Fra poco uscirà il bando per circa 70 posti da ricercatore presso un'ente pubblico di ricerca, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Dopo anni di zero assoluto, finalmente un concorso con un numero elevato di posti.
In Italia funziona così, piace il reclutamento a fisarmonica. Per anni il nulla, in modo da accumulare un bel po' di precari e stressare la gente che vorrebbe lavorare serenamente, e poi all'improvviso si aprono un tot di posti, dove un numero di giovani e meno giovani molto maggiore dei posti disponibili si scanna per vincere. Poi per altri n anni il deserto dei tartari, per poi di nuovo, senza alcuna programmazione razionale, altri tot posti tirati fuori dal cappello da un giorno all'altro.
Forse al ministero si divertono perché sono dei sadici. Forse gli piace vedere gente tipicamente bravissima che si snerva e si massacra per dare uno straccio di futuro alla propria vita. Me li vedo, alla pausa caffè, che dicono "aoh, so' passati 5 anni, j'oo bandimo un antro concorsone da 30 posti, così se scanneno e fanno 'e 3 de notte pe' du' mesi a studià, che poi er giorno dopo c'hanno pure da lavorà?"
Per carità, dopo anni di magra 70 posti sono una manna dal cielo. Molto di più di quello che eravamo stati abituati. Però, porcaputtana, invece di niente per 5 anni, poi tot posti tutti in una volta, poi di nuovo niente per altri 4 o 5 anni e così via, non si può fare una cosa più normale, tipo un po' di posti tutti gli anni? Magari, esagerando con le richieste, banditi in un periodo dell'anno prestabilito, sempre lo stesso tutti gli anni? Tipo che a settembre, tutti gli anni, si fa un concorso nazionale per 10 posti da ricercatore. Con un minimo di continuità e con un minimo di logica.
Perché vedete, carissimi del ministero, un "giovane", e ci metto le virgolette perché in questo caso il "giovane" ha minimo 30 anni e spesso è più vicino ai 40, vorrebbe poter programmare la propria vita. Non vuole che gli garantiscano il posto, non si sogna nemmeno di pretendere questo, ma vorrebbe sapere per lo meno che probabilità ha di avere un posto. Vorrebbe sapere ad esempio che negli enti pubblici di ricerca (l'università segue altri meccanismi, e anche lì ci sarebbe da dire...) ci sono n posti disponibili ogni anno, e poi farà i suoi conti. Vorrebbe saperlo per decidere se provarci una, due, tre volte, in modo da valutare se vale la pena insistere o lasciar perdere e trovarsi un altro lavoro prima di diventare troppo vecchio per qualunque cosa. Vorrebbe lavorare in pace sapendo che le scadenze per i concorsi sono fissate e conosciute con anticipo. Poi se queste possibilità sono poche e lui si ostina a provarci, saranno cavoli suoi, ma vorrebbe almeno saperlo.
Invece così ti tengono per il collo, facendoti vivere nel dubbio e nell'ansia. Non escono concorsi per anni, e ti obbligano a resistere e tenere duro, accumulando contratti su contratti, diventando straprecario, perché non si sa se e quando ci sarà il
concorso, e se te ne vai prima, se magari, - esasperato - accetti un posto
all'estero, rischi che dopo 3 mesi escono 70 posti e ti spareresti sulla
tempia per non averci provato. Io la vedo innanzitutto come una questione di mancanza di rispetto verso questi "giovani", soprattutto dopo
che ci si riempie la bocca ad ogni occasione sull'importanza
fondamentale e imprescindibile della ricerca scientifica e dell'innovazione, e sulla
necessità di investire sui giovani ricercatori, che rappresentano il vanto e il futuro dell'Italia etc etc.
Nel passato recente è perfino successo che gente che aveva vinto un concorso non poteva comunque essere assunta per i blocchi dovuti alla finanziaria, e è rimasta senza stipendio per anni. Che lo andavi a raccontare ai colleghi stranieri e ti guardavano dicendoti "ma in che cazzo di paese vivete?" Alcuni, pur avendo vinto il concorso, a queste condizioni se ne sono ovviamente andati a lavorare altrove, rinunciando al posto già vinto. Evidentemente credono, al ministero, che fare il ricercatore sia un hobby, una passione. Credono che un ricercatore non abbia le normali esigenze degli altri esseri umani, tipo mantenersi, mantenere un figlio, avere una vita normale. No, al ricercatore gli bastano i suoi protoncini e è felice, lui, e anche se non lo paghi per 4 o 5 anni a quel punto non gli interessa.
