domenica 19 giugno 2016

La Sindone: a prova di scienza solo quando il risultato torna

Quando il metodo scientifico viene messo in soffitta


Mettersi a parlare della Sindone e della sua eventuale autenticità è terreno minato, come accade in Italia per tutti quegli argomenti che in qualche modo possono richiamare la religione, vedi ad esempio la teoria dell'evoluzione. In tutti questi casi avviene che gente normalmente logica e rigorosa mette tutta la sua razionalità nell'armadio e, pur senza ammetterlo, fa fatica a discutere su questi argomenti anteponendo il metodo scientifico al cuore.

Indubbiamente la Sindone è un oggetto molto interessante, e per certi versi poco chiaro. Lo è sicuramente per ciò che concerne la formazione dell'immagine, sebbene recentemente il chimico Luigi Garlaschelli sia stato in grado di replicarla usando soltanto tecniche che erano disponibili all'epoca (fonte), comprese le sue caratteristiche di immagine negativa e tridimensionale.

Però io qui non voglio assolutamente discutere se la Sindone sia veramente il telo che ha avvolto Cristo, o sia invece un falso, anche se una mia idea ben precisa ovviamente ce l'ho. In quello che segue mi interessa invece discutere del metodo. Il metodo usato per studiare la Sindone, che dovrebbe essere quello scientifico, e che da tanti "autenticisti" viene cavalcato e sbandierato negli studi sulla Sindone per motivarne l'autenticità, ma che viene all'improvviso messo da parte, maltrattato e strapazzato quando nelle misure c'è qualcosa che non torna, qualcosa che va contro i propri pregiudizi, qualcosa che mina la possibilità che la Sindone sia autentica. Su questo aspetto di metodo, facendo di mestiere lo "scienziato" (termine che gli scienziati non usano mai per chiamarsi), anche se non sono un sindonologo posso dire infatti la mia.

Prendo spunto quindi da questa intervista a Baima Bollone, uno dei principali sostenitori dell'utenticità della Sindone, medico patologo e quindi uomo di scienza, e che - come tale - dovrebbe usare quest'ultima per indagare la Sindone. L'intervista mi era stata gentilmente segnalata in un commento ad un altro articolo di questo mio blog, ed era troppo succosa per essere ignorata, perché riassume come, in fatto di Sindone, il metodo scientifico sia usato solo quando fa comodo.


Il metodo scientifico è innanzitutto una serie di comportamenti. Non ci sono regole codificate, ma è un misto di buon senso, logica e tecniche che servono in ultima analisi ad effettuare misure corrette dal punto di vista metodologico e contemporaneamente ad individuare ipotesi illogiche, evitare cattive interpretazioni dei dati e quindi non prendere, per quanto possibile, colossali cantonate.

L'indagine e le relative conclusioni sulla Sindone da parte di certi scienziati ci ricorda che gli scienziati sono anche esseri umani, e quindi pure per loro il cuore e il sentimento possono mandare il raziocinio a farsi friggere. Vediamo.

Intanto l'esordio dell'intervista: "l'autenticità della Sindone è scontata", afferma Bollone, che quindi si sbilancia senza mezzi termini, affermando anche che la Sindone è "autentica come epoca", passando come uno schiacciasassi sul fatto che esiste una datazione al Carbonio 14 che colloca la Sindone nel 14esimo secolo, con alta probabilità fra il 1260 e il 1390.

Sull'esame del C14 tornerò più avanti. Però qui ci sono due errori clamorosi e ingenui che un ricercatore non dovrebbe mai commettere. Bollone, che dovrebbe essere uomo di scienza, questi errori li fa entrambi.

Il primo è fare una ricerca per dimostrare una tesi che si crede già essere vera. Una regola base della scienza, quando si vuole testare un'ipotesi, è assumere che quell'ipotesi sia sbagliata, ovvero che sia vera l'ipotesi nulla. Per capirci, se si cerca l'esistenza di una particella, si assume che quella particella non esista; se si cercano gli effetti nocivi del cellulare, si assume che non ci siano effetti nocivi, etc. E quindi si va per prima cosa a guardare se i dati sono spiegabili assumendo l'ipotesi nulla. Solo se i dati sono assolutamente incompatibili con l'ipotesi nulla, si ha il permesso di cercare ipotesi alternative. Se il segnale del bosone di Higgs fosse stato spiegabile con quanto previsto dal semplice rumore di fondo (l'ipotesi nulla), non saremmo stati autorizzati a fare annunci sulla sua scoperta. Se un eventuale incremento di una certa malattia fosse spiegabile senza invocare l'uso del cellulare, niente ci autorizzerebbe a dare la colpa al cellulare. Insomma, se voglio cercare qualcosa che non so se è vera, parto sempre dall'ipotesi che non sia vera, e se trovo qualcosa che mi potrebbe indicare il contrario, cerco innanzitutto di smentirla in tutti i modi possibili! E' un modo di procedere assolutamente fondamentale nella ricerca scientifica. E quindi se certe osservazioni sulla Sindone sono spiegabili assumento che la Sindone sia falsa, nulla ci autorizza ad affermare il contrario.

Il secondo errore grossolano si riallaccia direttamente al primo, ed è quello di ignorare i risultati scientifici che si oppongono alla convalida di questa tesi preconcetta. In gergo si chiama "confirmation bias". Cioè tenere per buoni quei risultati che vanno nella direzione di provare quello che crediamo vero, e ignorare i risultati che invece lo smentiscono. E, nel caso specifico della Sindone, ignorare il risultato del C14. Invece, relativamente a questo test, o si dimostra (ma lo si fa veramente, non con ipotesi a caso, come vedremo più avanti) che la datazione del C14 è sbagliata, oppure non si può semplicemente ignorarne il risultato perché va contro le nostre convinzioni sull'autenticità della Sindone. Invece Bollone, e tutti gli autenticisti, il C14 lo menzionano solo di straforo, del tipo: "...e poi ci sarebbe pure il C14, ma quello vabe', è sbagliato di sicuro, figuriamoci se la Sindone, la cui autenticità è scontata, può essere del 1300!". E' il metodo scientifico buttato nel cesso e la catena tirata. E prima che il gallo canti verrà tirata molto più di tre volte...

Ad esempio un'affermazione di Bollone che dovrebbe indurre qualunque scienziato a riflettere è che "la Sindone ha una perfetta corrispondenza con i Vangeli". Affermazione che lascia sottintendere che, mostrando la Sindone l'immagine di un uomo crocifisso come dicono i Vangeli, questo rafforza la probabilità che sia vera. L'errore grossolano è ignorare che, assumendo l'ipotesi nulla, e cioè che la Sindone sia un falso, si può dire con altrettanta plausibilità che essa ricalca perfettamente quanto descritto dai Vangeli. Insomma, se uno vuol fare un falso e farlo passare per l'impronta del corpo di Cristo, gli ci mette le stimmate, i segni delle frustate, il sangue sulla testa dovuto alla corona di spine, sul costato etc. Se vuole fare un falso credibile prende i Vangeli e li copia al millimetro! Non dico che questo indichi che la Sindone sia falsa, ma piuttosto che in nessun modo questa constatazione possa portare indizi verso l'autenticità della Sindone, perché qualunque Sindone falsa avrebbe comunque ricalcato i Vangeli! E se si parte (come qualunque scienziato serio dovrebbe fare) dall'ipotesi che essa sia un falso, questa osservazione è perfettamente consistente con quello che ci si aspetta da un falso. Il fatto che, eventualmente, sarebbe anche consistente con l'ipotesi che la Sindone fosse vera, non significa nulla in questo caso, così come avviene per qualunque "rumore di fondo", che per definizione è indistinguibile dal fenomeno cercato. La consistenza dell'immagine della Sindone con in Vangeli è, in pratica, assolutamente ininfluente per quello che riguarda la sua autenticità.

E il discorso è analogo per la questione del sangue che sarebbe presente sulla Sindone. Infatti, anche ammesso che ci sia sangue, cosa che peraltro è tutt'altro che scontata, volendo realizzare un falso molto probabilmente l'autore ci avrebbe messo del sangue. E quindi, di nuovo, la presenza di tracce ematiche sulla Sindone non porta nulla a favore della sua autenticità.

L'altra affermazione di Bollone spacciata per prova, o comunque come contributo all'insieme delle prove, e che invece è ancora una volta solo un altro svarione di metodologia scientifica, è che in un magazzino a Templecombe, in Inghilterra, è stato trovato un pannello di legno, datato 1280 (peraltro compatibile con l'età della Sindone "falsa"), con un'immagine disegnata che ricorda quella del volto sindonico. Questo potrebbe provare che il famoso telo è appartenuto per un certo tempo ai Templari, e sarebbe stato contenuto nell'eventuale cassa (di cui non vi è traccia) di cui questo legno sarebbe stato il coperchio. Questo, dice Baima Bollone, andrebbe a supporto della sua autenticità.  Cerco di tradurre spiegando: gli autenticisti ipotizzano che la Sindone, prima della sua comparsa ufficiale nella storia, cioè a metà del 1300, sia appartenuta per un certo tempo ai Templari, che l'avevano trafugata in oriente, dove sarebbe stata custodita. Siccome i Templari sembra siano stati a Templecombe, il ritrovamenteo di un legno con un volto simile in sembianze a quello della Sindone proverebbe che esisteva un contenitore (di cui il legno sarebbe stato il coperchio) dove era contenuta la Sindone. E quindi la Sindone sarebbe autentica.

A parte la storia un po' tirata per il collo, c'è di nuovo un errore grossolano nel metodo, e cioè che tutte le raffigurazioni medievali di Cristo somigliano alla Sindone! Capelli lunghi, barba divisa in due, baffi. A Templecombe come in Italia, come in qualunque luogo dove gli artisti raffiguravano Cristo (e non solo lui, per la verità). E quindi in base a quale meccanismo logico si può affermare che se quell'immagine è così è perché è stata copiata dalla Sindone? Sempre assumendo valida l'ipotesi nulla, ovvero che la Sindone è un falso, è normale che sia la Sindone ad assomigliare a quell'immagine perché all'epoca le immagini di Cristo si assomigliavano tutte già da qualche secolo.

