venerdì 3 maggio 2019

Il futuro dell'omeopatia

Un personale suggerimento alle case produttrici di prodotti omeopatici


Per comprendere a fondo questa proposta innovativa e rivoluzionaria, è necessario prima riassumere come si confezionano i prodotti omeopatici. 

Innanzitutto si prende un principio attivo, che tipicamente ha il nome di quelle cose da film di Henry Potter, tipo Anacardia Voluptuosa, oppure Ledum Palustre. L'idea alla base, ammesso che ce ne sia una, è che il simile cura il simile. Hai difficoltà a digerire? Ti prendi un po' di Guanciales Amatricensis, che però deve essere estremamente diluito. Non dormi? Basta un po' di Coffea Cruda diluitissima (questa esiste davvero), e così via.  Vabbè, non stiamo a questionare sul fatto che non esiste uno straccio di prova che il simile cura il simile (il dolore di un calcio nei maroni non è mai passato con un altro calcio nei maroni dato più piano). Non è questo il punto.


Come avviene la diluizione? Il processo è ben noto: prendo una parte di principio attivo, e lo metto in 100 parti di acqua, e scuoto per bene. Poi di quello che ho ottenuto ne prendo un centesimo, e ci aggiungo 100 parti di acqua, e così via, per molte volte. La chimica di base, sconosciuta ai tempi di Hahnemann (l'inventore dell'omeopatia) ci dice che, dopo 12 diluizioni di questo tipo, la probabilità che nell'intero preparato ci sia una sola molecola di principio attivo è sostanzialmente pari a zero. Questo perché una mole di una sostanza (che è una "ragionevole" quantità macroscopica di materia) contiene un numero di molecole pari al Numero di Avogadro, 6.023 x 1023. Quindi, se e a ogni diluizione ottengo una mole di principio attivo e acqua, ogni volta diluito di un fattore 102, già dopo 12 diluizioni avrò mediamente tolto tutte le molecole di principio attivo. E molti prodotti omeopatici arrivano tranquillamente a 30 diluizioni, ma se ne trovano anche con 100 diluizioni (CH30 e CH100).

Ma non importa, perché - dicono gli omeopati - nello scuotimento l'acqua si ricorda del principio attivo. E' così semplice!

Su questo ci torniamo fra un attimo. 

Prima bisogna chiarire una cosa importante: lo scuotimento. Lo scuotimento va innanzitutto fatto su una Bibbia. Ebbene sì, questo dice Hahnemann.  Ci si chiede se alla Boiron avranno messo le Bibbie nella catena di montaggio. E un musulmano che volesse curarsi con l'omeopatia, come fa? Ci sarà una linea speciale che sbatte i preparati sul Corano, oppure per un musulmano l'omeopatia non può funzionare per questioni di principio?

E' comunque curioso e istruttivo il motivo per cui Hahnemann sosteneva che bisogna shakerare i preparati a ogni diluizione. Non è per mescolare bene, come ingenuamente si potrebbe credere. L'arguto medico, che in quanto a acume non era secondo a nessuno, si era accorto che quando andava in carrozza a casa dei malati per portare la medicina, i malati guarivano più facilmente (fonte). E a cosa imputò questa differenza, il nostro fior fiore di scienziato? All'effetto placebo, direte voi? Al fatto che se un medico ti fa la diagnosi di persona, auscultandoti e palpandoti, e poi dandoti lui stesso la medicina (siamo nel 1700), è meglio che per interposta persona? Che ti infonde maggiore fiducia, e che quindi ti predispone psicologicamente alla guarigione? Che una diagnosi dopo una visita accurata è meglio che una diagnosi via whatsapp? 

Macché! Il nostro acuto osservatore conclude che il merito della maggiore efficacia dei farmaci è che quando lui va dai pazienti in carrozza, i farmaci vengono sballottati! E quindi - genio! - sbattendoli ogni volta chissà che portento di medicine diventeranno! E già che ci siamo, sbattiamoli su una Bibbia, che affidarsi al Padreterno non guasta mai. Che spettacolo eh? Chi crede all'omeopatia crede a questo.
 
