Viaggio immaginario nel futuro dell'astrologia.
L’astrologia nasce con i Babilonesi. All’epoca oltre alla Terra, i pianeti noti erano Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, gli unici ben visibili a occhio nudo. Da allora l’astrologia prospera e si diffonde, finché, qualche migliaio di anni dopo, un certo Galileo Galilei inventa uno strumento demoniaco: il cannochiale! Da allora è finita la pace fra gli astrologi, perchè il cannocchiale, dato in mano agli astronomi, significa nuove scoperte. E infatti nel 1781 William Herschel scopre il pianeta Urano. Era lì, in realtà a saperlo si poteva vedere anche a occhio nudo, soprattutto a quell’epoca, quando il cielo notturno era ancora buio, solo che nessuno ci aveva mai fatto caso. Lo avevano preso per una stella poco luminosa, il povero Urano, e invece anche lui vagabondava attraverso le costellazioni dello Zodiaco come i suoi fratelloni già noti. E gli astrologi cosa fanno? Includono immediatamente Urano negli oroscopi, naturalmente! E lo fanno diventare mica un pianeta da poco, il vecchio Urano! Sarà restato pure in incognito per tutti quei millenni, ma quando si fa scoprire entra in scena alla grande! Infatti chi lo ha nel suo segno natale:
"fisicamente è agile ma fragile. Fronte ampia, capelli folti, occhi grandi a volte sporgenti. Il nativo ha buona intelligenza, caratterizzata però dall’incostanza e dalla volubilità. Per giudicarlo è meglio conoscerlo bene, la prima impressione sarebbe sicuramente sbagliata. E’ un’anticonformista e si diverte sconcertando gli altri. Raramente si piega alle regole sociali che prevedono diplomazia o convenevoli. Vive nei suoi sogni, nelle sue utopie, ma difficilmente riesce a realizzarle. Tende ad essere polemico in tutto. E’ insofferente, e nella sua alternanza è coerente con se stesso. Nel campo sentimentale è facile ai colpi di fulmine, alle grandi passioni momentanee.”
Mica uno qualunque, quindi! Mica un tipo anonimo, che spiegherebbe come mai la presenza di Urano nel proprio oroscopo era risultata inosservata per 3000 anni! E allora viene da chiedersi: ma gli oroscopi
fatti fino ad allora? Avranno avuto dei vuoti pazzeschi, delle carenze
spaventose, delle lacune incomprensibili, se Urano era così importante.
Insipegabili aspetti della personalità e delle attitudini delle
persone finalmente chiariti dalla sua scoperta. Ecco perchè la
suocera era così polemica in tutto, mentre dal suo oroscopo veniva
fuori tanto gentile e accomodante: mancava Urano!
Però gli astronomi (accidenti a loro
non si accontentano mai di quello che sanno già!) scoprono anche
Nettuno. E lo fanno in un modo speciale: si accorgono che l’orbita di
Urano aveva delle strane anomalie, non spiegabili dalla presenza dei
pianeti noti. Non riuscivano a calcolare la sua orbita con
precisione, insomma. Prevedevano che il giorno x sarebbe stato lì, e
invece era in ritardo. Poi prevedevano che il giorno y sarebbe stato
laggiù, e invece Urano gli tirava uno scherzo, si metteva a correre e
arrivava a destinazione in anticipo. E chissà che dramma sarà stata,
anche per gli astrologi, questa incertezza nel calcolo preciso
dell’orbita. Non vogliamo neanche pensarci! Me li immagino a dire: “Eeeh, guardi, io le farei pure
l’oroscopo a 3 mesi, ma sa, con questo Urano che non si capisce mai cosa
vuol fare, piu’ di tanto non mi azzardo“.
Gli astronomi ipotizzarono quindi che l’orbita di Urano fosse perturbata da un altro corpo celeste, sconosciuto ma non troppo distante, che con la sua forza di gravità ne modificava la traiettoria. E John Couch Adams e Urbain Jean Joseph Le Verrier, che in matematica erano bravini, da queste anomalie arrivarono a calcolare addirittura l’orbita di questo nuovo, sconosciuto oggetto del cielo. Nettuno viene scoperto subito dopo, soltanto un grado distante dalla sua posizione prevista teoricamente: un successo clamoroso della teoria di Newton della gravitazione.
