mercoledì 5 maggio 2021

La scienza? Ma se ne sappiamo meno di prima!

Gli scienziati? Non ci capiscono niente! Questo è il commento sprezzante che capita spesso di leggere in certi gruppi social che paradossalmente vorrebbero essere per cultori e appassionati di scienza, per lo meno dal nome che si sono scelti. E' il commento privo di dubbi che il commentatore da divano non riesce a trattenere di fronte alla grande quantità di domande senza risposta con cui la scienza oggi si confronta. 

Restando ad esempio alla fisica, argomento che bene o male conosco, oggi ci sono molti interrogativi importanti senza risposta (link). Non si sa di preciso cosa sia la materia oscura, se esista realmente o se si tratti di aspetti della gravitazione universale che non sono quelli che crediamo. Non si sa cosa abbia iniziato l'espansione dell'universo, e addirittura perché acceleri mentre si espande. Non sappiamo cosa ci sia dietro i fenomeni quantistici, ammesso che la domanda abbia un senso, e non sappiamo spiegare il cosiddetto collasso della funzione d'onda, che avviene a seguito di una misura su un sistema quantistico. Non sappiamo descrivere le ipotetiche condizioni della materia a energie altissime, quali erano quelle dell'Universo appena nato, quando anche la forza di gravità era determinante nella dinamica delle particelle elementari. Non sappiamo cosa ci sia realmente nella singolarità di un buco nero, sebbene di questi oggetti astrofisici ne osserviamo in quantità nell'universo.




E poi non sappiamo molte cose sulle leggi fondamentali della Natura, non sappiamo se esista qualche nuovo fenomeno oltre il Modello Standard delle particelle elementari, né perché il Bosone di Higgs sia così leggero o perché la costante cosmologica, grandezza associata all'energia del vuoto, sia 120 ordini di grandezza diversa da quella calcolata. Non sappiamo perché l'Universo sia privo di antimateria, come sembra, nonostante le leggi della fisica non facciano sostanzialmente differenza fra materia e antimateria, e non sappiamo perché le condizioni dell'Universo in cui viviamo siano così peculiari e precarie, disegnate da una Natura cinica e anche decisamente perversa (link). E infine non sappiamo se ciò che chiamiamo Universo non sia altro che uno degli innumerevoli Universi esistenti, ognuno con condizioni e costanti fondamentali completamente diverse (link).

E questo solo per ciò che riguarda la fisica, e solo una parte della fisica.

E quindi  potrebbe sembrare che alla fine, nonostante tutta questa Scienza con la maiuscola, nonostante questo affidarsi alla Scienza, alla fine proprio questa Scienza in cui riponiamo così tanta fiducia per comprendere il mondo ci stia prendendo in giro. Ci stia illudendo di darci conoscenza, quando in realtà ci sta soltanto confondendo le idee, aumentando la nostra ignoranza, tanto da far affermare a certi che "gli scienziati non ci capiscono niente!". Studiano studiano, e alla fine non hanno idea di cosa studiano, insomma. Credono di progredire nella conoscenza, e in realtà invece progrediscono nella confusione. Una bella banda di idioti, in pratica. Se questo era il risultato, era meglio la conoscenza tibetana, alla fine, no? O qualche altra forma alternativa di raggiungimento della conoscenza che a certi piace tanto. Anche se dubito che poi qualcuno preferisca viaggiare su un aereo costruito secondo il sapere tibetano, o qualche altro sapere alternativo, rispetto al sapere scientifico. Secondo me, se quando scendono dal bus dell'aeroporto gli metti di fronte due aerei, uno costruito secondo i criteri della scienza, e un altro secondo qualche disciplina alternativa, non so perché ma sento che andranno tutti nella stessa fila. Ma se dici queste cose poi ti accusano di essere gretto e chiuso di mente.

