domenica 26 aprile 2015

La mia scia è più chimica della tua

La nuova tendenza: il complotto nel complotto


Il mondo dei complottisti sciachimisti non smette mai di stupire. Ci ha stupito finora per le incredibili foto di cieli assolutamente normali che tempestano i loro siti, e che ai loro occhi appaiono "chimici".  Se il cielo è azzurro "è strano che sia così azzurro", se è nuvoloso "come mai ieri era azzurro e adesso guarda che roba", se si sta annuvolando "guarda che roba, prima era sereno e adesso è tutto velato", se le nuvole sono striate "hai mai visto tu nuvole così striate", se le nuvole sono a pecorelle "non sono mai esistite nuvole a pecorelle" (e neanche il proverbio, inventato dopo il 1990 dalla sezione italiana del Nuovo Ordine Mondiale per depistare), e così via. C'è gente che passa la vita a rovinarsi il fegato guardando un cielo assolutamente normale, e individuando in un po' di normalissima foschia l'effetto di un complotto planetario contro la propria vita.

Ma recentemente il mondo dei complottisti sciachimisti ha fatto il salto di qualità, inventandosi il complotto nel complotto. La nuova certezza dei complottisti (perché i complottisti hanno sempre granitiche certezze) è che all'interno del popolo sciachimista si celano (non uso il congiuntivo apposta, perché è cosa certa, ormai) infiltrati i quali, pur comportandosi esattamente come gli sciachimisti doc, e dicendo esattamente le cose che dicono gli sciachimisti doc, sono in realtà al soldo del potere, quel potere che "non ci vuole far sapere" e che sarebbe il responsabile dello spargimento delle scie chimiche nel cielo. E quindi per sviare l'opinione pubblica dicono le stesse cose che normalmente dicono gli schiachimisti doc. Chiaro no?

La paranoia dei complottisti sciachimisti è tale da aver partorito questa nuova chicca. E naturalmente, preso atto di questo cancro che si è insinuato al suo interno, il popolo sciachimista è adesso al tutti contro tutti.

Ha iniziato il guru del movimento, che chiameremo con il nome di fantasia di "Ricotter" per garantirne l'anonimato (metti che un giorno debba andarsi a cercare un lavoro vero), il quale si è messo a sparare a zero contro un suo amico giornalista, che fino a poco tempo prima sedeva alla destra del padre in tutte le conferenze e le uscite pubbliche. Quest'uomo è adesso ufficialmente identificato come un disinformatore. Lo si capiva benissimo, d'altra parte: diceva sostanzialmente tutto quello che diceva il guru, ma era chiaro che remava contro. 

scie chimiche aceto di mele cronaca vera
Anche Cronaca Vera sarà presto definita serva dei controinformatori.  Infatti meritare la prima pagina da un giornale simile è la peggiore propaganda possibile per le scie chimiche. Sarebbe stato meglio essere ignorati.
Ovviamente la risposta del giornalista non si è fatta attendere. Il guru è lui il disinformatore, e si interessa molto più dei suoi processi e di raccolta fondi che della causa sacrosanta delle scie.

In questo dibattito fra primedonne si sono infilati naturalmente gli attivisti, che si sono schierati da una parte o dall'altra, o contro entrambe le parti. Recentemente ne ha fatto le spese anche un terzo giornalista, in precedenza in totale sintonia con il guru e l'altro giornalista, e noto per vedere complotti planetari anche nella sorpresa dell'uovo di Pasqua. Anche lui è stato ripudiato dai suoi amici in quanto, manco a dirlo, al soldo della CIA, della Digos, degli Illuminati e chissà di chi altri. Anni e anni a prodigarsi nello sparare cazzate su tutti i possibili complotti, vanificati in un attimo dalla sentenza senza appello della rete!

Ultimamente c'è stata a Bologna una manifestazione anti scie chimiche. Vi hanno partecipato circa 200 persone. Anche in questo caso alcuni (chi e è irrilevante a questo punto) hanno rinfacciato ai manifestanti  di essere in realtà dei troll della Digos (!) che hanno organzizzato una falsa manifestazione contro le scie chimiche, distribuendo ai partecipanti perfino delle pettorine di plastica con scritto "stop scie chimiche".

