mercoledì 28 marzo 2018

Però una volta si viveva meglio!

Talk show. Di quelli in cui in genere non ti ci soffermi più del tempo tecnico necessario alla tv per assimilare il fatto che tramite il telecomando gli hai intimato di cambiare canale (l'elettronica a volte sa essere assurdamente lenta!). Mi blocco però prima di premere il tasto forward, perché il conduttore chiede agli ospiti (il solito amalgama che comprende, come da copione, una velina,  un sociologo/psicologo/ologo di qualcosa, un attore di teatro e un giornalista/scrittore) la seguente domanda: "in che epoca storica avreste voluto vivere?"

Siccome per me la risposta è scontata (l'epoca storica presente), mi fermo ad ascoltare, perché so già che ci saranno risposte interessanti. Le risposte degli ospiti in studio vanno infatti dagli egizi, perché indossavano gioielli bellissimi e la loro civiltà era affascinante (se però dovevi spingere un obelisco dalla cava fino a Luxor, un po' di fascino secondo me si perdeva per strada), fino al rinascimento, quando era pieno di artisti (e anche di topi, che come niente ti scatenavano un'epidemia di peste).

Forse questi fini opinionisti confondono una breve comparsata nel passato, tipo piombare nel Rinascimento per vedere Monna Lisa che dice "Maestro, non ce la faccio più a tenere questo sorriso del menga!", o Ramsete che sbotta "ragazzi, ma possibile che ancora non siamo cazzi di fare un disegno che non sia di profilo?!", con il fatto di "vivere" in quell'epoca.

Perché a pensarci bene, vivere in epoche passate implicava una serie di problemucci non da poco.

Cominciamo con una cosa semplice semplice: l'anestesia.  I Babilonesi ti comprimevano le carotidi per farti perdere i sensi (pare che ogni tanto qualcuno calcasse un po' troppo la mano...) , mentre gli egizi, leggo, usavano la neve per farti perdere la sensibilità. Che, dato il clima dell'Egitto, era proprio un cogli l'attimo. Pare che poi usassero la "pietra di Menfi", che opportunamente triturata e spalmata sul corpo faceva perdere la sensibilità. Per l'anestesia totale, invece, te la sbattevano in testa. E insomma, ridendo e scherzando, per aspettare di poterti togliere un dente con un'anestesia decente bisogna arrivare al 1850 o giù di lì. Un motivo per me più che valido per escludere di pacca tutte le epoche precedenti.

Gli antibiotici: la penicillina, il primo antibiotico, è stato scoperto nel 1928. Prima di allora una semplice infezione poteva tranquillamente portarti al Creatore, o implicare l'amputazione di un arto. In realtà la piena diffusione degli antibiotici presso la popolazione avviene dopo la seconda guerra mondiale. Un altro motivo per escludere tutte le epoche precedenti (che magari, già che ci siamo, ci evitiamo anche di vedere Hitler in azione, prendendo due piccioni con una fava).

La chirurgia: vogliamo parlare di cosa significava farsi operare ai tempi di Lorenzo il Magnifico e il fiorire delle arti e della cultura? Cose tipo la setticemia, la sterilizzazione degli strumenti chirurgici, gli ambienti pulitissimi dell'epoca? Parliamone. 

E senza andare troppo lontano nel tempo, la prima operazione al cuore con circolazione extracorporea avviene solo dopo il 1950 (fonte), e i bypass coronarici sono della fine degli anni 60. Mio nonno è morto d'infarto in quell'epoca. Sapeva di avere problemi cardiaci, e sapeva che gli sarebbe toccato prima o poi, ma non ci si poteva fare niente. Adesso ti fanno bypass e stent e ti rimandano a casa per cena, e campi fino a novant'anni. Solo cinquant'anni fa erano cavoli tuoi.


E della corrente elettrica, e del riscaldamento in casa, che non esistevano? Mi ricordo i salti di gioia di mia nonna quando a casa le avevano messo il riscaldamento coi termosifoni. Prima aveva solo la stufa "economica", dove mettevi i ceppi di legno. Di fianco faceva un caldo bestia, ma se poco poco ti allontanavi e andavi in bagno o in camera da letto, gelavi. Eh... quando il mondo era più semplice e genuino, che bei tempi! Che stupida, mia nonna, a non rendersi conto di quello che stava perdendo con l'avvento del progresso!



E poi le vaccinazioni, giusto! Quasi me ne dimenticavo.  Quelle che fanno ingrassare Big Pharma, e adesso in tanti rimpiangono i vecchi tempi in cui, solo per il morbillo, in Italia morivano un centinaio di bambini all'anno, e molti di più restavano rovinati dalle complicanze! Quando io facevo le elementari, alla fine degli anni 60, era poi normale conoscere gente storpiata dalla poliomielite. Il mio bidello (cattivissimo!) lo era, un'amica di famiglia lo era, un mio amico con cui facevo nuoto lo era. Tutti costoro avevano una gamba sottile e inutilizzabile, che trascinavano. E erano i più fortunati! Perché poi, sempre per chi aveva avuto la poliomielite e aveva avuto la possibilità di raccontarla (a molti non era concesso questo privilegio), c'erano anche i centri appositi con i polmoni d'acciaio: amene camerate dove tanti bambini passavano la vita tutti assieme, 24 ore su 24, dentro una macchina al di fuori della quale sarebbero morti. Per i restanti, valeva la regola che, anche nei civilissimi anni 50, prima dell'invenzione di quella mostruosità chiamata vaccino, soltanto in Italia 8000 persone in media, ogni anno, morivano di poliomielite. Ah, i vecchi tempi passati in cui tutto era sano, che nostalgia!



9 commenti:

  1. peccato non avere la macchina del tempo per rispedire questi amanti dei bei tempi andati a passare qualche mese in quelle epoche che tanto ammirano...

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  2. A quella domanda io avrei risposto "quindici anni fa". Primi anni duemila: medicina già avanzata (non è andata così tanto più in là in questi cinque lustri), ma non c'erano i socialcosi come il coso di zuckerberg e i webeti erano confinati a qualche forum o ai primi blog dove regolarmente si pigliavano il brodo che meritavano.

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    1. Ahem: tre lustri (grrrrrr! Perché non si riesce a modificare i commenti su Blogger?).

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    2. 15 anni indietro? Benissimo finchè non ti viene un tumore. Passi da giganti nell'ultimo decennio sia in termini di sopravvivenza che di controllo effetti collaterali delle terapie!

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  3. Io una capatina di... una giornata, va', nel millenovecentodiciamotrenta, nei dintorni di casa mia, la farei: per il gusto di vedere la campagna romana e la stradina - che oggi è una stradona a due carreggiate - di allora, e le collinette dove trent'anni dopo sorsero i condomìni in cui abito io e tanta altra gente... In una giornata sola, spero di non prendere il tetano ;-)

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  4. Penso che tu scriva magnificamente.
    Da quando ho conosciuto questo blog la mia vita è cambiata (in meglio).

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  5. Io otite da morbillo con abbassamento dell'udito e acufeni. Un mio compagno delle elementari, invece, per il morbillo non tornò più... Ci fosse stato il vaccino...

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