Gli astronomi ipotizzarono quindi che l’orbita di Urano fosse perturbata da un altro corpo celeste, sconosciuto ma non troppo distante, che con la sua forza di gravità ne modificava la traiettoria. E John Couch Adams e Urbain Jean Joseph Le Verrier, che in matematica erano bravini, da queste anomalie arrivarono a calcolare addirittura l’orbita di questo nuovo, sconosciuto oggetto del cielo. Nettuno viene scoperto subito dopo, soltanto un grado distante dalla sua posizione prevista teoricamente: un successo clamoroso della teoria di Newton della gravitazione.
A questo punto non ci sono dubbi: anche gli astrologi avevano certamente notato che i caratteri delle persone previsti dai loro oroscopi certe volte non quadravano proprio, pur tenendo conto di Urano! La suocera continuava ad avere comportamenti che proprio rimanevano inspiegabili e non previsti dal suo profilo zodiacale. E essendo l’astrologia, come è ben noto, assolutamente credibile e predittiva, anche gli astrologi ci stavano per arrivare a Nettuno! Anche i precursori di Van Wood e Lucia Alberti stavano giusto per ipotizzare un pianeta aggiuntivo proprio lì dove Nettuno è stato scoperto, i cui effetti zodiacali erano necessari per spiegare le anomalie riscontrate nei profili astrologici. Era solo questione di giorni e ci sarebbero arrivati anche loro, grazie al potente potere predittivo e alle solide fondamenta dell’astrologia. Come dite? Ne dubitate? Che malfidati che siete!
E anche Nettuno mica ha un effetto da poco sugli oroscopi! Sarà lontano, ma l’astrologia se ne sbatte della legge dell’inverso del quadrato della distanza. Quella e’ una quisquilia che ha i suoi effetti sulla luce o sulla forza di gravità, che più sei distante e più il segnale ti arriva debole (solo Radio Maria sembra violare questa legge fondamentale della natura). L’astrologia va oltre e, distantissimo o vicino, l’effetto è lo stesso, basta che il pianeta ci sia. Ma chissà perché, prima che lo scoprissero gli astronomi, nessun astrologo si era mai accorto di Nettuno. Però vai a toglierglielo adesso, il loro Nettuno! Vagli a dire che un profilo zodiacale puo’ ignorare la presenza di Nettuno come lo aveva tranquillamente fatto per qualche migliaia di anni senza che nessuno ne sentisse la mancanza, e senti cosa ti rispondono! Per inciso, chi ha la fortuna di avere Nettuno nel suo segno ha :
“fisico longevo e aspetto tranquillo. Sguardo sognante, capelli fitti, pelle chiara. Sensibili e sentimentali, idealisti a volte geniali. Buono d’animo, spesso si dedica all’arte, intuitivo, ma anche ricettivo e passivo. Può sentirsi attratto dalle attività umanitarie. Si trascura per far spazio alla sua vita interiore. In campo amoroso è molto romantico, sensuale. Nella vita la volontà non è abbastanza forte e preparata a fronteggiare i problemi. Così può vivere sacrifici e privazioni.”
E poi, mannaggia a loro, che Nettuno li fulmini, gli astronomi nel 1930 scoprono pure Plutone!
E gli astrologi? Ah, non si fanno mica
cogliere impreparati! Pronti, “signore e signori, ecco a voi l’oroscopo
aggiornato con Plutone!”. Peraltro recentemente si è scoperto che
Plutone non è proprio un pianeta, ma piuttosto un pianeta nano,
addirittura più piccolo di un altro pianeta nano scoperto di recente
che si chiama Eris. Però di Eris l’astrologia se ne infischia, mentre
Plutone è importante. Ho il dubbio che semplicemente non siano stati
informati di questo Eris, e che se a Eris fosse toccata la sorte di
essere stato scoperto nel 1930 al posto di Plutone, adesso negli
oroscopi farebbe bella mostra Eris e nessun astrologo parlarebbe di Plutone, ma questa è veramente una malignità, una cattiveria da
miscredente. Per inciso ecco una lista, certamente non esaustiva, delle cose che sa fare Plutone:
governa con Marte gli organi SESSUALI, i GENITALI, i TESTICOLI, il LIQUIDO SEMINALE, lo SPERMA, gli SPERMATOZOI, la VIRILITA', gli ORMONI, le cellule, è associato alla proliferazione cellulare e ai tumori, alla putrefazione, alla cancrena, alla disintegrazione e alla ricostruzione. Aspetti NEGATIVI di Plutone inclinano all'indurimento e all'ispessimento delle arterie, all'acidosi cronica, alla decadenza senile, alla distruzione delle cellule, all'insorgenza dei tumori, alla degenerazione del processo vitale, a livello psicologico provocano impulsività, aggressività, perversioni sessuali, sadismo, vandalismo, brutalità, ribellione, perversità, tendenza alla criminalità. Aspetti POSITIVI di Plutone, donano equilibrio, buona distribuzione degli ormoni, buona rigenerazione delle cellule, buon sistema nervoso.