Per inciso, per alcuni secoli Cristo non è mai stato raffigurato in nessuna forma artistica nota (fonte). Le prime raffigurazioni di Cristo, in molti casi senza barba e diverse da quelle medievali, risalgono al quarto secolo. E, dato che attorno all'anno zero non esistevano cellulari o videocamere, è abbastanza difficile supporre che, dopo quasi 400 anni di oblio, esse fossero riproduzioni realistiche delle sembianze di Cristo. E il fatto che la Sindone venga datata del 1350 o giù di lì, epoca in cui peraltro compare esplicitamente per la prima volta anche nei resoconti della storia, in un periodo in cui la raffigurazione di Cristo con barba, baffi e capelli lunghi era già ben consolidata, dovrebbe quantomeno instillare qualche dubbio. Dubbio che però Baima Bollone non ha, tanto da fargli affermare in modo perentorio che "l'autenticità della Sindone è scontata".

Ma veniamo al test del C14. Il test non è certo una novità, e viene usato da molto tempo, se ne conoscono le tecniche, le sistematiche (gli effetti che possono alterarne il risultato) e i limiti di applicabilità. Qui, di nuovo, Bollone (e non solo lui, ma tutto il gruppo di sindonologi fideisti) commette una nuova serie di errori di metodo.

Il primo errore è ipotizzare che il campione analizzato sia stato contaminato perché manipolato nelle epoche successive, senza tuttavia specificare un'informazione fondamentale, e cioè quanto dovrebbe essere stato contaminato per far apparire qualcosa vecchio di 2000 anni come se avesse solo 650 anni. Una regola fondamentale del procedere scientifico è che, quando si fanno ipotesi per spiegare un fenomeno, bisogna quantificarne gli effetti in modo da poter controllare se sono compatibili con l'esperimento. Altrimenti si sfocia nella pseudoscienza, dove le ipotesi, le teorie, non hanno mai un numero appiccicato, uno straccio di previsione numerica, e ci si sente liberi di affermare qualunque cosa. Come gli sciachimisti, che gli basta una tanica di non si sa cosa per riempire di sostanze nocive centinaia di milioni di chilometri cubi di atmosfera che servirebbero a scatenare tornadi e terremoti. Qui uguale: bisogna saper dire quanto un'eventuale contaminazione potrebbe influire sulla datazione. E se non ci pensa Bollone, al posto suo ci pensano gli esperti del C14 che hanno fatto la misura, che ci spiegano che la quantità di materiale necessaria per spostare di 1350 anni la datazione della Sindone sarebbe dovuta essere assurdamente grande, e quindi l'ipotesi della contaminazione non regge proprio. Altri hanno invece ipotizzato che il campione da datare col metodo del C14 sia stato ritagliato da un rammendo posticcio. Poco importa che uno degli esperti che hanno ritagliato il campione fosse un docente di tecnologia dei tessuti presso il Politecnico di Torino, perché, secondo alcuni, il rammendo era così perfetto da essere invisibile. Mi viene in mente l'ispettore Clouseau quando straccia il vestito di una signora in uno dei suoi film e poi dice col suo indimenticabile accento: "non c'è problema, adesso fanno dei rammendini invisibili!". Nella Sindone c'era evidentemente un rammendo talmente invisibile da essere visibile solo con la fede. Che gli si risponde a uno così?  Un sommario su questo argomento specifico si trova qui, con tutte le referenze specifiche all'interno.

L'altro errore di metodo veramente grossolano è affermare quindi che il punto della Sindone in cui è stato ritagliato il campione su cui è stato effettuato il test del C14 non andava bene, perché poteva essere stato maneggiato in epoche successive, perché c'era un rammendo, perché la contaminazione era funzione della distanza (in modo che, estapolata lungo il telo avrebbe riportato la Sindone alla data giusta nel punto giusto, vedi qui). A parte che la risposta è stata comunque appena data qua sopra, qui c'è un altro errore veramente grossolano della metodologia scientifica. E cioè che, in tutti i test in cui si cerca un dato fenomeno, le metodologie e il modo di procedere dell'analisi si stabiliscono prima di fare le misure. Si chiama "protocollo" dell'analisi. E invece qui stanno sostanzialmente dicendo che se veniva dell'anno zero allora il punto in cui hanno preso i campioni andava bene, ma siccome viene del 1300 allora c'è qualcosa che non va. Nonostante la procedura per raccogliere i campioni e effettuare l'analisi fosse stata concordata in anticipo. E questo sarebbe un modo di procedere scientifico? Non funziona mica così la scienza! Faccio un altro esempio, così magari è più chiaro. Supponiamo che venga uno che affermi di saper prevedere con la mente le uscite dei dadi. Se si vuole fare un test serio si concorda con lui una procedura di test prima di fare l'esperimento, e si concorda anche cosa vuol dire "indovinare", cioè quante volte dovrebbe indovinare su N prove per affermare che è realmente capace di indovinare. Non è che se non riesce a indovinare può permettersi di dire "beh, ma proviamo adesso con il mio dado che il tuo magari è contaminato dal sudore", né può provare e riprovare finché non indovina e poi dire "Visto? So indovinare!". Qui con la Sindone si sta facendo proprio il trucchetto del tipo coi dadi: visto che non è venuto il risultato che gli autenticisti si aspettavano, si dice che la procedura di test, sebbene all'inizio concordata fra le parti, in realtà non andava bene. Se invece fosse venuto che la Sindone era vecchia di 2000 anni, avrebbero ugualmente messo in dubbio la procedura?

E poi la perla: la spiegazione del perché la misura del C14 non viene quella "giusta": la resurrezione! La resurrezione mette a posto tutto: spiega la formazione dell'immagine (che è una specie di strinatura) in base a una grande emissione di energia, e anche il cambiamento isotopico del Carbonio, perché è noto che la resurrezione è associata ad un'intensa emissione di particelle nucleari! Non è ironia da parte mia, lo dicono veramente nell'intervista! Ascoltare per credere! E c'è anche questo incredibile lavoro presentato a un convegno sulla Sindone, che si intitola, tradotto dall'inglese: "Analisi dei neutroni emessi dal corpo di Gesù durante la resurrezione", che spiega come il flusso di neutroni emesso durante la resurrezione aggiusti perfettamente la datazione del C14, e già che ci siamo anche quella del telo di Oviedo, che sarebbe il sudario posto sul viso del Cristo.  Su questo telo macchiato di sangue alcuni sindonologi hanno infatti trovato "perfette" corrispondenze con la Sindone (cercate in rete l'immagine del telo di Oviedo e decidete voi se le coicidenze sono "perfette"). Il problema è che il telo di Oviedo è stato datato col C14 attorno al 700 dopo Cristo (fonte). Ma questo non ci deve scoraggiare, perché l'articolo spiega che, essendo stato posto un po' più distante dal punto di emissione dei neutroni della resurrezione, sul telo sono arrivati meno neutroni che sulla Sindone, e quindi il telo si è ringiovanito un po' meno. Tutto normale quindi.

L'articolo è talmente demenziale che meriterebbe un approfondimento dedicato. Ad esempio quando dice che, siccome il corpo con la resurrezione scompare (lo sanno tutti, no?), gli atomi del corpo di Cristo devono essere passati in un altra dimensione grazie a un processo fisico sconosciuto. Tuttavia non c'è motivo di escludere che, in questa fase, siano stati emessi neutroni in quantità, che assorbiti dall'azoto si sono trasformati in C14. E guarda caso questi neutroni erano proprio dell'energia giusta per produrre C14 (questo dell'energia giusta l'autore dell'articolo se ne è dimenticato, ma glielo dico io: se la resurrezione emette neutroni ma dell'energia sbagliata, non se ne fa niente col C14). Non solo, ma anche il numero di neutroni giusto per far apparire la Sindone del 1300 che, guarda caso, è proprio il periodo in cui se ne comincia a parlare nei resoconti storici. Cosa sono le coincidenze, eh?

Sul fatto poi che la scomparsa di 70 Kg di massa (più o meno la massa di un essere umano) implicherebbe l'emissione in energia di qualcosa come un migliaio di MTons, ovvero qualche decina di volte il più potente ordigno nucleare mai esploso,  il nostro scienziato tace. Evidentemente la fisica della resurrezione riesce a far passare inosservato un evento simile.

Nonostante tutto questo dal punto di vista scientifico sia raccapricciante, Baima Bollone nell'intervista dice che questa dei neutroni è un'ipotesi largamente condivisa, e che lui non ha motivo di opporvisi. Avrebbe poturo dire che l'ipotesi di Batman è largamente condivisa e che lui non ha motivo di opporvisi e non avrebbe detto niente di scientificamente meno rilevante di quello che ha detto.  Certo che se ai congressi di Sindonologia parlano di queste cose...  Speriamo solo che tutte queste radiazioni non siano dannose per il neo risorto, perché sarebbe una vera beffa! Risorgi e poi ti becchi il cancro tempo sei mesi!

E poi gli autenticisti non si accorgono di un altro erroruccio marchiano. Sindonologi, decidetevi, o la datazione col Carbonio 14 è venuta male perché hanno preso il campione in un punto sditazzato nei secoli, oppure perché il campione era un rammendo (invisibile), oppure grazie alla resurrezione. Una delle tre! Non è che potete dire che, sì, il Carbonio 14 è stato falsato dalla contaminazione, e poi c'era anche un rammendino invisibile, ma nel caso non bastasse c'è comunque la resurrezione che come si sa produce tutti quei neutroni e sistema perfettamente le cose.