Nel passato recente è perfino successo che gente che aveva vinto un concorso non poteva comunque essere assunta per i blocchi dovuti alla finanziaria, e è rimasta senza stipendio per anni. Che lo andavi a raccontare ai colleghi stranieri e ti guardavano dicendoti "ma in che cazzo di paese vivete?" Alcuni, pur avendo vinto il concorso, a queste condizioni se ne sono ovviamente andati a lavorare altrove, rinunciando al posto già vinto. Evidentemente credono, al ministero, che fare il ricercatore sia un hobby, una passione. Credono che un ricercatore non abbia le normali esigenze degli altri esseri umani, tipo mantenersi, mantenere un figlio, avere una vita normale. No, al ricercatore gli bastano i suoi protoncini e è felice, lui, e anche se non lo paghi per 4 o 5 anni a quel punto non gli interessa.
Volete investire sui giovani? Ritenete che la ricerca scientifica sia importante? Bene, allora oltre a dirlo a parole fate i concorsi con scadenza regolare, in modo che un giovane ricercatore possa almeno sapere che possibilità ha di fare questo lavoro, ed essere lui a decidere se lasciar perdere o insistere. E' il minimo sindacale che si chiede se ti viene detto che la ricerca è fondamentale per il paese. Il minimo.
Ma poi veniamo all'aspetto tragicomico di questi "megaconcorsi occasionali": le modalità del concorso stesso. Essendo concorsi pubblici la normativa vuole che ci sia un esame. E l'esame consiste in due scritti e un orale, e gli scritti sono ovviamente determinanti: se non li passi niente orale. Niente di male, uno penserebbe. E' giusto che ci sia un concorso per selezionare chi è meritevole e chi non lo è.
Ma il punto è che quelli che partecipano a questi concorsi sono tutti "giovani" che hanno un dottorato di ricerca spesso acquisito all'estero, e lavorano nel settore da 10 anni se va bene. Non è gente laureata in fisica che faceva altre cose nella vita, tipo il barista o l'elettricista, e ha letto sulla Gazzetta Ufficiale che c'era un concorso per ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e si è detta "toh, quasi quasi ci provo, metti che mi vada fatta bene e mi sistemo!". Sono "giovani" già conosciuti nell'ambiente, hanno un tot di pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali, hanno presentato i loro risultati a importanti conferenze, ma soprattutto hanno un bel po' di esperienza nella ricerca, maturata sul campo. O meglio, questi "giovani" sono normalmente quelli che mandano avanti la ricerca! Infatti contrariamente a quello che succede nella politica, la ricerca scientifica, come tutte le attività che richiedono ingegno, inventiva, velocità di ragionamento e immaginazione, è fatta dai giovani. E' sempre stato così, non c'è niente di nuovo in questo. Einstein aveva 25 anni quando ha sconvolto la fisica. E anche oggi la ricerca scientifica, in qualunque settore, sarebbe impossibile senza il contributo determinante dei giovani. Gli esperimenti di LHC non potrebbero funzionare senza questo esercito di geniali volenterosi 25-40enni entusiasti del proprio lavoro. Il bosone di Higgs e le onde gravitazionali non sarebbero mai stati scoperti senza questi giovani, che spesso ricoprono ruoli chiave negli esperimenti, coordinano interi gruppi e sono responsabili di parti fondamentali dell'esperimento.
Però nonostante questo, nonostante tutti nel settore sappiano chi sono questi ragazzi, cosa facciano e quanto valgano, e nonostante nella vita di tutti i giorni tutti li trattino da colleghi, col rispetto che si riserva ai colleghi bravi, la procedura per decidere chi fra questi ragazzi è capace, e quindi degno di diventare ricercatore, non chiede di focalizzarsi sulla loro attività lavorativa, come il buon senso e la logica vorrebbero. Non chiede di informarsi dai colleghi e dal resto dell'esperimento in cui lavorano circa le loro capacità. Tutto questo per le normative che regolano i concorsi per ricercatori negli enti pubblici passa in secondo piano: per decidere chi è meritevole di diventare ricercatore bisogna invece accantonare ciò che i candidati hanno dimostrato di saper fare sul campo, e far fare loro due temini e risolvere qualche esercizietto di quelli che si facevano da studenti, uguali per tutti, indipendentemente dalla loro attività lavorativa e dal campo di specializzazione.
Demenziale vero? E' come se, per selezionare dei bravi medici esperti di cardiologia, immunologia, oncologia etc, si ignorasse tutto quello che essi hanno già dimostrato di saper fare sul lavoro nelle loro discipline in anni e anni di attività, e si chiedesse loro di fare un bel tema con un argomento scelto a caso, e come argomento potrebbe uscire qualunque cosa, tipo le dermatiti o l'osteoporosi. E' questo il modo migliore per fare una selezione? Come si fa a selezionare un bravo cardiologo chiedendogli di fare un tema sulla sciatica?