C'è poi da dire una cosa. Siamo nel 1700, e non si aveva idea dell'esistenza dei virus, né dei batteri, la chimica era alchimia, l'igiene e i disinfettanti te li raccomando, e la fisiologia umana era ancora un territorio sostanzialmente sconosciuto. In questo contesto, spesso la cura chiamiamola "tradizionale" poteva essere peggiore del non fare niente. George Washington, presidente degli Stati Uniti, e quindi uno che certamente era seguito dai migliori medici dell'epoca (era il 1799), ammalato di laringite, morì per disidratazione in seguito ai continui salassi (fonte), che all'epoca si credeva avrebbero portato via il morbo. Se non gli avessero fatto nulla, probabilmente alla fine sarebbe guarito. Quindi non stupisce affatto che i preparati di Hahnemann, che non contenevano nulla al loro interno se non acqua, scossi o non scossi dalle carrozze, a volte fossero più efficaci delle cure fantasiose e spesso pericolose in voga all'epoca.

Ma torniamo al nostro preparato omeopatico.

A questo punto, siccome il numero di Avogadro non è un'opinione, e che dopo una dozzina di diluizioni 1 a 100 è incontrovertibile anche per gli omeopati che il numero di molecole di principio attivo contenute nel preparato diventi zero, questi ultimi, in tempi recenti, si sono inventati la memoria dell'acqua. Quindi sì, il principio attivo dopo tante diluizioni scompare del tutto, ma le molecole d'acqua si ricordano comunque di essere entrate in contatto con esso, e ne assumono le proprietà. E a quel punto il gioco è fatto. Che poi non è neanche vero che le molecole d'acqua sono entrate in contatto col principio attivo, perché in una diluizione a CH30 o maggiore, comunissima nei prodotti omeopatici, le molecole d'acqua del preparato finale il principio attivo non l'hanno mai visto! Ma ovviamente, dicono gli omeopati, le molecole d'acqua, anche se nessuna di esse è mai entrata in contatto col principio attivo, si tramandano il ricordo delle prime molecole, che hanno avuto la fortuna di incontrare la salmastra gauduriosa iniziale. Tutto chiaro, no? E' scienza di frontiera, questa!

Peccato che gli esperimenti realizzati smentiscano categoricamente che l'acqua abbia memoria (fonte).

Che poi uno a questo punto dovrebbe chiedersi come mai una molecola d'acqua si ricordi di una molecola dal nome ridicolo con la quale è entrata in contatto per pochi secondi mentre la sbattevano su una Bibbia, e non abbia invece ricordo di tutte le altre schifezze con cui è entrata in  contatto nella sua storia: virus, batteri, streptococchi, colibatteri fecali, inquinanti di tutti i tipi, rum per mojiti, sciacquature di piatti, olio di palma, etc. La scienza omeopatica, su questo aspetto, tace.

Comunque, a parte questi cavilli, il problema sorge quando vogliamo mettere il preparato omeopatico dentro una pillola, che tipicamente è una pallina di zucchero. Come facciamo, dato che il nostro preparato curativo è una boccia d'acqua? Come si trasferisce il potere curativo dell'acqua omeopatizzata in una pasticca?

Semplice: spruzziamo l'acqua sulla pasticca! 

Però... scusate un attimo! Ma anche ammesso che l'acqua si ricordi del principio attivo (che non è vero, ma supponiamo!), l'acqua nella pasticca evapora! E con essa il ricordo del medicamento! E se dubitate di questo, uno dei più venduti farmaci omeopatici in assoluto, messo in commercio da uno degli zuccherifici con maggior fatturato al mondo, in un rigurgito di onestà, sulla sua etichetta riporta: una pasticca di 1 g contiene: zucchero 1 g (fonte). Più chiaro di così!

E allora come facciamo, se l'acqua che si ricordava del principio attivo se ne è andata in giro per l'atmosfera, e il nostro grammo di pasticca è in realtà solo un grammo di zucchero?

Ma è semplice, su! Emmammamia, quanta pignoleria! In quel breve tempo in cui l'acqua è stata spruzzata sulla pasticca, giusto prima di evaporare e scomparire nell'aere, le sue molecole, veloci come lepri, hanno comunicato alle molecole di zucchero il ricordo del principio attivo con cui non loro, ma altre molecole d'acqua erano entrate in contatto! Ma è così ovvio, no?! E' fisica e chimica di base, questa, su!