Scusate, ma a questo punto ho bisogno di commentare: maporcaputtanaporca! Speriamo solo che Galileo non legga mai questa roba, che non gli capitino mai in mano i proceedings di un congresso di sindonologia, altrimenti chiede il permesso pure lui di risorgere e ci fa un culo così a tutti quanti! Insomma, lo sapevo che finiva così. Ero partito per scrivere un articolo serio e pacato, ma mi sto sbracando proprio sul finale. Giuro che stavolta ce l'avevo messa veramente tutta, però quando uno legge certe cose... eccheccazzo!


PS. Ringrazio Andrea Nicolotti, del Dipartimento degli Studi Storici dell'Università di Torino, che mi ha indicato alcune imprecisioni (che ho corretto) sul ritrovamento di Templecombe e sul periodo e il luogo in cui sarebbe stata custodita la Sindone dai Templari.






37 commenti:

  1. A me risulta che la chiesa lo ha riconosciuto come falso già alla sua prima apparizione nel 1300,com'è che ci sono ancora tutti questi ostinati cultori dell'autenticismo?
    Erano più bravi nel 1300 a nn farsi fregare?

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    1. Non la Chiesa, ma in tutta la storia della Chiesa un solo vescovo, che si lamenta del fatto che i pellegrini portano i soldi alla chiesetta dove sta la Sindone invece che alla sua cattedrale... e dichiara di avere in mano le prove ma in maniera più che sospetta non le fornisce...

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  2. La madre Chiesa non rinuncia mai a quello che porta pellegrini.
    Guardare il caso Padre Pio e/o Medjugori

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    1. Certo,se fa soldi va bene lo stesso,ma la Sindone sa che è falsa,è pure a Medjugori nn da troppo credito,nn è colpa sua se la devozione popolare è così forte.

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    2. Questo complottismo sullo strapotere di condizionamento della Chiesa non solo ha stancato, ma appare ancor più ridicolo se si portano ad esempio due casi in cui la devozione popolare è stata ostacolata proprio dalle autorità della Chiesa!
      Alpha T

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  3. Qui ci sarebbe moltissimo da dire, dovrò farne un articolo altrove, in futuro.
    Mi posso limitare a qualche osservazione.
    -Non è scientifico confondere gli errori e l'incompetenza di alcuni "autenticisti" con prove della non autenticità.
    -Ricordo di aver osservato che Baima Bollone, e non lui per primo ma molti altri, mostrava segni di scarsa prudenza già negli anni 90. La fama che ha colpito chi, per coincidenze tipo esercitare a Torino, ha potuto studiare la Sindone, dà facilmente alla testa.
    -Allo stesso modo fin dal primo istante in cui qualcuno se ne è uscito coll'ipotesi dei fenomeni nucleari capaci di cambiare il contenuto di C14(quali che fossero), l'ho esclusa immediatamente, pur essendo un semplice "osservatore profano". Succede che in un campo del genere non è che possano accadere novità molto spesso, e chi si esercita in giochi di fantasia riesce spesso a maggior ragione ad ottenere visibilità giornalistica. Ahimè, è così e sarai d'accordo su questo.
    Ho escluso questo genere di fenomeni non, attenzione, perchè come con troppa fretta fanno gli scettici, sia in sè una cosa impossibile. Ma perchè nel suo essere una ipotesi ad hoc proietta in maniera risibile il nostro immaginario fantascientifico su di un ipotetico evento misterioso; da un punto di vista soggettivo è ipotesi estremamente forzata, e abbracciata con dabbenaggine.
    -Che poi il crackpot abbia più facilità a pubblicare giornalisticamente, e che in questo campo anche persone serie rischino di pubblicare studi poco rigorosi, è verissimo! Però è vero non solo per gli "autenticisti", ma anche per gli "scettici", e se è per quello, anche per terze vie tipo i tizi che dicevano che era stato Leonardo a realizzarla, e gliel'aveva detto in una seduta spiritica...
    Purtroppo è una calamita per gonzi e furbastri. E lo è non per altro, ma perchè non ha una spiegazione scientifica completa mentre si pone come testimonianza (vera o falsa) di un miracolo. Quindi sarebbe disonesto dire che solo gli "autenticisti" presi come categoria sarebbero colpevoli del sensazionalismo o di affermazioni avventate. La mia fede poi non scompare se si dimostra che la Sindone è falsa, ma nessuno "scettico" potrebbe mai accettarla autentica.
    Tra gli autori di studi risibili (non al livello di crackpot, ma di scadimento della qualità), mi spiace, ci stanno anche Garlaschelli&C.
    Garlaschelli, ovvero l'Ignazio la Russa del Cicap, si è fatto le sue passerelle mediatiche a presentare una immagine che vuole assomigliare, come rappresentazione, quella sulla Sindone, senza corrispondere affatto già osservando un ingrandimento al livello delle fibre, per dire il difetto più facilmente evidente. Ovvero, rappresentare una immagine usando una tecnica visibilmente diversa... per dire di aver trovato con quale tecnica era stata realizzata!
    https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0ahUKEwj4gKbu4bbNAhVMBMAKHXslD7wQFggfMAA&url=https%3A%2F%2Fwww.shroud.com%2Fpdfs%2Fthibault-lg.pdf&usg=AFQjCNEQ2fCu6A18lMuswmfO5spzm7aXgw&cad=rja
    Sfondoni gli scettici ne hanno presi diversi, basti pensare a McCrone.
    -continua- Alpha T

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  4. -Poi mi fa ridere il fatto che si dica che la presenza di sangue non dimostra niente, quando la risposta di default del campo "scettico" è stata a lungo il fare riferimento alla prova "lo abbiamo cercato con test standard, non l'abbiamo trovato, quindi il sangue lì non c'è!"
    Ora, preso atto che magari sembra esserci, si fanno spallucce.
    Ma qui le strade per lo scettico aprioristico sono due: o si presume che un falsario che doveva solamente ingannare dei boccaloni di pellegrini medievali, forse perchè geniale e perfezionista, tra le tante cose non necessarie ed inaspettate che si è inventato, ha pensato anche bene di riprodurre l'effetto di una crocifissione, dimenticata da un millennio, fin nei particolari (avrà disposto di adeguati apparati storico-critici, oltre che studi di medicina legale...) piazzandoci del sangue umano di persona sottoposta a trauma violentissimo (!), oppure si deve ricorrere all'ipotesi che Adler ed altri abbiano opportunamente e disonestamente piegato i dati alla tesi "autenticista".
    Ovvero, dato che non si tratta di osservazioni scientifiche liberamente riproducibili, si esce dal campo usuale in cui ognuno fa gli esperimenti che crede, e si finisce per discutere più che altro della credibilità di chi ha avuto modo di fare un esperimento. Che per carità, è un criterio importante, e potrebbe pure essere decisivo nella direzione desiderata dagli "scettici". Ma allora, per favore, meno prosopopea e più umiltà, di ammettere che la propria tesi non è ovvia, ma presuppone che certi risultati che non piacciono siano falsi.
    Altrimenti qui non si parla di sangue di gallina, ma di sangue umano carico di bilirubina, correttamente posizionato, con fuoriuscite diverse per venoso, arterioso, post-mortem... e con aloni di siero non visibili all'osservatore normale! Tutto fatto da un falsario col pennello?
    -L'evoluzione della specie c'entra niente. E' un po' da paranoici del tipo "ce l'avete tutti con me!" il pensare di poter buttare tutto assieme, dalle scie chimiche all'evoluzione ai vaccini al global warming alle licenze per armi da fuoco ai miracoli alla teoria del gender a... Senza rendersi conto che così, sposando una autorevolezza presunta di un "pacchetto completo" di opinioni di esperti mainstream, invece della scienza correttamente intesa, la volta che si manifesta il danno dato dal negare per principio un padre ad un bambino, o che viene fuori che il riscaldamento non sarà catastrofico, automaticamente si screditerà la scienza e si darà nuovo fiato a quelli che stupidamente sono contro evoluzione, "scie chimiche" e vaccini...
    -continua- Alpha T