Demenziale vero? E' come se, per selezionare dei bravi medici esperti di cardiologia, immunologia, oncologia etc, si ignorasse tutto quello che essi hanno già dimostrato di saper fare sul lavoro nelle loro discipline in anni e anni di attività, e si chiedesse loro di fare un bel tema con un argomento scelto a caso, e come argomento potrebbe uscire qualunque cosa, tipo le dermatiti o l'osteoporosi. E' questo il modo migliore per fare una selezione? Come si fa a selezionare un bravo cardiologo chiedendogli di fare un tema sulla sciatica?
Poco conta, a quel punto, se nel lavoro hai dimostrato di essere bravissimo, se nell'esperimento ti cercano per fare le cose perché le sai fare meglio degli altri, se sei responsabile e risolvi problemi importanti che permettono all'esperimento di funzionare, e magari ti telefonano anche di notte quando c'è un intoppo, perché sanno che tu lo sai risolvere. Quello che conta a quel punto è come fai l'esercizietto o il temino, che magari per sfiga è su un argomento su cui non hai mai lavorato e che ti sei dimenticato di riguardare.
E quindi succede una cosa demenziale, se si guarda il tutto con l'occhio della ragione. Succede che questo esercito di scienziati, perché tali sono a tutti gli effetti, è obbligato a mettersi a studiare, nonostante sul campo abbia già ampiamente mostrato quello che sa fare nella ricerca. Però siccome spesso è gente che ricopre ruoli chiave negli esperimenti, e non solo, ma è anche gente coscienziosa e che ha la testa sulle spalle e non se la sente di abbandonare il proprio lavoro, non è che smette di lavorare per studiare, come richiederebbe chi ha ordito questa buffonata. Anche perché, se hai un contratto con il M.I.T., non è che puoi dire al tuo capogruppo americano: "sai, voi mi pagate per fare ricerca ma io smetterò di lavorare per 3 mesi perché devo studiare e fare esercizi per un concorso da ricercatore". Ti guarderebbero come se fossi scemo: "gli esercizi per un concorso da ricercatore?!?!" E quindi, siccome contrariamente a chi è convinto che questo sia il modo migliore per selezionare i ricercatori, questa è gente che ha cervello, questi "giovani" continuano a lavorare e, se possono, se ci rimane il tempo, studiano. E intanto si macerano l'animo, e si distruggono di ansia, perché c'è in gioco il loro futuro.
In questo modo di reclutare i ricercatori, in Italia siamo gli unici al mondo. In tutto il mondo i ricercatori si selezionano semplicemente con colloqui con i candidati e valutando il loro curriculum, come il buon senso vorrebbe. Ad esempio in Francia, tanto per non allontanarci troppo, i ricercatori si selezionano così:
Quando all'estero vengono a sapere che invece in Italia i ricercatori si selezionano chiedendo loro di fare un tema e di passare un esamino da studenti, si mettono a ridere e ti guardano senza capire. Bel primato, non c'è che dire.
"Ogni anno un numero di posti, che é più o meno lo stesso di anno in anno, viene bandito per ogni disciplina. Le domande per il concorso devono essere presentate da inizio dicembre ai primi di gennaio. La domanda consiste in un progetto di ricerca, scritto in francese o inglese, ed il CV. Una volta inviata le commissioni faranno una prima scrematura, ed i candidati selezionati dovranno fare una presentazione di 15 minuti + 5 minuti di domande davanti alla commissione verso aprile/maggio. In questa presentazione, che può essere fatta sia in inglese che in francese, il candidato dovrà mostrare a grandi linee il suo Curriculum Vitae ed il suo progetto di ricerca."
Quando all'estero vengono a sapere che invece in Italia i ricercatori si selezionano chiedendo loro di fare un tema e di passare un esamino da studenti, si mettono a ridere e ti guardano senza capire. Bel primato, non c'è che dire.
PS. Aggiungo una cosa importante, che non avevo scritto nell'articolo, anche se mi sembrava implicita. E cioè che, nonostante il sistema perverso con cui si selezionano i ricercatori, quelli che sono selezionati sono comunque in generale molto bravi e preparati. Questo perché il bacino da cui si pesca è comunque fatto di ricercatori capaci e già preselezionati da anni di lavoro sul campo. E la bravura dei nostri ricercatori ci viene ampiamente riconosciuta anche all'estero.