Ebbene sì, gli omeopati, i medici omeopati, che per diventare medici hanno studiato e dato esami di chimica, biologia, farmacologia, e anche un bel po' di altra roba, credono a questo. Non solo alla storia della shakerata sulla Bibbia, ma anche che le molecole di zucchero si ricordano di un principio attivo con cui non sono mai entrate in contatto, perché il ricordo è stato loro tramandato da molecole d'acqua le quali, neanche loro, sono mai entrate in contatto con questo principio attivo. Spettacolare, direi. 

A questo punto, però, ecco il suggerimento per le ditte produttrici di prodotti omeopatici. Con grande senso di altruismo, lo dispenso gratis.

Cari zuccherifici, perché fare tutta questa pagliacciata delle pilloline? La spruzzatina dell'acqua, la catena di montaggio, etc etc? Se le molecole i ricordi se li passano così facilmente (solo i ricordi belli, ovviamente), dal principio attivo all'acqua, dall'acqua all'altra acqua, e dall'altra acqua allo zucchero, perché non vendere una boccetta piena d'aria e basta? Quell'aria che è stata a contatto con l'acqua etc etc? Perché lo zucchero dovrebbe ricordarsi dell'acqua, e l'aria no? O il semplice contenitore di vetro?

E quindi il mio suggerimento è "the ultimate homeopathy": boccette vuote, contenenti aria che è stata in contatto con l'acqua che è stata in contatto con l'acqua che è stata in contatto con il vingardum goduriosus aforensis cuprum. Evvai! Molto eco-friendly, tra l'altro! E se poi quell'aria dovesse disperdersi all'apertura della boccetta, tanto meglio! Sarebbe una diluizione aggiuntiva, e il portentoso medicamento andrebbe a permeare tutto l'ambiente, con grandi benefici per grandi e piccini. Ma non è geniale? Basta solo ricordarsi di sventolare l'aria con una Bibbia, per rendere il tutto più efficace. O al limite con un santino.




21 commenti:

  1. Idea geniale ...
    L'unico neo è la difficoltà di utilizzare la giusta dose; bisognerebbe predisporre confezioni monouso: apri, aspiri e via ...

    Non credo che i medici (e farmacisti) che sostengono l'omeopatia ci credano DAVVERO (o, almeno, lo spero), ma ci sono molti validi motivi per "dimenticare" gli studi di chimica ecc: $$$$$

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  2. Suggerimento pericolosissimo. A diluizioni cosi estreme (e secondo gli scie(me)nziati omeopatici l'efficacia è proporzionale alla diluizione) il rischio di overdose sarebbe altissimo :-)
    Ciao
    hotrats

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  3. Voi ci scherzate sopra però, parlando seriamente, è proprio tutta qui la dimostrazione del fatto che chiunque creda all'omeopatia e compri i "farmaci" omeopatici è un incommensurabile beota, senza se e senza ma: si tratta di un dato di fatto, non di un'offesa.

    Vado a spiegarmi.

    Il succo dell'omeopatia è: "per guarire da un malessere, si deve ingerire qualcosa che provoca lo stesso malessere, però molto diluito; maggiore è la diluizione e maggiore è l'effetto benefico".

    Per crederci bisogna essere di un'ignoranza abissale in chimica, biologia, medicina e praticamente tutto lo scibile scientifico umano esistente.

    Ma non è questo il punto: essere totalmente ignoranti non è sinonimo di essere totalmente stupidi.

    La vera domanda da porsi è questa: cosa farebbe una persona che per completa ignoranza credesse alle bubbole dell'omeopatia, senza però essere anche completamente cretina?

    Semplice: si comprerebbe un flacone di acqua miracolosa ("succussata", "dinamizzata", "energizzata" o qualsiasi altro aggettivo piaccia usare ai truffatori che la vendono) e poi se la diluirebbe per conto suo, all'infinito, senza continuare a comprarla pagandola migliaia di euro al litro (o al chilo di zucchero).

    Ecco perché chi crede all'omeopatia, e la pratica senza compiere l'ovvietà che ho descritto, non solo è infinitamente ignorante (evidentemente anche riguardo il presunto funzionamento della sua amata omeopatia), ma anche indescrivibilmente e irrecuperabilmente idiota...

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  4. Io penso che dovresti fare una trasmissione magari con Crozza. Sto ancora rotolandomi dal ridere sul discorso dello sventolìo del santino...🤣🤣

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  5. Secondo me non c'è bisogno di pensare questo. Spesso si ha una persona ignorante e umile (per dire, una di quelle che se il medico le dice di vaccinarsi, lo fa). Questa persona si trova davanti un omino con il camice bianco, laureato in medicina e iscritto all'ordine, che gli dice di prendere l'Antanibus Parasblindans. Dal suo punto di vista, dargli retta è una decisione razionale.

