In questa pandemia si è molto parlato di errori di comunicazione da parte degli scienziati. Chi fa Scienza in effetti non sempre sa anche comunicare la Scienza, e a volte si dicono cose che gli altri scienziati sanno interpretare nel loro vero significato, ma che invece il pubblico interpreta in modo completamente diverso. E in certi casi l'interpretazione che ne viene data può essere molto sbagliata, se non addirittura controproducente per il messaggio che si vorrebbe veicolare.
E quindi, se non si è esperti di comunicazione e non si fa prima l'esercizio di immedesimarsi nella mente del pubblico medio, il rischio è che affermazioni proferite in buona fede e con un significato scientifico ben chiaro agli scienziati possono trasformarsi in mostruosità per chi ascolta dal divano di casa.
Il problema nasce anche dal fatto che oggi la Scienza è diventata "pop". Lo scienziato è pop, la scoperta scientifica, anche se non ci capisci niente, è diventata pop, e ti ritrovi eventi pubblici dove si parla di neutrini o onde gravitazionali in cui la gente si accalca per entrare, perché vuole sentire la Scienza raccontata dai diretti protagonisti, e non dai giornalisti scientifici. Una volta, anche solo in tempi recenti, non era così. Solo una ventina di anni fa al Cern, alla fine del progetto Lep, si credeva di avere "quasi scoperto" il Bosone di Higgs. Il tutto, oggi lo sappiamo, era una banale fluttuazione statistica neanche troppo degna di essere raccontata, ma all'epoca ci fu un gran dibattito all'interno della comunità degli addetti ai lavori. Tuttavia a nessuno venne in mente di chiamare giornalisti o tv per pubblicizzare la presunta scoperta. Oggi non sarebbe così, e infatti i neutrini superluminali, che nel tempo di una settimana si sono trasformati da scoperta epocale di quelle che ti fanno riscrivere i libri di fisica a uno stupido cavetto collegato male, hanno guadagnato le prime pagine dei giornali.
Quindi lo scienziato, a volte suo malgrado, a volte per sua stessa iniziativa, è chiamato sempre più spesso a comunicare direttamente, in prima persona, il suo lavoro al pubblico. Ma il problema è che il pubblico spesso sa poco di Scienza, per cui non è detto che capisca, oppure, e questo è anche peggio, può capire in modo molto sbagliato. E quindi diventa sempre più importante imparare a cautelarsi su questo aspetto, imparando a prevedere come il pubblico interpreterà le frasi che diciamo.
Ecco quindi una serie di affermazioni tipiche ma molto fuorvianti che ho sentito più volte dire da scienziati, anche famosi, nel campo che conosco meglio, che è la fisica delle particelle elementari. Sono affermazioni che io reputo errori di comunicazione grossolani, da evitare assolutamente, perché vorrebbero stupire, ma rischiano invece di essere interpretati da un comune cittadino in modo molto distorto. In alcuni casi la cosa si traduce semplicemente in un fraintendimento, ma in molti altri casi può avere l'effetto di generare preoccupazione verso l'attività degli scienziati e la Scienza in genere, della serie "ma ci possiamo fidare di questi pazzi?".
LHC è il luogo più caldo dell'universo: al suo interno si raggiungono temperature 100mila volte maggiori dell'interno del Sole. L'ho sentito dire un sacco di volte. Come a voler intendere "visto che figate che sappiamo fare?". Invece mio padre, che di me tutto sommato si fida, un giorno mi ha detto: "Senti, ma ho sentito di queste temperature enormi che create sottoterra. Oh, ma possiamo stare tranquilli? Non è che combinate un casino!?". D'altra parte questo è ciò che viene in mente di primo acchito a qualunque persona inesperta di fisica ascoltando quella frase. Il punto fondamentale che invece bisognerebbe spiegare molto chiaramente è che quella non è una vera temperatura. Anzi, non è affatto una temperatura! Quella frase sta a significare che le singole collisioni fra coppie di protoni nell'acceleratore, in termine di energia, corrispondono a quelle che si avrebbero se avessi un gas di protoni a una temperatura pari a 100mila bim bum bam volte l'interno del Sole. Ma al Cern sono solo due protoni alla volta che si scontrano! Non c'è nessun gas incandescente, dentro l'acceleratore! Non c'è nessuna quantità macroscopica di materia a quella temperatura. Capisco che dire tutto questo è complesso e ridimensiona lo stupore. Però se non lo dici, se non sei ultra chiaro su questo aspetto (e non è per niente facile essere chiari se stai parlando a un pubblico che non sa molto di fisica) la gente, che queste cose non le sa, è garantito che come reazione immediata si preoccupa. D'altra parte sarebbe una bella pretesa credere che la gente pensi subito: "Ah, giusto, perché E è uguale a kT, e quindi posso assimilare l'energia di ogni singolo protone all'energia che avrebbe un protone all'interno del Sole dove la temperatura è di svariati milioni di gradi." La gente, ovviamente, la prima cosa che pensa è che la sotto c'è un blob di roba mostruosamente incandescente che Dio solo sa come fai a maneggiarlo, e che se ti sfugge di mano fondi mezza Ginevra.