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  5. -Mi spiace, caro smarcell, il tuo approccio è troppo grossolano. Che la Sindone corrisponda ai Vangeli non può essere liquidato con tanta facilità, come se fosse solo frutto di una proiezione ingenua, anche se a volte in alcuni sindonologi si insinua parecchia ingenuità.
    Considerando tutte le ipotesi possibili, ad esempio, c'è chi ha proposto un reperto autentico di un crocifisso, ma erroneamente attribuito a Gesù. Ma alcune anomalie, come i segni delle spine sulla testa, il colpo di lancia, il fatto di corrispondere ad una sepoltura inusuale per i condannati a morte, fanno ritenere estremamente improbabile questa "terza ipotesi". Se è un vero crocifisso, è più che plausibile che sia Gesù. Questo è un aspetto per cui la corrispondenza ai Vangeli è da valutare e non banale.
    D'altra parte anche riguardo all'ipotesi del falso, la corrispondenza coi Vangeli non è affatto scontata! Quello che un autore pur erudito del 1200 o 1300 avrebbe potuto sapere dalla sola lettura del testo dei Vangeli è molto diverso da quello che può dire dello stesso evento un medico legale del 2000, che ha a disposizione i risultati di più di un secolo di studi multidisciplinari. Poteva, ad esempio, così facilmente riprodurre, contro l'iconografia unanime, la corona di spine come un casco, e i segni dei chiodi nei polsi invece che al centro del palmo? Anzi, meglio. Così come nel caso del sangue, abbiamo visto, gli sarebbe bastato quello di gallina, ampiamente disponibile, e non quello di un uomo martoriato, per ingannare chiunque; le tracce di sangue delle spine sarebbero state comunque non notate come tali dal pubblico, figuriamoci se spiegate "Vedete, sono segni di sangue causate da una corona di spine, ma non del tipo che vi aspettereste!" Meglio ancora: chi lo diceva al falsario della terminazione particolare dei flagelli romani, dimenticati da tanti secoli, e chi gli suggeriva di ritoccare una ad una con tracce invisibili di siero, tra le altre cose, i bordi delle ferite a manubrio da flagello?
    Corrisponde, sì. Ma non alle aspettative di una pia rappresentazione. Ecco, qui, nonostante il dilettantismo spesso adoperato da molti "autenticisti", si misura la distanza tra l'atteggiamento di superiorità del sedicenne che ha capito tutto e "crede solo alla Scienza", e gli basta trovare qualche "gotcha moment", ed invece un atteggiamento maturo che sa rendersi conto della complessità dei problemi.
    -"dato che attorno all'anno zero non esistevano cellulari o videocamere" ...non esiste l'anno zero...
    -La Sindone è un oggetto rimarchevole e che non è stato spiegato; proprio la sua eccezionalità rispetto al livello che ci si aspetterebbe da un falsario fa problema. Sembra che l'autenticità non possa essere esclusa da qualunque punto di vista la si guardi, _tranne_ quello del C14. Tutti gli altri studi, le altre discipline, di fronte alla Sindone non trovano elementi incongrui. Al contrario, ad ogni dove si trovano trappole in cui il falsario avrebbe potuto cadere e non è caduto. Sarebbe riuscito ad ingannare studiosi di discipline che non poteva immaginare neanche che sarebbero state inventate! Il C14 è un outlier, come prova. Bisogna cominciare col prendere atto di questo fatto.
    Allora, se è vero che chi crede all'autenticità ricerca le più varie (e a volte ridicole) ragioni per liquidare la prova del C14, è un pregiudizio quello che dice che lo faccia per fideismo: di solito lo fa per la mole di indizi pesanti che vanno nella direzione opposta a quella del C14. Anche se non sono osservazioni quantificabili, hanno un peso.
    Per converso, la faciloneria con cui ci si appella al "Il C14 ha parlato, tutto il resto non conta" dimostra una prevenzione mentale.
    -continua- Alpha T

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  6. -Quando persino io ho letto un articolo di un esperto del ramo, di prima dell'88, che criticava l'approccio con cui si apprestavano a fare l'esperimento; e si è svolto con estrema improvvisazione, tipo dilettanti allo sbaraglio, per poi dare i campioni a laboratori dove il clima era ben rappresentato dalla voglia di far trapelare il risultato: "EHEH, vi abbiamo sconfitti, è un falso, visto?!?" pare un po' tanto comodo, a posteriori, dire "dovevate organizzarvi prima sulle procedure, non potete lamentarvi ora!" Il mondo dei sindonologi, che osserva alcuni problemi, lamenta una gestione torinese che non ha mai condiviso ed anzi spesso criticato.
    -E' chiaro che fin da subito, quando mi sono interessato all'argomento, mi sono posto il problema della quantità di materiale eventualmente contaminante e non rimosso. Se il risultato fosse stato tipo 460 più o meno 80 sinceramente avrei creduto più che possibile una autenticità nascosta da errori e malafede. Invece per una distanza così grande occorrerebbe dell'altro per riconciliare il radiocarbonio colle indicazioni degli altri studi.
    Riconosco pienamente il carattere fondamentale di quel risultato del C14, ma essendo incongruo al quadro delle evidenze mi aspetto altrettanta prudenza da parte degli scettici. E' ancora un puzzle.
    L'ipotesi del rammendo al momento è la più interessante, secondo me. Non dimentichiamo che "invisibile" non significa magico, ma realizzato secondo una tecnica affinata nel tempo, per preservare e far sembrare perfettamente integro, dopo il rammendo, un tessuto prezioso, in un'epoca in cui il valore di alcuni tessuti era ben diverso, cosa che non è molto comprensibile a noi che compriamo magliette da 5 euro come niente fosse e poi le buttiamo.
    Che si scelga una sezione esterna, un angolo per il quale veniva appesa, non può stupire che faccia problema, è la parte più esposta ad usura e quindi potenzialmente a parziale sostituzione!
    Il fatto che non ci sia rammendo si basa sul parere esperto di Mechthild Flury-Lemberg, la quale ha diretto un intervento di "restauro" nel 2002 che ha suscitato rabbia in tutto il mondo tra gli interessati, per il metodo totalmente privo di trasparenza, di pianificazione, di consultazione di addetti ai lavori. Hanno messo la comunità scientifica di fronte al fatto compiuto, comunicato solo a cose fatte: senza dirlo prima, era stata cambiata completamente l'impostazione della conservazione, rimossi i teli plurisecolari di supporto, cambiando così una volta per tutte la tensione del telo, aspirato materiale senza criterio... nessuno, di qualunque convinzione, può considerare un simile approccio altro che arrogante incompetenza. Perchè, a parte considerazioni di conservazione, fornisce a tutti anche scuse per dire "Eh ma è stata alterata quindi i tuoi risultati non sono validi".
    Ecco, questa sarebbe l'esperta tessile. Che comunque, incongruamente, afferma che il tessuto non può essere negato che risalga all'epoca di Cristo...
    -continua- Alpha T

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  7. -Il discorso dell'iconografia un po' mi fa male perchè già qui avevo risposto, ma è come non avessi parlato...
    E' un discorso che svilupperò un'altra volta, ma c'è differenza notevole e empiricamente verificabile (non come prova assoluta ma come indicazione netta e pesante) tra l'immagine A essere copia di B e viceversa. Resta il fatto che proprio il non avere raffigurazioni di Gesù dei primissimi secoli è un argomento fortissimo per la comparsa di una immagine autorevole che fa da modello a tutto il resto dell'iconografia, e che deve avere in sè caratteristiche uniche per poter essere accettata in Oriente, fermando le tendenze iconoclaste, come punto di riferimento indiscutibile. Cosa che si spiegherebbe molto bene col ritrovamento della Sindone di Edessa.
    Dunque, se una sindone è la spiegazione più logica (l'unica proposta, che io sappia) per l'immagine classica di Cristo, che cosa vieta che la Sindone di Edessa sia la stessa apparsa poi a Costantinopoli e la stessa apparsa ancora dopo in Francia? Prima del C14 del 1988, assolutamente nulla, se non una presa di posizione. Ricordo che di fronte all'eccezionalità dei negativi, a fine 800 gli scettici dicevano che si trattava di un trucco del fotografo... una obiezione che oggi che capiamo un po' meglio la fotografia appare incomprensibile nella sua ingenuità...
    Ci sono parecchie tracce iconografiche che lo scettico al momento non vuole vedere. Ne parlerò un'altra volta.
    Certamente molte cose della Sindone non rappresentano la copia di uno standard, a cominciare dalla nudità, dalla doppia immagine intera, dai già citati segni di spine e chiodi. Più sottile è il modo in cui gli artisti hanno riportato particolari come "riccioli" o l'infossatura degli occhi.
    Ma il punto è sempre: voler credere al risultato pur importante del C14, ignorando tutto il resto.
    Alpha T

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  8. Sono molto citati i "vangeli" come verità certa di riferimento Eppure ogni vangelo è diverso dall' altro, come impostazione. Matteo vuole dimostrare il Messia delle profezie, E come profezia usa il proclama dell' insediamento di Zorobabel a governatore di Gerusalemme. Luca raccoglie i miti e racconti popolari. In Giovanni predominano le immagini della dottrina gnostica. In Marco si riconosce il farisaismo della dottrina Apostolica. Riprovate a leggere separatamente e confrontare morte e resurrezione nei quattro vangeli . Nessuna versione è uguale all' altra
    Leggetevi cosa era il rito pasquale per i gli ebrei, e poi confrontatelo con quello descritto nei vangeli. Poi chiedetevi su cosa litigavano nel concilio di Nicea. Visto che non sono riusciti a concordare un testo unico

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  9. "Resta il fatto che proprio il non avere raffigurazioni di Gesù dei primissimi secoli è un argomento fortissimo per la comparsa di una immagine autorevole che fa da modello a tutto il resto dell'iconografia, e che deve avere in sè caratteristiche uniche per poter essere accettata in Oriente, fermando le tendenze iconoclaste, come punto di riferimento indiscutibile". Forse capisco male io ma l'argomento è: se esiste l'iconografia di qualcosa allora quel qualcosa è assolutamente vero, altrimenti perché gli artisti si sarebbero dovuti mettere tutti d'accordo sulla stessa immagine? A parte che l'iconografia stessa dell'immagine di Gesù si è evoluta nel tempo e che quella è l'immagine che di Gesù avevano all'epoca in cui si data la sindone e non per esempio qualche secolo prima (come l'articolo spiega benissimo, ma forse Alpha T non ha letto, cosa che "fa veramente male al cuore, come non aver parlato") ma poi quest'idea che se esiste un'iconografia consolidata e universalmente consolidata allora il suo oggetto deve essere per forza esistente spiazza completamente e lascia a bocca aperta: forse allora è vero anche Babbo Natale? A me risulta che lo immaginiamo tutti col barbone bianco, la giubba rossa e la pancetta.. non avrei mai detto che anche Babbo Natale...wow! - Fabrizio Bisi

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    1. Interpretazione molto fantasiosa, perchè attribuisce al Medioevo l'invenzione di una iconografia che era consolidata da secoli, e decide di ignorare le caratteristiche di immagini ben più antiche, come alcuni Pantocrator ed alcune monete, che mostrano particolari che fanno propendere per una copia dalla Sindone e non viceversa.
      Alpha T