Comunque: avete presente quando si dice che in Italia non c'è cultura scientifica? Ecco, questa né è una manifestazione. Programmi liceali infarciti di fisica fin dal primo anno, licei tecnologici che glorificano le mitiche tre "i", e programmi di matematica sterminati, che arrivano fino a dover risolvere le equazioni differenziali, sono riusciti a non fare entrare nella testa della gente un concetto che mio padre, che ha fatto l'avviamento, ha molto ben chiaro: il progredire della conoscenza produce innanzitutto nuove incognite.

Nel 1600, si pensava di sapere tutto. Poi è arrivato quel rompicoglioni di quel pisano a inventare quella cosa che hanno chiamato "Scienza", e da lì è stato il delirio. Tutto quello che si credeva certo e assodato, è stato scardinato da questa invenzione del demonio, che per una cosa che riusciva a spiegare, ne tirava fuori altre cento senza spiegazione, e che prima nessuno aveva mai nemmeno considerato. Il debutto della scienza nella società è stato quello di creare confusione, altro che certezze!

Ad esempio i pianeti avevano altri pianetini a girarci attorno, la Luna era tutta butterata di buchi e crateri, manco avesse avuto l'acne giovanile, e il Sole, Dio mio, il purissimo Sole aveva addirittura le macchie, e ruotava! "Da quando hai inventato quello strumento del demonio non ci si capisce più niente!", gli dicevano al pisano. "Abiura, di' che non è vero niente, altrimenti qui siamo fottuti!"

E da lì è stato tutto un susseguirsi di dubbi: ogni nuova scoperta portava molte più domande che conferme, perché svelava pieghe e anfratti dei fenomeni naturali che nessuno aveva mai aperto prima. E il motivo per cui nessuno prima di allora si era mai dovuto porre quelle domande era molto semplice: nessuno aveva le conoscenze sufficienti per porsele, quelle domande.

Se non sai che che esistono le galassie, perché non hai inventato il cannocchiale, che domande potrai mai farti sull'Universo? Potrai chiederti perché mai le galassie si allontanano reciprocamente con una velocità proporzionale alla distanza, se credi che tutte quelle lucine nel cielo siano oggetti divini incastonati nella volta celeste? Potrai mai chiederti come si è formato il sistema solare, se credi che tutto giri attorno alla Terra, e che il Sole sia la manifestazione della bellezza di Dio? E se non hai ancora scoperto l'esistenza dello spettro elettromagnetico, potrai mai chiederti l'origine di quello strano fondo a microonde che riempie tutto l'universo? 

Ormai in fisica non c'è più niente di nuovo da scoprire, disse Lord Kelvin esattamente nel 1900. Poi sono stati scoperti gli atomi e è nata la meccanica quantistica, e parallelamente la Teoria della Relatività, e mai una frase è risuonata tanto ridicola quanto quella. La conoscenza della Natura è come un pallone che si gonfia: più il pallone si gonfia, più aumenta il suo volume, cioè le cose che conosciamo. Ma contemporaneamente aumenta anche la frontiera di ciò che conosciamo, cioè la superficie, il limite dell'ignoto.

Insomma, tutte le innumerevoli domande che oggi ci poniamo su come è fatto l'Universo, tutte quelle cose che non conosciamo e che a certi idioti fanno dire che 'sti scienziati scoprono scoprono, ma non ci capiscono niente! sono proprio il risultato del fatto che adesso abbiamo conoscenze sufficientemente vaste per porci quelle domande. E' la nostra maggiore conoscenza dei fenomeni naturali che ci schiude problemi e questioni che prima nemmeno potevamo immaginare. Una volta la nostra beata ignoranza ci impediva di porci queste domande, e ci faceva credere di avere scoperto tutto, o quasi tutto. E' stata proprio la conoscenza a rivelarci la nostra immensa ignoranza!

E quindi, che ci sia gente che non l'abbia ancora compreso, in un'epoca in cui la scienza è ovunque, è deprimente. Quando si parla di mancanza di cultura scientifica, questa è una delle sue manifestazioni più eclatanti.