A LHC ricreiamo il Big Bang! Questa "vulgata" è talmente diffusa che il giorno in cui è stato acceso per la prima volta LHC - mi trovavo a Londra - il Times titolò: "The World Survives the Big Bang". Ecco: un fisico che dice in TV o a una conferenza pubblica che a LHC si cerca di replicare il Big Bang per me andrebbe preso, gli si mette un bel camicione arancione, e lo si porta a Guantanamo per la rieducazione, che consiste nell'obbligo di guardarsi 24 ore su 24 la collezione integrale degli interventi televisivi di Paolo Fox. Ovviamente a LHC non si ricrea nessun Big Bang, e ciò che si intende è che le collisioni fra singoli protoni, protone contro protone, che si verificano all'interno dell'acceleratore, hanno energie comparabili con quelle che caratterizzavano l'Universo primordiale, nei suoi primi istanti di vita. Che peraltro lo stesso discorso vale anche per gli acceleratori che c'erano 20, 30, 40 anni prima di LHC. Tutti i moderni acceleratori sondano energie che, a livello di urti fra singole particelle, sulla Terra non avvengono se non nei raggi cosmici, e caratterizzavano invece l'Universo primordiale. Ma figuriamoci se si cerca di replicare il Big Bang! Frase che peraltro, cattive interpretazioni a parte, è del tutto priva di senso e equivale all peggiore divulgazione-spazzatura. Però proprio ieri, in una chat di un gruppo che dovrebbe essere scientifico, un tipo scriveva che al Cern hanno riprodotto il big bang e sotto altri commentavano che al Cern sono tutti pazzi. Complimentoni per il bel risultato!
A LHC si sta cercando di produrre buchi neri. Anche qui... Santo Cielo! Tutti, ma proprio tutti, anche quelli che confondono il big bang con l'orologio di Londra, sanno che i buchi neri sono peggio del Dyson, e si ciucciano qualunque cosa gli capiti a tiro, che poi al massimo se ti va bene lo rivedi in un altro Universo. E nonostante l'aura demoniaca che i buchi neri hanno per il grande pubblico, questi vanno a dire in prima serata, candidi come scolaretti, che a LHC si vorrebbe tanto produrre un buco nero ma purtroppo finora niente, ma tranquilli...siamo fiduciosi di farcela! Cosa credono che possa pensare un normale cittadino che di fisica non sa niente? "Oh, che bellooooo! Speriamo che lo producano questo buco nero, così lo andiamo a visitare e ci portiamo anche la nonna, e facciamo un bel viaggio spazio-temporale!". Giustamente, invece, si preoccupano, e dicono "ma questi scienziati sono tutti matti!".
Però alcuni, i più coscienziosi, come a voler rimediare specificano: "oh, tranquilli, anche se dovessimo produrli, i buchi neri poi evaporano! Lo ha previsto Hawking!". Adesso, ragioniamo un attimo e mettiamoci nella testa di uno qualunque, tipo mio padre. Mio padre potrebbe dire: "e se Hawking si è sbagliato?" Se si è dimenticato di fare il doppio prodotto, in tutta quella marea di conti, e gli veniva che evaporano subito, e invece non è vero, e questi buchi neri poi si ciucciano tutta la Terra come un verme dentro una mela? Come la mettiamo? "Eh, scusate, Hawking si era sbagliato, la Terra smetterà di esistere fra un paio di giorni".