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    2. Questa è la classica arroganza dei mezzi saputi. Tentare di ridicolizzare qualcuno atteggiandosi.
      Babbo Natale non c'entra nulla perchè nessuno dà importanza all'immagine di Babbo Natale.
      Invece abbiamo una transizione da una cultura che vietava le raffigurazioni di umani e anche di animali, per il rischio di trasformarli in idoli, e considerava massimamente blasfema una immagine che pretendesse raffigurare Dio, ad una cultura che dà il massimo dell'importanza alle immagini, anzi normalmente a copie di immagini precedenti, usandole addirittura per il culto, e specificamente afferma, senza una spiegazione, le fattezze dell'uomo-Dio di cui non si era conservata traccia nè racconto.
      E' un FATTO STORICO che ad un certo punto sia stato ritrovato il Mandylion di Edessa, che sappiamo essere compatibile con una sindone intera ripiegata per mostrare solo il volto, e che veniva descritto come "non fatto da mani d'uomo". Una spiegazione al fiorire di immagini di Gesù da un modello, spiegazione tra l'altro estremamente semplice e lineare, è che sia stata questo reperto che _a generazioni successive di persone appariva chiaramente non producibile da un pittore_ e quindi considerato miracoloso ed autentico, a diventare il modello e rovesciare l'atteggiamento verso le immagini.
      La spiegazione alternativa, quella di chi per partito preso non vuole ammettere nulla che possa suonare autenticista, quale sarebbe? Perchè ci sarebbe stato questo cambiamento, coll'affermazione di un modello di volto di Cristo, ma indipendente dal ritrovamento di una immagine considerata autentica?
      Ecco. In realtà non si accetta questa origine sindonica della iconografia perchè il passo successivo per "l'autenticista" è troppo facilitato, ovvero discutere le probabilità che la sindone scomparsa nella quarta crociata a Costantinopoli sia lo stesso lino di Edessa e la stessa Sindone che conosciamo oggi.
      A quel punto effettivamente guardare l'immagine mette in difficoltà lo "scettico" perchè coincidenza vuole che la Sindone "nuova" sia pericolosamente simile a quello che doveva essere il modello... infatti, è vero che le raffigurazioni di Gesù hanno avuto una evoluzione, come del resto ovvio. Ma quelle più antiche assomigliano di più alla Sindone attuale!
      Basti considerare il Pantocratore del Monastero di Santa Caterina https://raffackfav.files.wordpress.com/2013/08/cristo-pantocratore-del-monastero-di-santa-caterina-nel-sinai_sq.jpg dove appare con occhi esageratamente grandi e sproporzionati in maniera evidente, come l'artista avesse cercato di decifrare una immagine poco chiara dove l'occhio viene confuso con l'intera orbita, e non c'è simmetria tra i due occhi, come uno fosse tumefatto; le orecchie sono appena accennate ed una spiegazione è che il pittore doveva rappresentarle, ma nella Sindone non ci sono...
      Vediamo invece quanto più semplice e lineare poteva essere una immagine medievale di Cristo... https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/75/Codex_Bruchsal_1_01v_cropped.jpg
      Alpha T

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  10. Alpha T, a me non interessa nulla se la Sindone è autentica o meno. Mi preme semplicemente sottolineare come il metodo, che vorrebbe essere scientifico, usato per analizzarla da parte degli autenticisti, è molto criticabile e anzi, va a farsi friggere quando i risultati non sono quelli aspettati.

    Vediamo un attimo: abbiamo un oggetto che dovrebbbe essere dell'anno zero se fosse vero, e invece viene datato del 1350 circa. Questa misura viene fortemente criticata dagli autenticisti, perché affetta da svariati errori di metodo, da possibili complotti dei laboratori, da contaminazioni, da rammendi, etc.

    Però questa data, 1350 circa, non è una data a caso, come sarebbe potuto venir fuori da un test del C14 sballato e affetto da qualche errore sistematico non previsto. Questa data corrisponde proprio all'epoca in cui la Sindone fa la sua comparsa come tale nella storia (apparendo subito descritta come un falso, per inciso, ma questo lasciamolo perdere).

    Se il test del C14 fosse stato sballlato perché fatto male, perché affetto da contaminazioni, da rammendi invisibili, da neutroni vaganti, sarebbe potuto venire di qualunque epoca. QUALUNQUE! Del 600 dopo Cristo, del 1000 Avanti Cristo o del 1700 dopo Cristo. E invece, ma guarda che coincidenza, viene proprio del 1350, giusto giusto quando la Sindone fa la sua comparsa nelle fonti storiche descritta propriamente come tale.

    Certo, puo' essere un caso anche questo, ma è un caso quantomeno sospetto, che non puo' essere preso alla leggera se si vuole usare il metodo scientifico.

    Infatti esiste un teorema fondamentale della statistica, che si chiama Teorema di Bayes, che serve da linea guida in qualunque analisi in cui si ottengono certe misure e ci si chiede, in base a quelle misure, quanto è probabile una certa ipotesi iniziale. Applicato al caso della Sindone, questo si traduce in chiedersi: quanto è probabile che un oggetto che compare ufficialmente nella storia nel 1350, e che viene anche datato proprio del 1350, sia in realtà dell'anno zero?

    E in alternativa, quanto è probabile che un oggetto che compare ufficialmente nella storia nel 1350 e alla datazione del C14 risulta pure del 1350, sia effettivamente del 1350?

    Tu su quale dei due casi scommetteresti?

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  11. Caro smarcell,
    se si trattasse di fisica non faresti un errore concettuale così banale, ma quando entra in gioco la religione ecco che l'obiettività esce dalla finestra e ci si annebbia la vista.

    Ci sono coincidenze oggettive tra due eventi, tali da aumentare la probabilità che non si tratti solo di un caso, ma che i due eventi siano strettamente collegati da una causa comune o da un rapporto di causa-effetto. Lo scettico come altri se la correlazione gli piace le considera, trionfante, una "dimostrazione", se non gli piace dice che il credente è ingenuo a sopravvalutare le coincidenze.

    Esempio che mi piace perchè non si sente parlarne in giro.
    La Scoperta dell'America è oggettivamente l'evento più importante che coinvolga un genovese, anche se di per sè non sarebbe questa grande impresa e l'America era abitata. Anche per questo, l'importanza del 1492 venne capita e consolidata solo nel tempo. Inizialmente neanche sapeva di essere arrivato ad un nuovo continente; del resto non è che i vari esploratori e coloni dei primi secoli si interessassero alla storia di Colombo più di tanto. Credo le prime vere celebrazioni note siano del 300° anniversario negli Usa.
    Ancora più difficile che la missione di un genovese da tempo trapiantato in Spagna potesse essere evento degno di nota per i genovesi. Nel 1490 sembrava anzi che Colombo non fosse riuscito a far approvare il proprio viaggio, che comunque si compì due anni dopo.
    Ebbene, nel 1490 avviene l'apparizione mariana a Genova, la "Madonna della Guardia" (vicino a dove ho abitato tanti anni). Un contadino che viveva su questo monte alle spalle di Genova, che vedeva il mare sullo sfondo, non avrebbe minimamente potuto immaginare che quello era il momento per inventarsi una apparizione degna di rappresentare bene il momento unico nella storia per Genova. Obiettivamente, che la Madonna abbia deciso di "visitare Genova" in vista del viaggio di Colombo è una affermazione certamente contestabile, ma solo dicendo che si tratta di semplice coincidenza, perchè il contadino B.Pareto non poteva sognarsi di avere a che fare cogli esploratori o che un genovese stesse per scrivere una pagina di storia così importante. E anche oggi pur essendo legato a quel santuario non ricordo di aver mai sentito dare tanto importanza alla coincidenza.
    L'apparizione a Pareto sul monte, e la scoperta dell'America, sono due eventi ravvicinati ma completamente decorrelati oltre ogni ragionevole dubbio, per cui l'appellarsi al caso è l'unica risposta possibile per lo scettico.
    Di necessari scherzi del caso però ce ne sono parecchi, nella storia della Chiesa. Mai questo rappresenta una "dimostrazione", però l'insieme rende più che plausibile che la Chiesa non si sbagli ad affermare Gesù Cristo.

    Completamente diverso è il caso che vuoi utilizzare riguardo alla datazione della Sindone. Noto infatti che pretendi di assumere un punto di vista assurdo e insostenibile, tanto lo attribuisci agli avversari e quindi la colpa dell'impresentabilità sarebbe la loro: in sostanza dici "facciamo finta che sia vero che il C14 dà risultati senza senso e senza una motivazione, ad esempio potrebbe indicare date impossibili tipo il 1700 d.C. o il 1000 a.C. Ma allora come mai guardacaso la data rilevata coincide con quella in cui è apparsa?"
    Se da un lato è vero che eventi che coinvolgano radiazioni potrebbero dare come effetto qualunque data, anche nel futuro per dire, dovresti avere l'onestà di riconoscere che non ho mai affermato la plausibilità di questo scenario.
    -continua- Alpha T