Si leggono quindi frasi del tipo "Sono stati smascherati come collaboratori della Digos e dei politici che si fingono partigiani per ridicolizzare l'argomento e allontanare la gente per bene dalla comprensione del problema". Che poi questi stessero dicendo al megafono le stesse cose che dicono gli altri sulle scie chimiche, per loro è evidentemente irrilevante. Anzi, paradossalmente le accuse sono sul fatto che gli slogan erano ridicoli! Che fossero gli stessi slogan normalmente gridati dagli sciachimisti gli deve essere sfuggito, del tipo: "basta scie, basta malattie!". Gli sciachimisti che danno dei ridicoli agli sciachimisti perché imitano perfettamente gli sciachimisti! Finalmente un po' di sana autocritica, anche se inconsapevole

Ovviamente, preso atto di questa nuova verità i siti degli sciachimisti si sono riempiti di frasi sdegnate del tipo "perbacco, mi si apre un mondo!" e quindi "prima o poi le pagheranno tutte, figli di puttana!"
 
Una svista della sezione svedese del New World Order, il Nya Världsordningen in quella lingua, che si è dimenticata di togliere la scritta delle scie chimiche su un prodotto altamente top-secret.

Insomma, siamo alla farsa finale, della serie "adesso ti butto via la trousse dei trucchi" "e allora io ti buco tutti i collant".

E poi come si distinguerà un troll da uno sciachimista tutto d'un pezzo? La frase "Basta gasare vogliamo respirare!!!", forse il troll la pronuncerà con una leggera incertezza, mentre il vero sciachimista pronuncerà anche gli 1 in mezzo ai punti esclamativi? Proporrei a questo punto un test a doppio cieco, per vedere se veramente gli sciachimisti sono capaci di distinguere uno slogan sciachimista quando a pronunciarlo è uno sciachimista doc o un troll pagato dalla digos, come dicono loro.

Folclore a parte, tutto ciò la dice lunga sulla mentalità del complottista, che è talmente paranoico da  inventarsi un complotto nel complotto così su due piedi, e poi crederci pure. Se avesse la capacità di guardare il mondo con occhio disincantato e superpartes solo per un istante, capirebbe che è la caricatura di se stesso.



domenica 19 aprile 2015

Consigli a un imam quando va in aereo

Alcune cose che non deve assolutamente fare


E' circolato recentemente in rete il filmato di un imam, un teologo saudita, che spiega perché la terra non ruota su se stessa. Il video è visionabile qui.

Il teologo, che risponde alla domanda di uno studente, fa questo esempio e dice: "Attent'ammè! Se vogliamo andare con l'aereo dall'Arabia verso ovest (sic!), ad esempio verso la Cina, se la terra ruotasse l'aereo non riuscirebbe mai ad arrivare, perché la Cina si allontanerebbe con una velocità molto maggiore dell'aereo. E se la terra girasse al contrario, l'aereo arriverebbe in Cina in un attimo. Siccome niente di tutto ciò accade, allora vuol dire che la terra non ruota su se stessa!" L'imam, nel suo esempio, in realtà ha addirittura sbagliato il senso di rotazione della terra, facendola ruotare da est a ovest, ma nella gerarchia delle puttanate che ha sparato in 30 secondi, questa passa in secondo piano.

Che la spiegazione data dall'imam sia una emerita puttanata non vale infatti la pena sottolinearlo più di tanto.  Quello che il nostro teologo ignora va sotto il nome di "principio di relatività", una cosa scoperta da Galilei già un bel po' di tempo fa, e che da allora è diventata un ingrediente fondamentale della nostra conoscenza della natura.

A parte questo però, visto che è così convinto di quello che dice, e così soddisfatto della spiegazione, proprio partendo dal suo ragionamento e assumendo che abbia ragione vorrei dare all'imam alcuni consigli su certe cose da fare e altre da non fare assolutamente quando va in aereo.