Io, che faccio il fisico, onestamente non mi fiderei così ciecamente della previsione di Hawking, con tutto il rispetto. Non in questo caso! In fin dei conti è solo una previsione teorica, che nessuno, ma proprio nessuno ha mai verificato. Né, mai nessuno, ha mai visto un buco nero evaporare! Anzi, vi dirò: a me fa proprio ridere la gente che in rete scrive "MA TANTO EVAPORANO!!!", come se fosse una cosa scontata. E se poi non evaporano, perché si instaura un processo che ancora non conosciamo, cosa dici? "Ah, scusate... ci siamo sbagliati... Adesso però c'abbiamo sto buco nero che si aggira di qua e di là, e ci sembra anche che ieri fosse più smilzo. Qualcuno sa per caso come smaltirlo? Andrà nell'indifferenziato?".
Se invece mi fido di LHC, e del fatto che i suoi eventuali micro buchi neri, dovessero mai essere prodotti, sarebbero assolutamente innocui, che evaporino o meno, non è certo perché l'ha detto Hawking (con tutto il rispetto...) ma è perché questi eventuali micro buchi neri quantistici, che esisterebbero qualora la gravità fosse bla bla etc etc...in eventuali extra dimensioni submillimetriche bla bla etc etc..., insomma, questi micro buchi neri, qualora fossero ammessi dalle leggi della Natura, sarebbero stati già prodotti in abbondanza nei raggi cosmici che da svariati miliardi di anno colpiscono costantemente la Terra con energie a volte perfino superiori alle energie dei protoni di LHC. Questo ci rende tranquilli che un eventuale buco nero prodotto a LHC sarebbe soltanto interessante dal punto di vista scientifico senza risucchiarci tutti, e non il fatto che Hawking ha previsto che tanto evaporano! (Sempre con tutto il rispetto!) E lo stesso discorso vale per tutte le possibili stranezze che si potrebbero produrre a LHC, se la Natura avesse deciso che così deve essere: se queste stranezze fossero possibili, sarebbero state già prodotte in abbondanza nelle interazioni dei raggi cosmici nei miliardi di anni in cui noi non c'eravamo ancora ma la Terra e l'Universo sì, e il fatto che siamo ancora tutti qui a cazzeggiare significa che quei processi, qualora dovessero avvenire, non possono essere nocivi. Lo so, è lungo da dire, e rischi di far calare l'audience, ma se l'alternativa è che dal salotto di casa i telespettatori ti danno del pazzo scriteriato, forse è un prezzo che vale la pena pagare.
Al Cern produciamo antimateria. Ecco: Dan Brown allora aveva ragione, e questi pazzi vogliono distruggerci! Già ci vedi la Gianotti che esce dall'ufficio con una 24 ore che tiene legata al polso con una catenella di Niobio-Titanio, che di sicuro contiene qualche chilo di antimateria da dare agli Illuminati, che poi la spargeranno con le scie chimiche e i vaccini attivandola poi tramite il 5G e i microchip sottopelle, perché tanto quelli del Cern hanno l'antidoto. Dicendo che al Cern si produce antimateria, che è vero, occorrerebbe anche far presente subito dopo che produrre antimateria è un processo estremamente complesso e costoso, e che per i fisici anche alcuni singoli antiatomi sono sufficienti per dire che si produce antimateria. Quindi al Cern è vero che si produce antimateria, ma in quantità estremamente irrisoria per farci saltare tutti in aria, ma sufficiente per studiarne le proprietà, che è ciò che interessa alla Scienza. Infatti il totale di antimateria finora prodotta artificialmente al Cern e nel resto del mondo in esperimenti analoghi equivale a una decina di miliardesimi di grammo. Un po' poco per distruggere il mondo, considerato che particelle di antimateria sono presenti in modo assolutamente naturale anche dentro le banane, quelle che diamo ai bambini perché sono buone e fanno bene. Anche questo, già che ci siamo, andrebbe detto in prima serata. Per vedere l'effetto che fa, come cantava Iannacci.
E poi c'è Zichichi, con perché un piatto di spaghetti non esplode e tutto il resto del suo campionario, ma questo è un caso a parte, che rimando a un articolo dedicato.