    RispondiElimina
  12. Invece sappiamo che la Sindone che abbiamo ha avuto una storia complicata, nel gioco delle "coincidenze" bisognerebbe contare l'illustrazione del manoscritto Pray di poco anteriore al 1200, dove nella rappresentazione di una sindone di Cristo si vedono i segni di una bruciatura a L che è anche presente sulla Sindone di Torino, ed è sempre stata lì quindi anteriore alla storia accertata del reperto. Poi il tessuto riporta il segno di essere stato a lungo ripiegato in maniera tale da poter verosimilmente presentare solo il volto, cosa che sarebbe ragionevole fare per dei religiosi che non intendono mostrare nudità, e corrisponderebbe alle ostensioni di una sindone ad Edessa.
    Uno studio molto interessante mostra in maniera estremamente convincente che le macchie d'acqua testimoniano di un periodo in cui è stata ripiegata verticalmente in poco spazio dentro un'anfora, sul fondo della quale si era accumulata dell'acqua.
    Un altro esempio di caratteristica non ovvia di un lino "vissuto" è il fatto che qualcuno ne aveva tagliato un lato lungo, poi ricucito grossolanamente.
    Spiegare con il falsario la presenza di questi e molti altri elementi non è certo impossibile, ma che narrazione piena di stranezze occorre inventarsi?
    Ebbene, nel caso che fosse vera l'altra ipotesi, avremmo una sindone prima ad Edessa, ritrovata in un muro, poi a Costantinopoli, poi rubata nella Quarta Crociata, e ritrovata in seguito in Francia nelle mani di un tizio che ha lo stesso nome e cognome di uno degli ultimi Templari (parente?)
    Dopo questa eventuale storia travagliata di secoli, considerando anche che gli angoli venivano usati per le ostensioni, è normale attendersi lì una usura.
    Non è affatto peregrino pensare che _possa_ esserci stato un rammendo proprio lì!
    E veniamo dunque all'errore a cui accennavo all'inizio: qui non abbiamo eventi distinti su cui trovare una correlazione (il falso all'epoca dell'apparizione) oppure invece credere una coincidenza completamente random, uno scherzo del caso (come era nell'esempio della Guardia). No, qui abbiamo un reperto certamente sottoposto a danni e riparazioni sia prima che dopo l'epoca che ci interessa, che riappare verosimilmente dopo un viaggio non semplice e dopo essere stato nascosto; quindi l'alternativa è tra il falso (da questo punto di vista possibile) o una riparazione all'angolo, che lungi dall'essere una scatola vuota magica e arbitraria fonte di possibilità fantasiose, è un evento niente affatto sorprendente, anzi plausibile, e che ci sono ottime ragioni per cui possa essere avvenuto in quegli anni!
    Per cui il problema del "Ah ah ah, mi fate ridere, non è falsa ma _guardacaso_ il C14 dà per sbaglio proprio la data in cui è apparsa!" sta in un bias di rappresentazione (framing): non considerare che un evento alternativo tendenzialmente abbastanza correlato alle stesse epoche possa dare comunque un risultato compatibile con il radiocarbonio.
    Qui è il ragionamento che è bayesato.
    In parte è dovuto al fatto che il C14 è una misura, e come tale, nella sua rigorosità quantitativa, può nascondere gli errori di sbaglio che stanno nel contorno alla misura stessa.
    E' riduzionismo. Molto comodo poi ignorare le argomentazioni che vanno nella direzione opposta, e non sono quantificabili.
    -continua-
    Alpha T

    RispondiElimina
  13. La Sindone non appare "subito descritta come un falso", appare invece come un reperto considerato autentico e oggetto di pellegrinaggi e devozione, e poi, solo dopo quasi 50 anni da quando è stata fatta oggetto di venerazione, salta fuori il vescovo che lamenta che i pellegrini vanno dalla Sindone invece che da lui, arricchendo la chiesa sbagliata, e che guardacaso (sulla sua parola) il suo predecessore aveva smascherato e scoperto tutto. Incluso il modo in cui era stata dipinta.
    Ora, dato che per un falso come minimo, a quanto ne sappiamo al meglio delle conoscenze attuali, sarebbe stato necessario crocifiggere un uomo; e dato che non si tratta di un dipinto, fa specie che, invece che dire qualcosa sull'autore o sul metodo usato per dipingerla, questo vescovo dica solo esattamente quello che avrebbe potuto dire qualunque oppositore che la ritenesse falsa.
    E comunque, insisto nel particolare, l'anno zero non esiste. Cosa che, dovendola rimarcare due volte ed essendo pacifica e fuori dal contendere, mi fa fortemente dubitare dell'attenzione reale con cui è stata letta la mia precedente filippica. Saluti.
    Alpha T

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  14. Caro Alpha T, onestamente non ho capito cosa ci azzecca il racconto delll'apparizione della Madonna a Genova in concomitanza del 1492 con la coincidenza che la Sindone venga del 1350 o giù di lì. Sarà un mio limite, non discuto.

    Riguardo il C14 che data la Sindone proprio del 1300, tu dici che non credi alla storia delle radiazioni. Ma guarda che nemmeno io mi riferisco alle radiazioni, che sono l'ipotesi più demenziale che si poteva fare, ma piuttosto intendo la storia dei rammendi invisibili o della contaminazione. Stupisce infatti che, qualunque sia il motivo che avrebbbe alterato la datazione del C14, questa venga proprio coincidente con la comparsa ufficiale della Sindone in quanto tale nella storia. E' una strana coincidenza, non trovi?

    Riguardo il codice Pray ti chiedo: ma l'hai visto? A parte quelllo che scrivono i sindonologi, l'hai visto? Secondo te quegli scacchetti sono la trama del tessuto della Sindone? Che invece è disegnata apppallottolata proprio sopra, senza alcuna trama? O piuttosto si tratta di coperchio o una lapide? E poi i cerchietti che sarebbero i rammendi/bruciature della Sindone! Questa è veramente incredibile! Gli stessi cerchietti si trovano identici nell''ordine: sulla cintura delll'angelo, sull'ala dell'angello, sul vestito della Madonna.

    Non solo, ma nonostante si sia così fedelmente ispirato alla Sindone, nell'unica immagine in cui Cristo ha i fori dei chiodi alle mani, ce li ha sul palmo e non sui polsi (ma questo non lo trovi mai sugli scritti degli autenticisti).

    Suul rammendo da cui sarebbe stato tratto il campione di C14, ti sfugge il punto cruciale, e cioè che coloro che hanno deciso di fare la misura hanno scelto loro dove prendere il campione! La scelta è stata concordata assieme agli esperti! E tra chi ha deciso c'era un esperto di tessuti. Pensi che un esperto di tessuti non sia in grado di capire se c'è un rammendo? (ah, dimenticavo, è un rammendo invisibile!). Di nuovo: il metodo. Ti chiedo: se la Sindone fosse venuta dell'anno zero, avrebbero questionato che poteva esserci un rammendo, o che poteva essere stata contaminata? O avrebbero detto che andava bene così?

    E poi l'anno zero: lo so che non esiste l'anno zero, e che è un modo di dire. E' per farsi capire. Ti sembra questa un'obiezione rilevante?

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  15. Ah beh, eccolo che si impunta sul dettaglio dell'anno zero, che era una parentesina collaterale e avevo citato nuovamente solo per mettere in discussione la sua attenzione nel leggere, e decide la linea "Mai ammettere un errore per alcuna ragione"... Sarei curioso di sapere come ameresti l'uso di espressioni arbitrarie improprie in ambito scientifico, dicendo "ma è un modo di dire, per farsi capire!"

    Per esperienza, quelli che non vogliono provare a ripensare quello che "sanno" fanno fatica a capire il contenuto di esempi e metafore che esulano dal contenuto atteso.
    Ho fatto un esempio, peraltro fastidioso per uno scettico, di due eventi, cioè l'apparizione della Madonna sulle alture di Genova e la scoperta dell'America da parte di un genovese, che non possono avere alcun collegamento terreno ragionevole: la loro sovrapposizione appartiene per forza o alle coincidenze completamente casuali o a un evento soprannaturale.
    Possiamo invece fare un esempio opposto: mi convinco che il mio vicino di casa è un bombarolo, perchè fa discorsi strani e lavora in un laboratorio chimico. Una volta che ci troviamo all'aeroporto, proprio questo tizio non passa il test antibomba: "Lo dicevo! E' un terrorista! E' provato!" Questa è una pretesa di avere un risultato oggettivo, che per come ci si è presentato (incontrando l'aspettativa) ci convince in maniera definitiva. Invece ci sono ottime probabilità che il falso positivo all'aeroporto, così come il pregiudizio mio, siano stati alimentati dalla stessa circostanza: il fatto che lavori con varie sostanze chimiche inusuali. Prescindendo dalle probabilità dei singoli eventi in questo od altri casi, il punto è che non sto giudicando un evento che o è uno straordinario caso random, oppure è la conferma dei miei sospetti; c'è uno scenario di correlazione tra le mie aspettative sbagliate e il test che dà un responso sbagliato correlato alle mie aspettative.
    Mettere in contrapposizione un C14 che conferma il falso medievale oppure un risultato dal C14 completamente random, quindi anche 2000 a.C. o 2000 d.C. o chissà cosa, è scorretto perchè nessuno sostiene che l'esame del C14 possa dare un risultato completamente arbitrario! E giocare dunque ad attribuire questa idea all'avversario è troppo comodo!
    E' chiaro che tra una data che coincide col caso del falso medievale, ed una idea che il risultato del radiocarbonio possa essere casuale, chiunque se la ride e crede piuttosto al falso.
    Ma il punto è che l'alternativa al falso non è affatto quella di una coincidenza completamente casuale tra le date! L'alternativa è che la parte esaminata dell'oggetto abbia subito un apporto di materiale estraneo decisamente notevole (e l'unica idea che mi viene è che sia in seguito ad una riparazione del tessuto), cosa che su di un reperto molto antico e danneggiato, che in quell'epoca riappare nelle mani di nobili e trattata come preziosa ed esibita come reliquia, ci si può aspettare ragionevolmente avvenga in date vicine e successive, quindi la data risultante dal test può convergere verso la data di apparizione per ragioni "innocenti". Non sono eventi scorrelati.
    -cont- Alpha T

    RispondiElimina
  16. Poi per carità, non ho mai nascosto che l'ipotesi del rammendo è molto problematica. Nè ho negato che la prova del C14 è pesante. Non mi voglio gettare su di una tesi.
    Rimane il fatto che è curioso che i campioni abbiano un gradiente di età, per così dire a scaletta. La cosa più ragionevole da ritenere è che ci siano state contaminazioni non considerate che hanno causato questa differenza secondo la posizione del campione.
    La zona è certamente a detta di tutti non ideale e contaminata! Un semplice "sporco" che pure c'è non cambierebbe la sostanza della datazione medievale; però è stato stra-assicurato che era stato tolto prima della datazione, quindi qualcosa non va. Ci può stare da parte dei laboratori una certa sufficienza nel trattare il tutto in maniera standard facendo il compitino con fastidio e distacco, che significa avere poca attenzione ad eventuali sorprese, anomalie nel campione.