  • Prendere il posto sempre di fianco alla toilet. Anzi, preferibilmente prendere il posto dentro la toilet. O altrimenti dotarsi di pannolone. Eh sì, perché se all'imam gli scappa di andare in bagno durante il volo e il bagno è qualche fila davanti, con l'aereo che gli si muove a 800 Km/h sotto il culo, se è vero il suo ragionamento col cavolo che riuscirebbe ad arrivare al cesso in tempo! Invece se la toilet è verso la coda è più facile: basta che faccia un saltino, giusto per il tempo che l'aereo percorra quei 10 metri che separano il suo sedile dal bagno, e l'imam si ritroverebbe in un attimo sulla tazza del water. Il problema è semmai di dosare il saltino per evitare di spiaccicarsi sul fondo della cabina, dove scaldano i pranzi. E poi comunque tornare al proprio posto rimarrebbe un problema serio per quanto detto prima.
  • Evitare i sedili in coda all'aereo. Infatti è da quelle parti che si accumulano le mosche che inavvertitamente entrano in cabina alla partenza, nonché tutta la polvere, le schifezze, i virus e i batteri che normalmente fluttuano nell'aria. Un virus entra in aereo, fluttua un po' in aria mentre la hostess spiega le uscite di sicurezza, e poi già dal decollo si ritrova spiattellato sull'ultimo sedile. A questo proposito immagino che l'automobile del nostro teologo abbia il lunotto posteriore pieno di moscerini e schifezze spataccate all'interno. Infatti se è vera la storia dell'aereo che non riuscirebbe ad arrivare in Cina, allora deve essere anche vero che quando l'imam viaggia in autostrada le mosche che entrano all'interno della sua auto, non riuscendo ad andare alla velocità della macchina, si spiattellano tutte sul lunotto posteriore come frittelle.
  • Guai a mangiare qualcosa sull'aereo! Se l'imam dovesse ingoiare una mollica, questa, cadendo giù per l'esofago, verrebbe spinta all'indietro (come l'aereo che non riesce a arrivare in Cina) causandogli lesioni letali. E non vogliamo pensare come si riduce il vestito un imam quando sull'aereo si fa versare il caffè!
  • Un imam non deve mai far fare il vola-vola a un bambino se si trova su un aereo, su un treno, o anche solo su una nave in movimento. Lo lancia in aria e se lo ritrova in un attimo chissà dove.
  • Va da sé che sull'aereo un imam non può giocare con lo jo-jo, non può giocare a passatempi che implicano il lancio di dadi, e anzi, per nessun motivo deve lanciare un qualunque oggetto. Tipo: "Omar, mi passi la penna?" e lui: "si, prendi!" e la lancia da una corsia all'altra facendo una strage! La penna infatti, trovandosi in volo mentre l'aereo gli scappa sotto a 800 Km/h, si trasformerebbe in un pugnale che alla stessa velocità trapasserebbe con un filotto tutti i passeggeri delle file dietro.

La riflessione seria a questo punto è che l'atteggiamento dell'imam è comune a tutti quelli che, anche dalle nostre parti, sono convinti di aver capito tutto su cose sulle quali non hanno mai aperto un libro. Mi riferisco a tutti quelli a cui bastano un paio di riflessioni fatte sulla tazza del water per credere di aver capito tutto, alla faccia di chi invece, in certi settori, ci lavora da una vita. E mi riferisco adesso agli pseudo esperti di vaccini, di genetica, di evoluzione, di terremoti, di oncologia, di meteorologia, di problemi energetici. Mi riferisco a tutti quelli che, come l'imam, prendono posizione con decisione propinando certezze su argomenti scientifici che non conoscono affatto. Mi riferisco a quelli che sono talmente supponenti, ma oserei dire stupidi (che poi uno supponente è sempre anche stupido) da credere che la loro opinione possa valere più di quella degli esperti di quei settori della conoscenza.