Il maiuscolo proviene dall'originale. Chissà, per inciso, perché gli è partito il maiuscolo quando parlava degli organi sessuali? A parlare di sesso gli è scattato l'ictus? Da dove avrà origine tutta questa enfasi improvvisa? Comunque, per un pianeta che governa la disintegrazione, ci si chiede come abbiamo fatto a starne senza per 3000 anni senza nemmeno accorgerci della sua assenza. In ogni caso la prossima volta che vado dal medico gli chiedo se secondo lui ho una buona distribuzione degli ormoni, e poi vedo che faccia fa. Interessante anche il fatto che Plutone donerebbe aggressività, perversioni sessuali, sadismo, vandalismo, brutalità, ribellione, perversità, tendenza alla criminalità, ma anche, bontà sua, equilibrio. Il classico un colpo al cerchio e uno alla botte tanto caro agli astrologi, per cui puoi essere Ghandi o Charles Manson e ti ci ritrovi comunque. Avrei anche la curiostà di sapere se queste caratteristiche indotte da Plutone sono il risultato di un lungo studio statistico in doppio cieco sulla popolazione, o da che altro complesso algoritmo sono state dedotte, ma in cuor mio so già la risposta...
E comunque mi viene da chiedere: e tutti questi pianeti extrasolari che si stanno scoprendo in questi ultimi anni? Avranno anche questi il loro bravo effetto astrologico sugli abitanti dei loro rispettivi sistemi solari! Non sara’ mica che i nostri colleghi alieni abitanti di lontani sistemi planetari siano privati degli effetti dell’astrologia! Non avremo solo noi questo privilegio, no? E se nell’universo ci sono infiniti pianeti, e il loro impatto sull’oroscopo è comunque importante e non dipende dalla distanza (per gli astrologi non dipende, lo sappiamo, lo abbiamo appena visto), e non dipende neanche dalle loro dimensioni (anche questo lo abbiamo appena constatato) la somma totale dei loro contributi sul carattere anche di noi umani sarà enorme, tanto da rendere del tutto marginale l’effetto astrologico dei pianeti già noti. Un “Paradosso di Olbers(1)” astrologico: infiniti pianeti, effetto astrologico infinito. Un fondo astrologico spaventosamente assordante in confronto al quale i nostri Marte e Saturno sono due grilli sfiatati che cercano di farsi sentire mentre sul palco suonano i Motorhead. Eppure per gli astrologi tutti gli altri pianeti non contano.