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    1. Questa è esattamente la situazione che mi ha spinto (tanti anni fa) ad approfondire i principi dell'omeopatia.
      Un medico di base che utilizza anche l'omeopatia (?!) visita in ambulatorio la figlia di una mia conoscente (non particolarmente istruita) e, dopo aver rilevato che non c'è alcun problema serio, le dice che nel suo caso sono più adatti rimedi omeopatici, che hanno meno controindicazioni ecc ecc.
      Prenota visita extra orario d'ambulatorio (a pagamento, naturalmente) e prescrive rimedi omeopatici (venduti a caro prezzo).
      Si guarda bene dallo spiegare in cosa consistono realmente questi rimedi, lasciando nel paziente una vaga idea che si tratti di rimedi "naturali".
      Questo comportamento, a mio avviso, meriterebbe la radiazione dall'ordine dei medici; il medico approfitta di una situazione favorevole (paziente con piccolo malanno e non in grado di porre/porsi domande) per far soldi facili e farli fare al farmacista ...
      Tra l'altro, l'eventuale rifiuto da parte del paziente (per sua scelta o perché, come in questo caso, qualcuno gli ha aperto gli occhi) mina alla base il rapporto di fiducia che dovrebbe essere alla base della relazione medico/paziente.

      Non ho capito l'inciso "(per dire, una di quelle che se il medico le dice di vaccinarsi, lo fa)".
      C'è da augurarsi che TUTTI i medici consiglino le vaccinazioni e che tutti i pazienti (anche istruiti e colti) li ascoltino!
      Consigliare le vaccinazioni dovrebbe essere un dovere per i medici (del SSN), tanto quanto evitare di suggerire rimedi omeopatici.
      Un medico contrario alle vaccinazioni e favorevole all'omeopatia dovrebbe semplicemente ... cambiare mestiere.

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    2. Lupesio, io ho chiaramente parlato di gente che crede nell'omeopatia, che la magnifica, che la pubblicizza come miracolosa e quindi dovrebbe almeno sapere di cosa si tratta, pur restando ignorante come una scarpa di ogni argomento anche solo vagamente scientifico.

      Non certo di gente che si fida ed è vittima di medici disonesti, che spillano loro soldi spacciando l'omeopatia come una medicina funzionante, senza spiegare il suo vero "funzionamento".
      Tali medici andrebbero cacciati a calci in culo dall'ordine, e in tempo zero, senza se e senza ma.

      Per essere più precisi bisognerebbe fare un paio di cosette.

      1) Se una persona si vuole definire medico ed essere iscritto all'ordine, non solo deve prendersi la laurea e passare l'esame di iscrizione all'ordine, ma deve decidersi: o prescrive solo farmaci e terapie testati come efficaci, oppure va a fare lo sciamano senza potersi definire medico, laurea o non laurea (eventuale iscrizione all'ordine revocata in tempo zero, così come il poter lavorare in strutture, pubbliche o private, che anche solo lontanamente possano essere descritte come "ospedali", "ambulatori" o similari).
      2) Unica eccezione, l'uso dei placebo, ma in modo ragionato (solo verso le persone che davvero ne hanno bisogno, tipo gli ansiosi o gli ipocondriaci, genitori di bimbi piccoli compresi) e soprattutto gratuito (niente visite personali a pagamento, niente ricette per "farmaci" omeopatici venduti a migliaia di euro al litro d'acqua o al chilo di zucchero, solo placebo distribuiti, senza ulteriore spesa e solo se sia il caso, dal medico stesso).

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    3. Se qualcuno non avesse capito perché, tra gli ansiosi e gli ipocondriaci, ho inserito i genitori di bimbi piccoli, mi vado a spiegare meglio.

      In medicina (ma anche in scienze più "hard", come la fisica, la chimica, eccetera) esiste non solo la pratica dell'esperimento in cieco, ma anche in doppio e financo triplo cieco. Perché?