Come dico sempre con una frase che sicuramente verrà ricordata per l'eternità e tramandata alle generazioni a venire su tutti i libri di scuola, "non capire un cazzo è brutto, ma non capire un cazzo e non rendersene conto è una tragedia".

lunedì 6 aprile 2015

Come inventarsi la fusione fredda


I risultati di un esperimento che sembrava dimostrare la fusione fredda si sono rivelati completamente inventati.



Di fusione fredda bene o male se ne parla da parecchi anni. In tempi recenti l'E-cat (Energy catalyzer) inventato dall'Ing. Andrea Rossi è al centro delle cronache, perché il suo inventore sostiene ormai da alcuni anni di essere sul punto di commercializzare una tecnologia che, egli afferma, funziona e sarebbe in grado di produrre energia senza emissione di radiazioni utilizzando un processo sconosciuto alla fisica, e soprannominato Low Energy Nuclear Reaction, (LENR). Un riassunto sulla storia e lo stato dell'E-cat è leggibile qui

Se fosse vero, sarebbe l'invenzione del millennio. Nonostante le dimostrazioni pubbliche e le dichiarazioni roboanti a scadenza biannuale, Rossi si è sempre rifiutato di permettere agli scienziati di effettuare un controllo completo e realmente indipendente della sua invenzione (leggi qui), e ultimamente, anche a causa di questo aspetto, il brevetto sulla sua invenzione gli è stato di nuovo rifiutato (le motivazioni del rifiuto, molto interessanti da leggere, si trovano qui). Nelle motivazioni si legge tra l'altro che "extraordinary evidence is required to prove extraordinary claims". Non mi pare che chiedano molto, di fronte a un'invenzione che dovrebbe sconvolgere le leggi della fisica e allo stesso tempo produrre energia in modo nuovo e sconosciuto.

Nel frattempo, sebbene Rossi non abbia mai rivelato l'ingrediente segreto del suo "reattore", svariati improvisati inventori si sono cimentati nel tentativo di riprodurre i suoi risultati. Recentemente è balzato alle cronache Alexander Parkhomov, un fisico russo in pensione, che ha affermato di avere intuito l'ingrediente segreto di Rossi, e di essere riuscito a replicare con successo il risultato, producendo energia tramite fusione fredda.

Il tripudio fra i sostenitori di Rossi, che in rete non mancano e si riuniscono e scambiano opinioni sotto profili facebook dedicati alla "LENR", è stato immediato, e Parkhomov è stato eletto a nuovo paladino di quella tecnologia che ci viene nascosta dal potere etc etc. Nonostante questo dibattito si sia sviluppato sostanzialmente negli Stati Uniti, le modalità a cui siamo abituati con i complottari nostrani sono più o meno le stesse.

Questa volta però per lo meno i dati erano stati mostrati a tutti, e pure la misura. Per lo meno questa volta non sembravano esserci segreti. L'esperimento di Parkhomov è stato reso noto nella sua versione più recente in russo, e poi tradotto in inglese da qualche volontario di buon cuore. La traduzione, con allegati i grafici e le figure originali  di Parkhomov, si può leggere qui

In particolare nell'articolo spicca un grafico, che riporto qua sotto in figura (l'immagine senza compressione è visibile qui).


Nella figura si vede (in blu) la potenza di input, quella per riscaldare il reostato attorno al reattore, graficata in funzione dello scorrere del tempo, e (in rosso) la temperatura chiamiamola "in uscita", cioè all'interno del reattore. Ad un certo punto si vede che la potenza in ingresso viene abbassata, mentre la temperatura nel reattore resta costante sui 1200 gradi. Quella, secondo l'autore, e secondo tutti i suoi fans, è la prova che il processo di fusione fredda si è instaurato.

A parte che una misura di temperatura non è una misura di energia, che è quello che realmente interessa, e di per sé il fatto che, scaldando un oggetto, questo produca energia, magari anche più di quella che spendo per riscaldarlo, non è un miracolo. Se scaldo un ciocco di legno in ambiente secco e ricco di ossigeno, a un certo punto il legno prende fuoco e la temperatura aumenta da sola. Questo non significa però che stia assistendo a qualche fenomeno incredibile e inaspettato: è l'energia chimica immagazzinata nel legno che si trasforma in calore. Anche se accendo un cerino e lu butto in una tanica di benzina l'energia che spendo per accendere il cerino è molto inferiore di quella prodotta. Quindi sarebbe eventualmente essenziale misurare l'energia prodotta e soprattutto mostrare che essa è incompatibile con qualunque processo noto di tipo chimico, e Parkhomov non lo ha fatto.