    Quanto alla parte a monte, chi ha deciso le procedure ed effettuato il prelievo: sono stati giustamente criticati da tutte le parti, hanno mostrato chiari segni di dilettantismo, e se il verdetto fosse stato "autenticista" si sarebbero giustamente mossi dei dubbi da parte scettica. Sono parecchi anni che non toccavo l'argomento e quindi non ricordo i dettagli, ma mi ricordo due cose riportate: hanno fatto la scena come a decidere lì per lì da dove prendere il campione (paradossale); e uno degli "esperti" ha indicato i segni dell'incendio chiedendo di cosa si trattasse (segno che non sapeva nulla del reperto).
    Il fatto che abbiano fatto le cose male non è colpa tua ma neanche mia.
    "Di nuovo: il metodo. Ti chiedo: se la Sindone fosse venuta dell'anno zero, avrebbero questionato che poteva esserci un rammendo...?" Il metodo dovrebbe essere quello di prendere in considerazione tutte le obiezioni; è normale però che di fronte ad una serie di riscontri, appena arriva quello che li ignora e porta una prova di segno contrario e dà per scontato che il discorso è chiuso, gli si dice: "Un momento! E questi altri risultati?"
    Perchè, che ti piaccia o no, è normale cercare difetti in una prova che contraddice le altre!
    Dai troppo per scontato che bisogna adottare un punto di vista cosiddetto "scettico".
    Ribadisco: se ci sono cose come le tracce di terra che corrispondono alla aragonite che si trova a Gerusalemme, o i segni dei flagelli storicamente accurati e con aloni di siero invisibili, ed altri particolari inspiegati, non è scontato dare per fatta l'attribuzione ad un falsario.

    Poi per carità, è vero che molti fanno le cose con scarsa professionalità e poco senso di cosa sia fare scienza.
    E anche qualche hoaxer o visionario si è unito. Le tv gli danno spazio e generano convinzioni infondate, più spesso autenticiste.
    Ma diciamo per chiarezza, se non fossi stato chiaro. Se si trattasse di un reperto che si riferisce ad un generale che vinse tante battaglie, magari famosissimo ma senza conseguenze per la visione del mondo della gente, e se l'unica prova al riguardo fosse quella del C14 del 1988, NESSUNO metterebbe in dubbio che si tratta di un manufatto del 1300.
    Parimenti, però, va detto che, nelle stesse condizioni, se l'unica prova al riguardo fosse una miniatura come quella sul codice Pray, NESSUNO metterebbe in dubbio che era già in esistenza nel 1195.
    Aggiungiamo ancora: se ci fossero solo Pray e C14, ancora si direbbe che è un oggetto dell'epoca, e magari il C14 ci ha dato di un po'.
    Ma il punto è che gli elementi sono molti di più!
    -cont- Alpha T

    RispondiElimina
  17. Quella miniatura rappresenta un livello artistico tipico dell'epoca medievale: molti aspetti del disegno li giudicheremmo primitivi, spontanei, infantili persino. Pochi anni dopo, con tecnica ignota, un artista avrebbe invece prodotto la Sindone nella sua astrusa complessità... ma passiamo oltre.
    Non sono un esperto e ho sempre notato che nell'analisi iconografica si trovano parecchie cose che un profano come me dice: "Ma davvero? Ah, quello è San Lambazano, e la palma spostata e dite che l'aureola di quel colore significano che il dipinto è avvenuto dopo l'inaugurazione della cattedrale di Carburate? Vabbé!"
    Ma mi sembra che tu faccia presto a sentirti esperto di iconografia...
    L'artista dimostra come dicevo dei limiti tecnici specialmente nella resa della prospettiva, ad esempio quello che è stato identificato con Giuseppe d'Arimatea si trova praticamente _dentro_ il lenzuolo, invece che dietro.
    Che volesse rappresentare in piano la superficie di un lenzuolo, oppure una tomba scoperchiata, in entrambi i casi il risultato è graficamente confuso e poco leggibile. Ma questo non ci autorizza a scartare una interpretazione del disegno, solo perchè ad un occhio moderno non gli somiglia. Non gli somiglia nemmeno l'altra!
    Al contrario, ci possiamo aspettare certamente una minuziosa attenzione del miniatore al dettaglio religioso.
    Il giovane, che più che ragionevolmente sarebbe S.Giovanni, allo scoprire i teli funerari, secondo il Vangelo di Giovanni che l'autore conosceva bene, _subito vide e credette_: c'era qualcosa di intrinsecamente convincente in quella scena, avvenuta non davanti ad una tomba ma dopo essere entrato. Ed infatti viene raffigurato mentre osserva la sepoltura in atteggiamento meditativo. Come un testimone che osserva e potrà trarre conclusioni.
    La tomba, poi, per chi legge il testo biblico non è una specie di sarcofago, ma una grotta chiusa da una pietra che può rotolare. E' normale per gli artisti trasporre i soggetti al proprio tempo, e quindi pensare ad una sepoltura più moderna; ma non si può prendere la cosa per buona così alla leggera, quando ha mostrato di poter uscire dai canoni per una rappresentazione più aderente al fatto e non ovvia (la nudità del soggetto).
    Io non so poi chi potrebbe rappresentare un sarcofago vuoto con un coperchio che ha una strana e inedita decorazione a scaletta che confonde la vista, e sotto una serie di croci rosse: perchè, visto che ogni elemento nel disegno non è a caso ma svolge una funzione? Ovviamente non escludo l'ipotesi della strana lastra di marmo, ma pare una forzatura, quando abbiamo la spiegazione alternativa molto lineare, e cioè che il disegno renda artisticamente un aspetto, ovvero il ricordo della struttura del tessuto, e le croci rosse il sangue. Ma è sulla presenza dei segni circolari ad L che si nota un ulteriore elemento più convincente. Perchè la coincidenza sarebbe notevole. Gli elementi del disegno hanno una funzione, qui quale sarebbe altrimenti?
    Francamente fa cadere le braccia la tua scusa: siccome l'artista usa in varie occasioni i circoletti come elemento grafico, il fatto che in un punto ci metta dei circoletti "inspiegabili" va lasciato lì com'è, trattato con sufficienza...
    -cont- Alpha T

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  18. Va invece notato che se l'oggetto raffigurato è il lenzuolo, il lato che sarebbe rimasto impresso dal sangue è quello interno, e non quello superiore, ed ecco che le croci che indicano il Sangue di Cristo corrispondono.
    C'è un oggetto che sembra un panno avvolto direttamente sopra al "pezzo superiore", e subito (ovviamente) lo scettico trionfante dice: "Eccolo lì il telo! Quindi quella sotto è una lunga pietra tombale rettangolare!"
    Ma se te lo riguardi, puoi osservare che in quella zona il motivo a scaletta lascia il posto ad una serie di croci semplici, le quali proseguono parzialmente, così come il bordo esterno del rettangolo, sotto l'involto, indicandone così la natura di telo leggero, semitrasparente. Queste croci infatti non seguono le pieghe, quindi sono sotto. Questo panno, poi, è particolarmente piccolo, pare davvero forzato farlo corrispondere al telo della prima vignetta, che debordava da tutte le parti. Anche qui ci viene in aiuto il sapere che il disegnatore ha in mente il Vangelo. Di Giovanni, il testimone della prima vignetta. Tralasciando i problemi relativi alla traduzione forse scorretta, Giovanni dice di aver visto le bende per terra, ed il sudario, che gli era stato posto sul capo, ripiegato in un luogo a parte (oppure meglio, in maniera inusuale).
    La sepoltura verosimilmente doveva prevedere delle bende a chiudere la sindone, altrimenti come sarebbe stata a posto? Ecco perchè si parla di teli o bende, al plurale. Ma c'è sempre il riferimento ad un sudario, che è di per sè un fazzolettone, che è presente nel racconto e dunque ci deve stare in una raffigurazione, per questo la cosa più logica, per quanto visto, è che il "telo in più" sia il sudario. Altro che "invece appallottolata sopra". Un conto è dire che questo tipo di considerazioni, come qualunque altra in questo campo, non sono quantificabili e non possono mai assurgere al valore di prova. Altro è trattare la cosa superficialmente e sgridare per la sua presunta stupidità l'interlocutore "autenticista", sentendosi superiori, senza approfondire.
    Quanto al fatto che "quegli scacchetti" non rappresentano bene il tessuto della Sindone, momento.
    Sappiamo che in anni vicini una sindone veniva regolarmente mostrata ai fedeli a Costantinopoli.
    La spiegazione "scettica" non so quale mai potrebbe essere, ma in caso di autenticità gli eventi avrebbero avuto uno svolgimento abbastanza logico: durante una ostensione, magari tornando più volte nel corso di alcune settimane, un artista pellegrino guarda con l'occhio del pittore il reperto esposto, se lo memorizza, forse lo copia direttamente, ottenendo magari ulteriori informazioni dai custodi. Poi lui o la sua copia artistica giungono in Ungheria, e sulla base della sua memoria e/o di quanto ha già disegnato, viene realizzata la miniatura.
    E' vero che il tessuto della Sindone è diverso da quel disegno geometrico, ma qui parliamo di una raffigurazione che passa almeno attraverso l'astrazione di un artista non abilissimo, se non attraverso ricordi. Che ci sia una astrazione in questa parte del disegno lo mostra l'uso delle croci. Da un lato mostra come si presentava il tessuto, dall'altro il rosso delle croci rappresenta la presenza di sangue sacro. E' inutile che punti i piedi, quadra, anche se non è decisivo.
    Fin dall'antichità si pensava ad una immagine del corpo di Gesù dovuta a sangue, sudore ed oli usati nella sepoltura. L'artista guardacaso mostra la scena della deposizione, coll'uso di olio, rappresentando così l'origine dell'immagine, la figura ben precisa del sepolto che rappresenta. Per scelta stilistica legata penso ad un senso dell'immagine di Gesù come risorto, e forse anche per difficoltà grafica, non raffigura le impressionanti ferite (tranne, si direbbe, due-tre segni sul capo e sulla fronte). Nessuno dubita che fossero implicite: è la sepoltura di un crocifisso!
    -cont- Alpha T