      Perché, in decenni di ricerca, si ci è accorti che, anche con tutta la buona fede del mondo, la tentazione verso il "cherry picking" (letteralmente scegliere solo le ciliegie migliori e scartare le altre, metaforicamente dare importanza a tutto ciò che conferma la propria ipotesi e scartare tutto quello che la smentisce), anche detto "bias di conferma", è fortissima.
      Ripeto, anche in buonafede, senza voler fare i furbi apposta.

      Quindi non solo i pazienti sono potenzialmente sotto l'effetto placebo, ma anche gli sperimentatori, in questo caso i medici (quelli onesti, non parlo dei ciarlatani che sanno benissimo di sparare stronzate per gonfiarsi il portafoglio), gli infermieri, e pure i parenti (o chiunque sia interessato al caso).

      Non per niente molti omeopati (parlo sempre dei furbastri che cercano di tirare acqua al proprio mulino, non delle vittime inconsapevoli), spesso citano presunti effetti positivi dell'omeopatia in studi veterinari, sostenendo che "gli animali non possono certo essere soggetti ad effetto placebo": loro no, ma chi gli sta intorno, e crede di vedere miglioramenti oggettivamente inesistenti, sì, eccome che sì.

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    4. Lo stesso vale per i bambini molto piccoli o coloro che, per un motivo o per l'altro, non possono comunicare efficacemente al mondo esterno come si sentono realmente.
      Il caso Stamina docet: a testimoniare la presunta efficacia del trattamento, presunto "miracoloso", non erano certo i pazienti (ridotti tutti praticamente a vegetali) ma i loro genitori e parenti, che dopo essere stati sottoposti a un lavaggio del cervello, scambiavano ogni minuscolo cambiamento nell'espressione dei loro congiunti come fatto miracoloso. Quando in realtà erano cose che succedevano anche prima, ma nessun medico onesto le aveva loro fatte notare spacciandole per un miracolo.

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    5. Finisco la mia solita sbrodolata con un altro esempio, molto più banale ma anche più drammatico (in quanto, purtroppo, veramente accaduto).

      Neo mamma si accorge che il pargolo si agita, tossice, si lamenta, quindi va spedita dal pedriata. Il pedriata lo visita e non ci trova nulla di preoccupante e dice alla madre una frase del genere "Guardi, sono cose normali a questa età, e si risolvono da sole. Dargli medicinali farebbe più male che bene: aspetti due o tre giorni, se non passa, torni da me e vediamo".
      Ma la neo mamma è in ansia, non si dà pace, il suo piccolo soffre, aspettare due o tre giorni è un fardello insopportabile, quel pediatra è evidentemente un incompetente, andiamo dal "medico" omeopata che tanto le hanno raccomandato.

      Va dal medico omeopata, paga la solita fucilata di soldi per la visita, e quello le dice pressapoco "Compri in farmacia queste pastiglie [di puro zucchero "omeopatizzato" a millemila euro al chilo] e gliene dia due al giorno. Mi raccomando, se il disturbo non passa entro tre giorni, si rivolga al suo pediatra".

      Le due prescrizioni sono evidentemente identiche, ma il "medico" omeopata le ha dato le pastigliette di zucchero (senza naturalmente dirle che di quello si tratta), mentre il pedirata non le ha dato nulla.

      Passano i tre giorni, il male al piccolo si affievolisce e scompare, ma una nuova fede è nata: l'omeopatia funziona!
      Quindi la neo mamma si informa, compra libri, diventa un'esperta sulla faccenda nonché una testimonial sull'efficacia dell'omeopatia, dimostrando non solo di conoscere le presunte basi su cui si baserebbe l'omeopatia, ma di appoggiarle incondizionatamente, perché su suo figlio avrebbero funzionato.

      E i medici seri? Tutta una manica di venduti alla medicina "ufficiale" e pagati da "Big Pharma" per spillarci soldi solo per farci intenzionalmente ammalare, manco a dirlo.

      Sinché la mamma "informata" sull'omeopatia e sulle "sporche menzogne" della medicina "ufficiale" non si becca un'infezione respiratoria, questa volta da adulti, che lei, forte della sua esperienza personale e dei sui approfonditi studi su internet, "cura" con l'omeopatia.

      La malattia peggiora, ma la fede nell'omeopatia è più forte di tutto, quindi lei si continua a "curare" con acqua e zuccherini comprati in farmacia e spacciati per farmaci, e non ne vuole sapere di ricoverarsi in un ospedale, per definizione brutto, sporco e cattivo, succube di "Big Pharma".