La seconda cosa che immediatamente "puzza" è che Parkhomov, in piena fase di "fusione fredda", cioè nel regime a temperatura costante indipendente dall'input (che in realtà diminuiva addirittura in potenza) smette sul più bello di fare le misure. Ma come - mi viene da dire - stai misurando la scoperta del millennio e sul più bello chiudi baracca e spegni tutto, senza interessarti di come va a finire? Ti si scuoceva la pasta che non potevi aspettare? E' come se, di fronte all'atterraggio degli alieni, uno si limitasse a fare un paio di foto da distante e poi riponesse in tasca la macchina fotografica. La cosa è un po' strana.

Ma la cosa incredibile è stata scoperta qualche giorno fa, da gente che uso lo spirito critico più che la fede. Se uno va a ingrandire il grafico mostrato sopra, trova che la parte in rosso, cioè quella che indica la temperatura che dovrebbe essere legata all'energia prodotta, è costituita da pattern ripetuti e identici, in modo molto strano, e impossibili da spiegare per piccole fluttuazioni casuali del sistema di misura (la figura a risoluzione migliore è visibile qui)

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Un esempio è ben visibile qua sotto



Ma non basta. Addirittura, in un punto del grafico, se si ingrandisce, si trova, completamente fuori posto, un pezzo della linea nera che indica il riferimento delle temperature. Per farla breve, l'autore ha lavorato sodo di copia/incolla, e pure in modo maldestro tanto da dimenticarsi il pezzo della linea nera in mezzo ai valori della temperatura riportati in rosso. Tutta la parte del grafico che mostra la temperatura che resta costante, e che dovrebbe indicare il processo di fusione fredda, è frutto di un copia/incolla di altri pezzi del grafico. In pratica siamo di fronte a un risultato falso e costruito a tavolino.
Che dire? Sono queste le prove della fusione fredda, l'invenzione che dovrebbe sconvolgere il mondo, e che i poteri forti ci tengono nascoste? La cosa interessante è che, fra i fan della LENR, pochi hanno ammesso che la credibilità di questi personaggi ha subito un duro colpo dopo questa frode scientifica (non esiste altro modo per chiamarla). La maggior parte rimane asserragliata nel proprio fortino di fede cieca. La risposta in questo caso è che "qualcuno ha manipolato i dati, ma non certo Parkhomov" (che però firma l'articolo e non ha smentito nulla). E poi si chiedono: "perché lo hanno fatto?". Insomma, dai sostenitori delle scie chimiche a quelli della fusione fredda, il copione non cambia: l'importante è credere, non capire.

 



giovedì 2 aprile 2015

Grosso guaio a Lottolandia

Nella repubblica di Lottolandia il gioco del lotto è più che una mania nazionale, è una vera e propria istituzione. Qualunque cittadino, salvo rare eccezioni, non manca mai di giocare almeno una schedina alla settimana, con la speranza di azzeccare la combinazione giusta, fosse solo un semplice ambo. Il gioco del lotto, insomma, è il motore economico e sociale di Lottolandia.

E di pari passo pullulano naturalmente i trattati scientifico-matematici per prevedere quali saranno le combinazioni più probabili dei numeri in uscita. Tra questi primeggiano gli studi sui cosiddetti "ritardi", che in base a questi ultimi prevedono la probabilità di estrazione di ogni numero. Perché è naturale che un numero, più è in ritardo la sua estrazione, più diventi probabile che esca. Certo, alcuni negazionisti, gente ai margini della società, continuano ad affermare che puntare sui ritardi dei numeri è una sciocchezza bella e buona, perché la probablità di uscita di un numero è del tutto indipendente dal suo ritardo, dato che i numeri non hanno ricordi. Ma nonostante queste rare voci fuori dal coro, per lo più opera di disinforatori, puntare sui ritardi dei numeri è una prassi consolidata a Lottolandia. 