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  19. Quindi non sappiamo dove avrebbe disegnato i segni dei chiodi se lo avesse fatto. Le mani sulla Sindone sono molto allungate e un osservatore non moderno, potendo solo contare sulla propria vista, avrebbe visto solo la colatura sul polso destro. Per un artista abituato ad una serie di raffigurazioni codificate, col segno del chiodo al centro del palmo, un simile dettaglio non avrebbe necessariamente portato ad un ripensamento del modo di raffigurare le stimmate; oltretutto il manoscritto, come detto, non è certamente stato realizzato davanti all'originale da copiare! Infatti la mirabile contro-obiezione che mi presenti è che, in un altro disegno dello stesso manoscritto che a suo tempo avevo già visto, i segni dei chiodi non sarebbero correttamente nei polsi!
    In quel caso, al Cristo risorto sono applicati dei segni minimi, convenzionali, per dire che le ferite ci sono davvero, ma non è più ferito ma ha un corpo perfetto, risorto. In questa raffigurazione la mano destra non è molto ben disegnata, ha le dita molto lunghe, ma la macchiolina aggiunta di sangue davvero potrebbe stare quasi nel palmo o quasi nel polso, secondo come la si voglia vedere! Quindi o non è un particolare molto chiaro e non ha senso trarne le conclusioni che ne trai, oppure esprime un tentativo dell'artista di conciliare una colatura osservata dal polso destro con l'aspettativa di una colatura che parte dal palmo.
    I particolari invece che fanno corrispondere il disegno superiore della deposizione colla Sindone sono molti.
    Scandalosa nudità difficilmente giustificabile; piedi non visibili; mano destra sopra alla sinistra (dita allungate); mani incrociate sopra alla zona pubica; assenza di pollici; anche il fatto di corrispondere allo stesso tipo di procedura di sepoltura, col lenzuolo sotto e poi ripiegato sopra, non è scontato.
    -cont- Alpha T

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  20. Ho letto in rete almeno due ipotesi di come sia stata realizzata, ma non voglio questionare dato che non ho mai avuto particolare interesse per un oggetto che solo all'apparenza sembra del tutto un 'manufatto'.
    Intanto per l'assenza di deformazione geometrica del volto, basta fare le prove da se su un panno e vedere che popart risulta, ma vabbè.
    A chi è più esperto farei solo una domanda dato che non ho mai trovato riferimenti in merito: perchè la figura ha i fianchi così larghi per un uomo???
    C'è qualche ipotesi in merito?

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    1. Infatti l'immagine della Sindone non è l'impronta di un corpo. Come dice lei, il volto risulterebbe esageratamente deformato. Potrebbe però essere l'impronta ottenuta da un bassorilievo. garlaschelli l'ha ottenuta in questo modo, e il risultato è sorprendentemente simile. E' possibile invece che il corpo sia la riproduzione di un corpo reale, per il quale la deformazione sarebbe inferiore che per il viso. Questo spiegherebbe i fianchi larghi, e lo strano collare che si vede tra corpo e busto. Anche le braccia sono esageratamente lunghe per un essere umano. La spiegazione che danno gli autenticisti è che, non essendo possibile che sia l'impronta di un viso (per i motivi detti sopra) allora l'immagine è miracolosa. Di nuovo, la scienza messa nel cassetto.

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    2. Si , ho letto del metodo con un bassorilievo poi tamponato, ma anche di una tecnica a 'ferro arroventato' come un tipo di antica 'pirografia', potrebbe anche essere anche l'effetto di una arcaica 'pressa a caldo' per me partendo sempre da un bassorilievo.
      L'immagine potrebbe essere deforme perchè il modello era deforme di suo peraltro, insomma non è poi una stranezza che ci siano persone con braccia troppo lunghe o troppo corte o quant'altro, oppure semplicemente un errore di 'disegno' in se per se, un errore nel considerare o trascurare i volumi o nel non poter ovviamente correggere.
      E comunque allora dovrebbero considerare frutto di 'miracoli' anche le piramidi e migliaia di altre cose dato che tuttora su tante cose nessuno ne sa dare una spiegazione plausibile.
      La Sindone da l'idea di un falso e anche fatto male per la verità.
      Ma poi caspita, un'impronta di un uomo che fosse flagellato lascerebbe solo un grumo di sangue incomprensibile nel telo stesso, sarebbe già tanto se ci riconosci una figura qualsiasi.

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    3. Ma poi scusa Smarcell, ma cosa sarebbe 'esattamente' 'un miracolo' per chi crede in ste cose???
      Non so se si capisce bene la domanda

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    4. Non lo so. All'atto pratico è il rifiuto della spiegazione razionale per spiegare una certa osservazione, ad esempio la datazione, o il fatto che non possa essere il calco di un viso, sebbene questa spiegazione esista, a vantaggio di una spiegazione irrazionale.

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    5. Si,ok, propendono per spiegazioni 'soprannaturali' ma cosa è il 'soprannaturale'?
      Come se lo immaginano mi piacerebbe sapere??? Mi piacerebbe capire come credono accada un miracolo in termini precisi, come lo pensa la loro mente???
      Secondo loro ad esempio ci sarebbero violazioni delle leggi della Fisica??? E quali sarebbero allora queste ipotetiche violazioni?.
      Se no insomma come e al pari di ogni pseudoscienza si può dire di tutto e di più comodamente senza che ci sia la possibilità di nessun riscontro effettivo.

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    6. L'assenza di deformazione sulla figura sindonica che la fa apparire con le misure e proporzioni di una fotografia dimostra che non può dipendere da un corpo che lì sarebbe stato contenuto: tutte le deliranti spiegazioni proposte da "fisici" (irraggiamenti e smaterializzazione del corpo) non risolvono il problema perchè la deformazione dipende solo ed esclusivamente dal telo che se non era teso e disteso come una tavola non può restituire una siffatta figura. Su questo evidente punto, mai spiegato e glissato dai sindonologi, si infrangono tutte le pretese di autenticità di queell'oggetto: fino a prova contraria che si sta ancora aspettando...

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    7. Risolvono tutto dicendo che è l'evidente prova della natura miracolosa del telo! Quando fa comodo invocano la scienza. Quando invece la scenza ne nega 'autenticità, ad esempio non riuscendo a spiegare la mancanza di pieghe, allora invocano l'inesplicabile azione del miracolo. Hanno lo spiriti scientifco nel sangue, loro!

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    8. smarcell L'atteggiamento assunto dagli "autenticisti", tecnicamente si definisce delirio: "Formazione patologica di convinzioni errate, assurde per contenuto, resistenti a ogni critica." Mi pare calzi a pennello

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    9. Eh sì: ma a casa mia, tale atteggiamento si chiama delirio: "Formazione patologica di convinzioni errate, assurde per contenuto, resistenti a ogni critica" Mi pare calzi a pennello...

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  21. Il legame più sorprendente, ma non l’unico, che collega la Sindone di Torino con le opere pittoriche di Leonardo da Vinci, è nella somiglianza del volto contenuto nell’immagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento. Capolavoro conosciuto tramite riproduzioni e copie. Sebbene l’immagine della ferita al costato sembri sempre leggermente differente nelle varie riproduzioni fotografiche, un po’ come l’Autoritratto di Leonardo. Riprodotta includendo anche parte dello spazio alla sua destra e sinistra, mostra caratteristiche comuni con il guerriero centrale con il berretto rosso ripreso ad esempio dalla Tavola Doria che riproduce della Battaglia di Leonardo, la Lotta per lo stendardo. Naso pronunciato, bocca spalancata, il labbro superiore quasi attaccato al naso. Fa quasi più paura il volto contenuto nella ferita al costato della Sindone, che il guerriero con il copricapo rosso, come appare nelle varie copie della Battaglia. Il legame non sarebbe solo di tipo figurativo, (la somiglianza dei due volti), ma anche di tipo funzionale. Giacché la ferita al costato a Gesù fu procurata da una lancia da parte di un soldato (Vangelo di Giovanni 10,34). Mentre nella Battaglia di Anghiari, la Lotta per lo stendardo verte attorno al possesso di una lancia. Inoltre mentre nel violento furore parossistico della Battaglia di Leonardo assistiamo al mutarsi degli uomini in cavalli e viceversa. La guerra rende l’uomo una bestia. La Sindone invece indicherebbe la trasfigurazione gloriosa di Gesù. Ma i geni hanno un volto somigliante, un intelligenza simile e producono opere analoghe. Ciò rende difficile l’attribuzione. Gesù volto e modello archetipo del genio. L’immagine della ferita al costato è la “prova” della presenza attuale della Battaglia di Anghiari, dietro gli affreschi del Vasari a Firenze, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Cfr. ebook/kindle: La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci. Analisi iconografica comparata. Grazie

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  22. ma allora con quale tecnica è stato prodotto questo benedetto falso? fosse anche del 1300 questo telo rimane comunque da spiegare come sia stato possibile, per un artista dell'epoca, effettuare un lavoro simile. da quello che so, ancor oggi, con le conoscenze e la tecnologia attuale, si riesce a malapena ad avvicinarsi ad un risultato simile, ma non identico. illuminatemi grazie.

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    1. Luigi Garlaschelli, un chimico del Cicap, ha prodotto una Sindone molto simile a quella vera, con caratteristiche di tridimensionalità e immagine negatova, usand tecniche del 1300. E' stato attaccato da tutti i Sindonologi, ma ha dimostrato che all'epoca era possibile. Soprattutto le tanto declamate caratteristiche d tridimensionalità e immagine negative vengono fuori da sole, in base alla strofinatura su un bassorilievo, se non sbaglio. In rete si trovano i dettagli, cercando qualche parola chiave.

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