      Alla fine, quando non riusciva praticamente più a respirare, si decise a farsi ricoverare in ospedale, ma ormai era troppo tardi: storia di come crepare di polmonite nel XXI secolo.

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    6. Più banalmente. Una tonsillite batterica, di quelle che non passano dopo tre giorni, può degenerare in una nefrite settica, se non curata. L'ho scoperto perché è capitato alla figlia di un mio amico, grazie all'omeopatia. Le nefriti settiche erano rarissime, negli anni 70-80. Ora sono tornate.

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    7. "Una tonsillite batterica, di quelle che non passano dopo tre giorni, può degenerare in una nefrite settica, se non curata. L'ho scoperto perché è capitato alla figlia di un mio amico, grazie all'omeopatia".

      Sarebbe molto interessante se tu potessi descrivere più dettagliamente cosa sia successo, naturalmente senza fare nomi e cognomi.

      E altrettanto naturalmente fatto salvo che una sola testimonianza, compresa la mia, non fa statistica (ma aiuta comunque a comprendere un certo fenomeno).

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    8. Hai centrato il punto, e mi meraviglia che chi,giustamente peraltro, qui parla di suggestioni e bias non si renda conto che la gran parte di queste influenze vengono in primis dall'autorità e autorevolezza di chi propina certi rimedi. Autorevolezza acquisita attraverso la sua funzione di operatore nel campo della medicina (insomma dal fatto di esere un classico dottore con laurea e crismi) che ha tanti successi ottenuto. Se a vendere e propalare i prodotti omeopatici fossero solo ambulanti e arrotini col megafono, qualcuno pur sempre se li comprerebbe ma avrebbero comunque minore popolarità.

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  6. Absolutely fantastic job you have done here.This is so nice.Thanks for sharing.

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  7. Ma come hai ragione! Pensa che ci sono bravi dei farmacisti che vogliono abolire l omeopatia in un gruppo Facebook, ne ho scritto qui http://ivabellini.blogspot.com/2019/05/un-moralista-per-farmacista.html

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    1. Sai che ci sono gli apostrofi sulla tastiera? Vedo che anche sul tuo blog non li usi. Con le vecchie macchine da scrivere potevi usare la scusa del tasto rotto... e, caro! Un farmacista contro l'omeopatia non è un arrogante moralista, ma una persona e un professionista onesto che rifiuta di vendere acqua fresca (zuccherata).
      Ma se a te piace continuare a comprare lo zucchero più costoso al mondo, fai pure, nessuno te lo impedisce, troverai sempre qualcuno che te lo vende. Se vuoi, posso vederti aria pulita e profumata di collina, in bottigliette da mezzo litro, bottiglie da un litro e mezzl o anche in confezione "magnum": taniche da 10 o 20 litri.
      Fossi in te, ci penserei! È un vero toccasana DETOX contro il logorio della vita moderna... se vuoi te la faccio anche omeopatica, diluendola addirittura con l'aria della chiesa vicino casa mia, così non ho bisogno nemmeno della sucussione sulla bibbia di hannemanniana memoria. L'opzione veramente "deluxe" è quella che è anche "quantistica". Certo, ti costerebbe un botto, ma quando si spende per la propria salute...!

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  8. Sono un medico settantenne, ad una mia paziente, circa 25 aa fa, scopri una cisti di echinococco epatica ed una polmonare. Naturalemnte le fu consigliato un itervento chirurgico da fare con una certa urgenza. Ma era "alternativa" cosi si recò da una famoso omeopata romano (non dico il nome ma era il più famoso allora) che le disse si devi operarti ma primafai una una cura per rinforzare le difese corporee! Durante la cura mi telefona una notte, stava malissimo, la porto in ospedale..si era rotta la cisti polmonare!!! evento drammatico ma per fortuna sopravvisse

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  9. Da tempo propongo che sia possibile pagare i medicinali omeopatici con soldi omeopatici. Mettere la banconota da 50, 100, 200€ in 100 cc di acqua, agitare, diluire 1 a 100 per 30 volte, sempre agitando. Va benissimo anche la Bibbia. Se medici e farmacisti credono nell'omeopatia, dovrebbero accettare questa forma di pagamento.

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  10. Direi che sull'omeopatia non c'è da aggiungere altro. Questo pezzo andrebbe diffuso nelle scuole.

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