E a suffragare tutto ciò, e a smentire le affermazioni dei negazionisti, non c'è niente di più probante, come sempre, delle esperienze personali dei cittadini. E le esperienze personali in questa piccola repubblica parlano chiaro. E' emblematica a questo proposito la testimonianza del signor Urio Laszli, che ai microfoni dell'emittente nazionale Medialott spazza via ogni dubbio sulla validità del puntare sui ritardi dichiarando: "Chi dice che i ritardi sono una sciocchezza mente sapendo di mentire! Prendete il mio caso: il 54 non usciva da 63 settimane, e io ho cominciato a puntarci, perché sapevo che la sua uscita era sempre più probabile ogni settimana che passava, come mi confermava il trattato sul gioco del lotto che consulto ogni volta che devo decidere che numero giocare. Ci ho quindi puntato tutte le settimane successive per 96 volte di seguito, e alla fine infatti è uscito! E' la prova lampante che puntare sui ritardi funziona!"

In questo momento il numero che sta monopolizzando l'attenzione di tutti i cittadini di Lottolandia (esclusi quei pochi ribelli che non giocano al lotto e stupidamente se ne vantano pure) è il 74, che non esce da ben 234 settimane sulla ruota di Wunz. Un ritardo del genere a Lottolandia non si era mai visto. Ogni settimana la quasi totalità della popolazione punta sul 74 sulla ruota di Wunz, confortata dalle precise previsioni matematiche basate sul suo enorme, inusuale ritardo, che rende ovviamente altissima la probabilità della sua uscita.

Ultimamente però un evento imprevisto ha letteralmente sconvolto quella terra tranquilla. A causa della crisi economica, che ha colpito anche l'economia di quel piccolo stato, il ministro del Lotto e Gratta e Vinci, Igor Strup, si è visto costretto a tagliare sul numero delle ruote, portandole dalle 200 che erano a 50, unificando assieme fra loro più ruote diverse. E il caso ha voluto che la ruota di Wunz, nella quale il numero 74 è in ritardo da 234 settimane, è stata unificata con la ruota di Gondrung. Solo che - piccolo problema - nella ruota di Gondrung il 74 è uscito proprio la settimana scorsa!

Lo sconcerto della popolazione a questo punto è più che comprensibile. E' meglio puntare tutto sul 74 - si chiedono i cittadini di Lottolandia - dato che questo numero non esce su quella ruota da 234 settimane, oppure conviene puntare su tutto meno che il 74, che sulla stessa ruota (adesso sono proprio la stessa ruota!) è giusto uscito la settimana prima? Conterà di più che è appena uscito, o che non esce da 234 settimane?

E come l'asino di Buridano, che di fronte alla scelta su quale mucchio di fieno mangiare morì di fame, i cittadini di Lottolandia smisero di colpo di giocare al lotto, perché non sapevano più cosa giocare.

Finché qualcuno, molto astutamente, trovò la soluzione. Ci pensò un omeopata naturopata, esperto di iridilogia reikiana modulare, che si rese conto che la soluzione era nella meccanica quantistica! Il 74, infatti, si trovava esattamente in una sovrapposizione quantica! Il classico stato quantico "entangled", quello che, scoperto dai fisici sulle particelle elementari, è ormai dimostrato che serve a guarire da tante malattie con la sola volontà, e a spiegare tutte le cose più incredibili, tipo il fatto che siamo tutti una cosa sola in armonia con l'universo, e anche perché quando uno ti sbadiglia davanti anche a te viene da sbadigliare.  Come non averci pensato prima? E in base a questa folgorante intuizione il luminare in questione sta scrivendo un libro per prevedere l'uscita del 74, e già che c'è tante altre cose utili. E con un costo molto limitato, considerata l'importanza del libro! E il libro, neanche a dirlo, è già stato prenotato da tutti i cittadini di Lottolandia. Quasi tutti.