Palestina di 2000 anni fa".
    Questa gente avrebbe dovuto fare un altro lavoro....

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  9. inqualificabile la rappresentazione del volto di Gesù Cristo. ve lo dice un medico ex ricercatore universitario a Roma e da 41 anni sindonologo Giuseppe Filippo

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