E le comete? Perche’ gli astrologi se ne accorgono solo quando diventano visibili? Non è che quando sono invisibili non ci siano. Sono sempre lì, e non sono neanche troppo distanti dalla terra, in realtà. Non molto più che Plutone. Solo in genere non sono luminose, perché solo in prossimità del sole lo diventano. Però quando ci sono ma non si vedono non sono degne di essere considerate dagli astrologi, mentre Plutone, che non è un pianeta e non si vede mai a occhio nudo, è importante. Su un sito di astrologia, parlando della cometa ISON, trovo scritto questa frase sconcertante:
"quando (la cometa ISON, n.d.r.) è apparsa ad occhio nudo, perché solo questo noi dobbiamo considerare, gli antichi non avevano cannocchiali, osservavano i fenomeni ad occhio nudo e solo a questi si può riferire il nostro studio astrologico".Ma come! E allora Urano, Nettuno e Plutone ? Ma astrologi, ma insomma, ma mettetevi almeno d'accordo sulle basi dell'astrologia! Forse semplicemente gliel’hanno data su con queste recenti scoperte dell’astronomia, e avranno fatto una specie di moratoria, un condono tombale astrologico: tutti i corpi celesti scoperti dopo Plutone non si vedono e quindi non contano. Basta, non si puo’ mica riaggiornare tutto l’oroscopo ogni tre settimane per stare dietro alle manie da scienziati degli astronomi, ecchediamine! Mica si possono dare continuamente al macero tonnellate di manuali di astrologia solo per il vezzo di tenere dietro a tutte queste continue scoperte scientifiche! Quasi quasi si stava meglio ai tempi di Tolomeo, che quello che si sapeva quello era e quello doveva restare, senza discutere. Ma anche questa, lo so, è veramente una insinuazione di chi è in mala fede e è sopraffatto dai preconcetti.
E mettiamo che in futuro andremo ad abitare e a fare figli su Marte. A quel punto
l’astrologo, che certamente non potrà mancare nella base marziana,
dovrà considerare, nel fare l’oroscopo al neonato, la presenza di un
pianeta bello luminoso nel cielo, vagamente azzurrognolo, che finora
nessun astrologo aveva mai preso in considerazione: la Terra. Ma come
abbiamo fatto a dimenticarci della nostra vecchia Terra! Sarà che ci
siamo seduti sopra, ma accidenti, per uno che nasce su Marte c’è la
Terra nel cielo, e avrà anche lei il suo carnet di effetti astrologici
importanti, no? In fin dei conti e’ un corpo celeste nel cielo, assieme a
Mercurio, Venere, Giove… E stavolta non c'è nemmeno la scusante che non si vede! E di nuovo, se l’effetto non dipende dalla
distanza, perché la Terra non ha effetto astrologico per i terrestri?
Chi nasce a Sidney o a Oslo, pur nello stesso istante, ha la terra dalla
parte opposta del cielo. Se quello di Sidney quando nasce ha la terra nei Gemelli, quello di
Oslo ce l'ha nello Scorpione.
E se un giorno colonizzeremo un altro sistema solare? Se andremo a fare figli dalle parti della stella Rigel? I vecchi pianeti continueranno a giocare il loro ruolo nell’oroscopo, visto che l’effetto astrologico non dipende dalla distanza, ma ci saranno anche i nuovi pianeti, belli grandi nel cielo, e bisognerà tenerne conto. Proprio quelli di cui adesso gli astrologi si disinteressano, anche perché non sanno nemmeno che esistono. Ah, dimenticavo, che sciocco, anche le costellazioni saranno diverse dalle parti di Rigel, e bisognerà anche aggiornare tutto lo Zodiaco. Insomma, dopo 3000 anni di tranquilli oroscopi sempre uguali sono arrivati questi scassaballe di astronomi e la loro fissa di voler scoprire continuamente cose nuove: superlavoro in arrivo per gli astrologi del futuro!
(1) Il paradosso di Olbers, suggerito dall'astronomo Heinrich Olbers all'inizio del 1800, nasce dalla supposizione che le stelle siano eterne, infinite in numero, e uniformemente distribuite nell'universo. In base a queste assunzioni anche la quantità di luce totale da esse proveniente e percepita sulla superficie terrestre sarebbe infinita, rendendo il buio della notte impossibile. Infatti, sebbene l'intensita' luminosa di una singola stella decresca con l'inverso del quadrato della distanza della stella dalla terra, a distanze via via piu' grandi corrisponde un numero di stelle maggiore, proporzionalmente al quadrato della distanza stessa, compensando esattamente il primo effetto, e rendendo pertanto il cielo uniformemente illuminato a giorno. Il paradosso di Olbers è sbagliato perché le stelle non sono uniformemente distribuite, essendo raggruppate in galassie, ma soprattutto perché l'universo si espande, e la luce delle galassie distanti si sposta verso frequenze via via minori. Inoltre il Paradosso di Olbers si basa sull'assunzione di un universo eterno e immutabile, cosa ampiamente smentita dalle osservazioni degli ultimi decenni.