E' notizia di questi giorni la morte di Davide Vannoni, il promulgatore del metodo Stamina. I titoli dei giornali si barcamenano fra "lo scienziato inventore del metodo Stamina", il "contestato" metodo Stamina, la "controversa terapia", "il padre contestato", etc. Nessuno, per lo meno fra i titoli che ho letto, ha avuto il coraggio di usare i termini corretti: ciarlatano per Vannoni, e truffa per il Metodo Stamina. Ed è per questo che Vannoni è stato condannato, e non certo perchè il metodo Stamina fosse semplicemente "contestato". Il fatto che sia morto non cambia né mitiga il giudizio. Su questo aspetto non c'è nulla da aggiungere, e non è di questo che voglio parlare. L'intera vicenda, per chi non se la ricordasse, è riassunta ad esempio qui, o qui.
La cosa che invece mi preme sottolineare è che in Italia testate giornalistiche, politici, rappresentanti della cultura e una parte tutt'altro che minoritaria dei cittadini abbiano dato credito a Vannoni, lo abbiano addirittura sostenuto e difeso, proponendolo come il paladino dei diritti dei malati, e accusando allo stesso tempo la scienza e gli scienziati di essere ottusi cattedratici. Questo è lo specchio del disastro culturale italiano, e della mostruosa ignoranza scientifica che ci caratterizza.
Davide Vannoni in tribunale. |
Sì, perché anche senza sapere nulla di Sclerosi Laterale Amiotrofica (la malattia che Vannoni asseriva di poter curare), né di cellule staminali (la tecnica che Vannoni asseriva di usare per curare i malati) era evidentissimo a chiunque avesse un minimo di rudimenti su come funziona la scienza che il metodo Stamina fosse una banale truffa. Ne aveva tutti i connotati, tutte le caratteristiche tipiche. Io non so nulla di SLA né di cellule staminali, ma non ho mai avuto il minimo dubbio che si trattasse di un imbroglio.
Perché vedete, la cultura scientifica non è sapere di scienza. Non è sapere di cellule o di galassie, non è saper risolvere esercizi con le molle, i campi magnetici e le derivate. La cultura scientifica è conoscere come procede la scienza. Il suo metodo, il suo linguaggio, e anche i suoi limiti, che cosa la scienza può dire e cosa non le compete. La cultura scientifica è conoscere come si arriva a una scoperta scientifica, i passi necessari, i controlli che devono essere fatti, gli errori di metodo dai quali bisogna cautelarsi. E nel caso Stamina, con un minimo di cultura scientifica, quella che si dovrebbe imparare dalla scuola, sia che si faccia il liceo tecnologico, una scuola umanistica o professionale, era evidentissimo che ci si trovasse di fronte all'antitesi della scienza. E la cosa grave è che la nazione Italia non sia stata in grado di capirlo al volo.
Infatti Vannoni aveva tutti i connotati tipici del ciarlatano. Vediamoli.
Non era un esperto del settore. Vannoni era laureato in Scienza della comunicazione, aveva scritto testi sulla persuasione nella pubblicità, e insegnava in una università telematica. Non era un biologo, non era un medico. La prima domanda che uno dovrebbe chiedersi è: è possibile che uno che nella vita si occupa di tecniche di persuasione nella pubblicità sia l'unico al mondo ad aver scoperto come si cura una malattia ritenuta incurabile, e sulla quale le equipe di scienziati in tutto il mondo non sono ancora giunti a sviluppare nessuna terapia efficace? Dove sta la mancanza di cultura scientifica qui? Sta nel fatto che in Italia in tanti, compresi politici, giornalisti e "uomini di cultura", hanno un'idea della scienza che è quella dei filmetti di serie B, o dei fumetti dell'Intrepido. Hanno l'idea dello scienziato che lavora nello sgabuzzino di casa, in segreto, da solo, e all'improvviso scopre "la formula!". Hanno l'idea che la scienza sia una cosa da artigiani genialoidi, e ignorano totalmente cosa invece è necessario per arrivare a una scoperta di grande portata. Credono che arrivare alla cura del cancro, della SLA, dell'Alzheimer, ci si arrivi così, magari per caso. Uno fa un po' di intrugli, mescola, e ecco che - meraviglia - anche un laureato in scienza della comunicazione, del tutto avulso all'ambiente scientifico, possa arrivare a scoprire la cura di una malattia incurabile, alla faccia delle centinaia di esperti del campo che invece ancora sono lì a chiedersi quali siano i meccanismi che scatenano la malattia. Questa è l'idea che in Italia tanti hanno della scienza.
Evitava il confronto con la comunità scientifica. A Vannoni era stato chiesto di presentare un protocollo per testare il suo metodo, ma Vannoni ha a lungo rifiutato. Ha glissato continuamente, evitando perfino di dire che cosa somministrava ai suoi pazienti. Vannoni non ha mai pubblicato nulla a riguardo del suo metodo, su nessuna rivista specialistica del settore con peer review (e neanche senza peer review a dire il vero). Non ha mai partecipato a congressi del settore, né presentato i suoi risultati a congressi specialistici, e non si è mai confrontato con i gruppi di ricerca che nel mondo studiano la possibile cura alla SLA. Questo è tipico: dai presunti (e osannati) preveditori di terremoti, ai curatori di cancro con intrugli vari, ai venditori di cure miracolose, agli scopritori di energie illimitate e pulite, il must che li accomuna è evitare qualunque confronto scientifico con gli scienziati che professionalmente si occupano di quel campo di ricerca. Si parla con giornalisti, con i fan su Facebook, con il pubblico alle conferenze (magari a pagamento), ma con gli scienziati no. Al massimo si va a qualche congresso farsa, di quello nei quali, pagando, ti accettano anche la ricetta della carbonara come presentazione scientifica, per poi dire che hai presentato i tuoi risultati al megacongresso di specialisti. Non è uno scherzo, leggete questo articolo illuminante.
Era visto come il paladino della scienza libera, non schiavo del potere. Anche questo è tipico. Quando sei l'unico al mondo a dire di avere effettuato una scoperta epocale, e la comunità scientifica ne dubita, è garantito che il grande pubblico si schieri con te. Soprattutto se affermi di saper curare una malattia ritenuta incurabile. E non sto parlando dei malati, o dei familiari dei malati, che sono anche essi vittime del ciarlatano, e per i quali l'aggrapparsi a qualunque cosa che offra una speranza è più che comprensibile. Sto parlando della gggente. Quelli che stanno in salotto, leggono il titolo dell'articolo, e hanno subito capito tutto, e corrono su Facebook a dire la loro su come la scienza ufficiale (ma ne esiste un'altra?) sia ottusa e chiusa di mente. Usando tecnologie messe a loro a disposizione da quella scienza che criticano, e senza le quali non saprebbero vivere.
Si faceva pagare profumatamente, ma la cosa passava in secondo piano. Vannoni veniva visto come un benefattore, il paladino dei diritti del malati, ma la realtà era diversa. I trattamenti costavano cari, anche decine di migliaia di euro, venivano realizzati in condizioni precarie, in strutture tutt'altro che consone o adeguate, in condizioni igieniche a volte precarie, e non veniva rilasciata ricevuta... Quelle prassi che normalmente vengono giustamente richieste alla medicina ufficiale, per la medicina non ufficiale passano - chissà perché - in secondo piano.
Ecco, tutto questo rendeva lampante che dietro il caso Stamina non ci fosse nulla, se non una truffa. Era chiarissimo, anche senza essere esperti del campo. Bastava conoscere come funziona la scienza. La cosa vergognosa è quindi che in Italia non si sia stati capaci di riconoscere tutto ciò al primo sguardo. Ma non solo, lo scandalo è che si sia dato credito a una cosa del genere, facendo allo stesso tempo passare gli scienziati come i soliti ottusi cattedratici. E' lo specchio, uno dei tanti, dell'Italia odierna.